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Cos’è e come funziona l’aspettativa dal lavoro

Categoria: Lavoro
Ago 10, 2022
Redazione
Cos'è e come funziona l'aspettativa dal lavoro

Alcuni Contratti Collettivi Nazionali prevedono la possibilità di richiedere l’aspettativa dal lavoro, un periodo di astensione dallo svolgimento delle proprie mansioni, al presentarsi di determinate condizioni personali, che andremo a elencare più avanti. 

A differenza di altre forme di astensione dal lavoro, come per esempio il congedo di maternità e il congedo di paternità, l’aspettativa è spesso non retribuita, ma soprattutto facoltativa

Se il lavoratore, per sopravvenute esigenze personali o familiari, dovesse aver bisogno di un periodo di assenza dal lavoro, e il proprio contratto lo prevede, può farlo, con la garanzia di conservazione del posto di lavoro

Ma andiamo più nel dettaglio, e vediamo cos’è e come funziona l’aspettativa dal lavoro

Cos’è l’aspettativa dal lavoro

Come accennato, l’aspettativa dal lavoro consiste in un periodo di astensione dal lavoro per un lasso di tempo più o meno lungo, previsto dalla normativa vigente – Costituzione della Repubblica Italiana, art. 51 c. 3, art. 52, Codice civile, artt. 2110 e 2111, Legge 300/1970, Statuto dei lavoratori (art. 31), Legge 638/1983, D.P.R. 309 del 1990, Legge 412/1991, D.Lgs. 151/2001 – e da alcuni CCNL.

Durante il periodo di assenza giustificata il datore di lavoro, che concede l’aspettativa, è tenuto a garantire al lavoratore la conservazione della propria occupazione

Nella maggior parte dei casi non è prevista la corresponsione della retribuzione, che viene sospesa fino al rientro.  

Le modalità di concessione e la durata massima dell’aspettativa vengono disciplinate dai diversi CCNL di settore. 

Quando è concessa

L’aspettativa è un periodo di astensione dal lavoro di natura differente rispetto ai congedi di maternità e paternità, alla malattia o alle ferie, in quanto previsto come misura straordinaria e solo se opportunamente giustificato dal lavoratore che ne fa richiesta. 

Per quali motivi è possibile andare in aspettativa? Le macro categorie sono essenzialmente tre, ovvero ragioni di natura medica, personale o per nomina a cariche pubbliche elettive

Vediamole più nel dettaglio:

  1. il lavoratore deve sottoporsi a un periodo di riabilitazione a causa di una documentata tossicodipendenza;
  2. il lavoratore si trova ad affrontare motivi personali o familiari di una certa complessità, che gli impediscono di svolgere in modo adeguato il proprio lavoro;
  3. in seguito a malattia e/o infortunio, al termine del periodo di comporto;
  4. il lavoratore deve assistere un familiare malato o disabile;
  5. il lavoratore intende frequentare dei corsi di formazione e conseguire titoli di studio, come il diploma, la laurea o una qualifica professionale;
  6. nel caso in cui il lavoratore, assunto nel pubblico impiego, volesse ricongiungersi con il coniuge residente all’estero, anch’esso dipendente pubblico;
  7. il lavoratore intende collaborare con un’associazione di volontariato in una zona colpita da calamità naturali, per un periodo limitato fino a 30 giorni consecutivi e a 90 giorni nell’arco dell’anno, che diventano 60 e 180 in caso di stato di emergenza nazionale;
  8. in caso di elezione del lavoratore a una carica pubblica, per la durata della permanenza in carica;
  9. se il dipendente pubblico (e solo quello pubblico) intendesse avviare una propria attività.

Ogni CCNL consente alcune o tutte queste ipotesi di aspettativa dal lavoro, stabilendone le modalità. 

Aspettativa dal lavoro retribuita

Come più volte rimarcato, l’aspettativa dal lavoro è un periodo di astensione durante il quale la retribuzione viene spesso sospesa, pur conservando il posto di lavoro. 

In alcuni casi, però, è prevista l’aspettativa retribuita. Vediamo quali: 

  • per assistenza di familiari disabili, per una durata massima in genere di 2 anni, durante i quali il lavoratore riceve lo stipendio e dei contributi figurativi, non versati quindi dal datore di lavoro né dal lavoratore stesso. In caso di figlio disabile, l’aspettativa può essere usufruita solo da un genitore alla volta, e per un totale di 24 mesi. Ricordiamo che l’Ente Bilaterale Enfea riconosce ai lavoratori un “Contributo per l’assistenza domiciliare, per familiare convivente non autosufficiente con handicap grave”, pari a € 200,00 annui. Per maggiori informazioni, è possibile consultare il sito www.enfea.it;
  • per matrimonio, della durata di 15 giorni;
  • per volontariato, a patto che la collaborazione avvenga con ​​associazioni facenti parte dell’Agenzia di protezione civile;
  • per dottorato di ricerca senza borsa di studio;
  • per i lavoratori mutilati e invalidi civili, con una riduzione della capacità lavorativa superiore al 50%, che possono usufruire di 30 giorni all’anno di congedo retribuito a carico del datore di lavoro, al fine di dedicarsi alle cure connesse alla loro infermità;
  • per richiamo alle armi, con retribuzione a carico dell’INPS e anticipata dal datore di lavoro;
  • per le lavoratrici inserite in un percorso di sostegno per le vittime di violenza di genere, che hanno diritto a un periodo di astensione dal lavoro massimo di 3 mesi, con retribuzione a carico dell’INPS e anticipata dall’azienda in busta paga. In riferimento a questo punto, segnaliamo che l’Ente Bilaterale Enfea riconosce alle lavoratrici e ai lavoratori vittime di violenza di genere un contributo pari a € 700,00;
  • per formazione continua

Si segnala che nella contrattazione aziendale possono essere inseriti periodi aggiuntivi a quelli previsti dalla legge, in alcuni casi retribuiti e in altri no. È opportuno, per questo, verificare quanto riportato nel contratto integrativo aziendale.

Le modalità di richiesta dell’aspettativa dal lavoro variano a seconda delle ragioni alla base della stessa. Si consiglia di rivolgersi a un patronato per ricevere assistenza specializzata.

ENFEA è l’ente bilaterale costituito da CONFAPI e CGIL, CISL e UIL a cui aderiscono le imprese che applicano i CCNL UNIGEC/UNIMATICA, UNIONCHIMICA, UNITAL, CONFAPI ANIEM, UNIONTESSILE e UNIONALIMENTARI.

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