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Come funziona l’indennità di malattia INPS

Categoria: Welfare
Apr 5, 2022
Redazione
Come funziona l'indennità di malattia INPS

La legislazione vigente nel nostro Paese protegge il lavoratore che si trova in una condizione di “malattia”, consentendogli di assentarsi dal lavoro per un certo periodo di tempo con la possibilità di usufruire dell’indennità di malattia INPS

Si tratta di un istituto che tutela il lavoratore sia dal punto di vista economico-retributivo che da quello del mantenimento della propria occupazione, perché durante il periodo di malattia potrà continuare a ricevere lo stipendio o una indennità erogata dall’INPS per un determinato periodo di tempo, denominato “periodo di comporto”, durante il quale il datore di lavoro non potrà licenziarlo.

Le modalità di gestione dei periodi di malattia sono definiti secondo precisi criteri che possono variare in base al CCNL

A tal proposito, ricordiamo che l’ente bilaterale Enfea consente ai lavoratori di richiedere un’integrazione del trattamento economico di malattia previsto dal CCNL

Se vuoi approfondire questo punto, clicca qui

Vediamo, ora, cosa s’intende per malattia, come funziona l’indennità di malattia INPS, chi può richiederla, come, per quanto tempo e a quanto ammonta. 

Cosa vuol dire malattia?

Cosa s’intende per malattia, dal punto di vista del diritto del lavoro? Una definizione molto chiara è fornita dal portale Wikilabour

“la malattia viene definita come uno stato di alterazione della salute che provoca un’assoluta o parziale incapacità di svolgere l’attività lavorativa.”

Quindi, si parla di malattia quando le condizioni di salute del lavoratore non gli consentono di svolgere le proprie mansioni

Come già accennato nell’introduzione, il lavoratore ha diritto ad assentarsi dal lavoro per sopraggiunti problemi di salute, senza per questo rischiare di perdere l’occupazione o rinunciare alla retribuzione. È, infatti, onere del datore di lavoro garantire questo diritto, nelle modalità stabilite dalla legge (ad esempio l’articolo 2110 del Codice Civile) e dal CCNL applicato. 

Detto questo, il lavoratore ha anche dei doveri e obblighi ai quali attendere, primo fra tutti quello di comunicare il proprio stato di salute

In genere, i primi tre giorni di assenza per malattia sono interamente a carico dell’azienda, mentre a partire dal quarto giorno subentra, a determinate condizioni, l’indennità di malattia INPS

Vediamo come. 

Indennità di malattia INPS

“L’indennità di malattia è riconosciuta ai lavoratori quando si verifica un evento morboso che ne determina l’incapacità temporanea al lavoro, inteso come mansione specifica.”

Questo è quanto si può leggere sulla pagina dedicata al tema dell’indennità di malattia sul portale dell’INPS, dove si rimarca quanto già spiegato prima, ovvero che il lavoratore che si trova in una condizione di salute tale da impedirgli di svolgere le proprie mansioni ha diritto ad assentarsi e vedersi riconoscere un sostegno economico

Nel caso specifico, l’indennità erogata dall’INPS subentra, nella maggior parte dei casi, a partire dal quarto giorno di malattia (solo se certificata da un medico del SSN) e fino alla scadenza della prognosi. 

Com’è facile intuire, però, questa indennità non può durare per sempre, ma ha una durata massima che andremo a indicare più avanti nel corso dell’articolo. 

A chi si rivolge

L’indennità di malattia INPS è un istituto rivolto ai lavoratori dipendenti e ai disoccupati

Più nel dettaglio, possono accedervi le seguenti figure

  • operai del settore industria;
  • operai e impiegati del settore terziario e servizi;
  • lavoratori dell’agricoltura;
  • apprendisti;
  • disoccupati;
  • lavoratori sospesi dal lavoro;
  • lavoratori dello spettacolo;
  • lavoratori marittimi.

Non possono, invece, richiedere questa forma di supporto erogato dall’INPS: 

  • collaboratori familiari (colf e badanti);
  • impiegati dell’industria;
  • quadri (industria e artigianato);
  • dirigenti;
  • portieri;
  • lavoratori autonomi.

Vediamo, ora, quanto dura l’indennità di malattia INPS.

Durata e decorrenza

Come accennato, i primi tre giorni di assenza per malattia (i CCNL stabiliscono poi le modalità specifiche e le indennità riconosciute ai lavoratori) sono a carico del datore di lavoro, mentre a partire dal quarto giorno si può accedere all’indennità erogata dall’INPS, quindi sarà l’ente previdenziale a riconoscere quello che spetta al lavoratore. 

Per quanto tempo si può usufruire di questo istituto? Le tempistiche variano in base al settore nel quale il lavoratore opera, ma in media la durata massima consentita è di 180 giorni

L’elenco più dettagliato è riportato sul sito dell’INPS, qui

Per approfondire, invitiamo a leggere anche l’articolo Si può interrompere la malattia? Come funziona il rientro anticipato.

