Lavorare all’interno di un’azienda o un ente per molti anni presenta senza dubbio numerosi vantaggi, tra cui la stabilità economica e quindi quella personale/familiare, ma consente anche di godere di aumenti della retribuzione in busta paga determinati sulla base dei cosiddetti scatti di anzianità.
Si tratta, come vedremo più nel dettaglio, di un elemento di premialità alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti, stabilito però dalla contrattazione collettiva nazionale secondo modalità differenti da CCNL a CCNL.
Approfondiamo insieme e cerchiamo di capire cosa sono gli scatti di anzianità, come funzionano, chi ne ha diritto, come vengono calcolati e dove leggerli in busta paga.
Indice dei contenuti
- Cosa sono gli scatti di anzianità?
- A cosa servono gli scatti di anzianità?
- Chi ha diritto agli scatti di anzianità?
- Come funzionano gli scatti di anzianità?
- Quanti sono gli scatti di anzianità?
- Cosa succede in caso di cambiamento di datore di lavoro?
- Come si calcolano gli scatti di anzianità in busta paga?
- Come vedere gli scatti di anzianità in busta paga?
Cosa sono gli scatti di anzianità?
Gli scatti di anzianità sono incrementi retributivi che spettano ai lavoratori dipendenti in funzione dell’anzianità di servizio, cioè al periodo di tempo trascorso lavorando all’interno di un’impresa o organizzazione. Questi aumenti, che vengono applicati progressivamente nel corso della carriera di un dipendente, sono regolati dalla contrattazione collettiva, con modalità che possono variare a seconda dei diversi CCNL e dei settori specifici. La regolamentazione di tali aumenti è sempre conforme alle leggi in vigore, che stabiliscono le condizioni e le tempistiche per l’erogazione dei miglioramenti retributivi.
Gli aumenti previsti dagli scatti di anzianità sono generalmente espressi come percentuale sul salario o come cifra fissa, e vengono concessi automaticamente al raggiungimento di determinati anni di servizio. L’obiettivo di questa pratica è quello di promuovere la stabilità lavorativa e premiare la lealtà dei dipendenti nei confronti dell’impresa, contribuendo a creare un rapporto duraturo tra il lavoratore e la sua organizzazione.
A cosa servono gli scatti di anzianità?
Abbiamo spiegato che gli scatti di anzianità rappresentano un elemento della retribuzione destinato a lavoratrici e lavoratori dipendenti che operano all’interno della medesima azienda o dell’istituzione pubblica da più anni.
A cosa servono, quindi? Principalmente, a riconoscere il valore dell’esperienza e dell’impegno dei dipendenti che lavorano da tempo all’interno di un’azienda.
In questo modo, gli scatti di anzianità costituiscono un incentivo a rimanere a lungo nell’organizzazione e a migliorare continuamente le proprie competenze e abilità, con ricadute positive per i datori di lavoro, che possono quindi contare su professionisti qualificati, esperti e fedeli.
Inoltre, gli scatti di anzianità possono avere una funzione di stabilizzazione dell’organizzazione, perché creano un certo grado di prevedibilità e di sicurezza per i dipendenti, che sanno di poter contare su un aumento periodico dello stipendio in base all’anzianità di servizio.
Chi ha diritto agli scatti di anzianità?
Come abbiamo osservato, gli scatti di anzianità sono disciplinati dalla contrattazione collettiva, quindi, in generale, i dipendenti con un contratto a tempo indeterminato in un’azienda hanno diritto a beneficiarne, secondo le modalità previste dal proprio CCNL.
Tuttavia, essi non sono un beneficio automatico garantito a prescindere a tutte le lavoratrici e i lavoratori, ma solo a coloro il cui contratto di lavoro lo prevede. È quindi fondamentale verificare se il riconoscimento di tale diritto sia contemplato nel proprio CCNL o chiedere informazioni al sindacato di settore o delegato della propria azienda.
Gli scatti si applicano solitamente ai dipendenti con contratto di lavoro subordinato (sia a tempo determinato che indeterminato), ma non sono previsti per collaboratori coordinati e continuativi, lavoratori autonomi, tirocinanti o stagisti.
Possono essere previsti anche per lavoratori e lavoratrici con contratto part-time, ma con importi proporzionali al numero di ore lavorate.
Gli scatti possono variare in base alla categoria professionale del dipendente o alla posizione occupata all’interno dell’organizzazione, aumentando a seconda del livello di inquadramento.
Come funzionano gli scatti di anzianità?
Gli scatti di anzianità si iniziano a maturare dalla data di assunzione in azienda fino alla fine del rapporto di lavoro con la medesima.