A quanto ammonta l’indennità

Il lavoratore che si trova in una condizione di malattia vede garantirsi il diritto alla retribuzione, ma l’indennità di malattia INPS non corrisponde al 100% di quanto previsto dal proprio CCNL o contratto di lavoro

In linea generale, l’indennità è corrisposta ai lavoratori dipendenti nella misura del: 

  • 50% della retribuzione media giornaliera dal quarto al ventesimo giorno;
  • 66,66% dal ventunesimo al centottantesimo giorno.

Anche in questo caso, ci sono delle eccezioni per alcune tipologie di lavoratore e per alcuni settori: 

  • dipendenti di pubblici esercizi e laboratori di pasticceria: 80% per tutta la durata della malattia;
  • disoccupati e sospesi dal lavoro: indennità ridotta di due terzi rispetto alla percentuale prevista;
  • lavoratori marittimi: dal 50% al 75%, a seconda del tipo di condizione di salute denunciata;
  • lavoratori dello spettacolo: dal 40% all’80%, a seconda della durata della malattia e della possibilità di prestare servizio solo in alcuni giorni.

Per maggiori dettagli, invitiamo a consultare il sito INPS.

Cosa deve fare il lavoratore in malattia

Il lavoratore ha una serie di obblighi da rispettare. Il primo, è sottoporsi a una visita presso un medico del Servizio Sanitario Nazionale, al fine di ottenere una diagnosi, una prognosi e un certificato che attesti lo stato di malattia

Questo certificato può essere inviato telematicamente all’INPS direttamente dal medico, e il datore di lavoro potrà poi scaricarlo accedendo all’apposita piattaforma online. Laddove non fosse possibile l’invio telematico, è necessario consegnare la documentazione allo sportello territoriale di competenza a mano o per posta raccomandata. 

Un altro obbligo da rispettare è relativo alla reperibilità presso il domicilio indicato nella documentazione per ricevere la cosiddetta “visita fiscale”, ovvero la visita medica di controllo predisposta per verificare la sussistenza della condizione di malattia dichiarata

La reperibilità deve essere garantita tutti i giorni riportati nella certificazione di malattia (compresi i sabati, domenica e festivi), dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19.

Cosa succede se si risulta assenti alla visita di controllo? Beh, si va incontro a delle sanzioni, con il conseguente mancato indennizzo delle giornate di malattia per:

  • un massimo di 10 giorni di calendario, dall’inizio dell’evento, in caso di prima assenza alla visita di controllo non giustificata;
  • il 50% dell’indennità nel restante periodo di malattia, in caso di seconda assenza alla visita di controllo non giustificata;
  • il totale dell’indennità, dalla data della terza assenza alla visita di controllo non giustificata.

Lo stato di malattia può essere verificato, su richiesta del datore di lavoro o dell’INPS, solo da apposite strutture sanitarie pubbliche (in particolare, dell’ASL ovvero della stessa INPS).

Integrazione trattamento economico di malattia previsto dal CCNL

Tra le prestazioni offerte ai lavoratori dall’ente bilaterale Enfea va nominato anche un contributo ad integrazione del trattamento economico di malattia previsto dal CCNL, per il periodo successivo a quello coperto da integrazione INPS e per il tramite del datore di lavoro se dipendenti occupati. 

In cosa consiste? 

In presenza di periodi di malattia, della durata continuativa di almeno 30 gg, che danno luogo al solo trattamento economico a carico dell’azienda nella misura del 50% (senza integrazione INPS), viene corrisposto un trattamento economico di sostegno al reddito al lavoratore, pari a € 400,00 al mese, per un massimo di 6 mesi.

Per i lavoratori con contratto di lavoro a tempo parziale (part-time), fermo restando i requisiti di cui sopra, la prestazione negli importi fissati dovrà essere rapportata al minor orario effettuato rispetto all’orario contrattuale

di riferimento. 

La documentazione da produrre consiste nella copia del LUL e/o delle buste paga attestanti il trattamento economico al 50% e le relative giornate di malattia.

Il termine ultimo di presentazione della richiesta è fissato entro tre mesi dalla maturazione dell’ultimo mese di diritto alla prestazione.

Per maggiori informazioni sulle prestazioni erogate dall’ente bilaterale Enfea, invitiamo a consultare il sito www.enfea.it

ENFEA è l’ente bilaterale costituito da CONFAPI e CGIL, CISL e UIL a cui aderiscono le imprese che applicano i CCNL UNIGEC/UNIMATICA, UNIONCHIMICA, UNITAL, CONFAPI ANIEM, UNIONTESSILE e UNIONALIMENTARI.

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