Si fondano perciò sul numero di effettivi anni di rapporto tra la parte datoriale e il lavoratore. Si maturano anche tenendo conto di assenze per malattia, ferie, infortuni, congedi (paternità e maternità), aspettative.
Ogni Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro stabilisce:
- quanti anni sono necessari per la maturazione di ogni scatto;
- qual è il numero totale di aumenti che una lavoratrice o un lavoratore può maturare all’interno della medesima organizzazione.
I meccanismi possono variare di CCNL in CCNL. Ad esempio, il CCNL UNIGEC/UNIMATICA prevede che:
“Ai lavoratori per l’anzianità di servizio maturata presso la stessa azienda o gruppo aziendale (intendendosi per tale il complesso industriale facente capo alla stessa società), indipendentemente da qualsiasi aumento di merito sarà corrisposto per ogni biennio, e fino a un massimo di 5 bienni, un aumento in cifra fissa differenziata per ciascun livello retributivo.”
Ad ogni scatto può corrispondere un aumento della retribuzione differente, indicato in busta paga.
Quanti sono gli scatti di anzianità?
Ogni Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro stabilisce ogni quanto si matura uno scatto di anzianità e qual è il limite massimo di aumenti ai quali si può aspirare nel corso della proprio vita lavorativa presso la medesima organizzazione.
Abbiamo riportato prima l’esempio del CCNL Unigec/Unimatica, che prevede uno scatto ogni due anni, per un massimo di 5 scatti totali. Per ulteriori dettagli invitiamo a rivolgersi al proprio sindacato di riferimento o ai delegati aziendali.
Gli scatti si sommano agli aumenti di stipendio previsti da un cambio di livello nella stessa azienda?
No: se il dipendente si sposta a un livello superiore nella stessa organizzazione, l’aumento dell’importo del suo stipendio previsto da questo cambiamento assorbirà l’aumento previsto dallo scatto di anzianità.
Cosa succede in caso di cambiamento di datore di lavoro?
In caso di trasferimento in un’altra organizzazione o azienda, la normativa italiana non impone al nuovo datore di lavoro il riconoscimento degli scatti maturati dal lavoratore nella precedente posizione, come ha confermato una sentenza della Corte di Cassazione nel 2018, affermando che il lavoratore trasferitosi nella nuova azienda non ha diritto alla parificazione totale con i dipendenti già in servizio in quest’ultima.
Per chi si trovi in questa situazione, è utile consultare il CCNL, verificare le politiche aziendali e, se necessario, rivolgersi a un consulente del lavoro o a un rappresentante sindacale per comprendere appieno il funzionamento o l’eventuale trasferimento anche parziale dei propri scatti di anzianità.
Come si calcolano gli scatti di anzianità in busta paga?
L’entità dell’aumento riconosciuto al lavoratore e alla lavoratrice a ogni scatto di anzianità è fissata dai CCNL (con le specifiche differenze proprie di ogni CCNL). L’incremento è espresso in percentuale rispetto allo stipendio base o in cifra fissa ed è generalmente indicato in una tabella dettagliata.
Facciamo un esempio. Supponiamo che un dipendente abbia uno stipendio base di 1.500 euro e che il contratto collettivo preveda uno scatto di anzianità del 3% ogni 5 anni di servizio.
Se il dipendente ha prestato servizio per 5 anni, avrà diritto a uno scatto di anzianità pari al 3% dello stipendio base, ovvero 45 euro (1.500 euro x 3% = 45 euro). In questo caso, lo stipendio mensile del dipendente sarà di 1.545 euro.
Dopo 10 anni di servizio avrà invece diritto a due scatti di anzianità; in questo caso, lo stipendio sarà di 1.590 euro (1.500 euro + 45 euro + 45 euro = 1.590 euro).
L’ammontare dell’incremento varia a seconda del livello di inquadramento del dipendente.
Da segnalare il fatto che gli scatti di anzianità vengono inclusi anche nel calcolo della tredicesima e quattordicesima, e anche nel TFR.
Come vedere gli scatti di anzianità in busta paga?
Abbiamo visto, quindi, che gli scatti di anzianità si traducono in incrementi salariali, ovvero delle somme che vanno a sommarsi al computo della retribuzione mensile della lavoratrice e del lavoratore.
Di conseguenza, la somma è indicata in busta paga, in genere separatamente dallo stipendio base ed è evidenziata come un aumento salariale specifico.
Per individuarli è sufficiente controllare il cedolino ricevuto dal datore di lavoro mensilmente, nella sezione che contiene le componenti fisse della retribuzione, quindi nella parte alta, accanto alla paga base, in genere in una casella denominata proprio “Scatti” o simili.
Per approfondire, invitiamo a leggere il nostro articolo Come leggere una busta paga.