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Cosa sono e come funzionano gli scatti di anzianità

Categoria: Lavoro
Mar 30, 2023
Redazione
Cosa sono e come funzionano gli scatti di anzianità

Lavorare all’interno di un’azienda o un ente per molti anni presenta senza dubbio numerosi vantaggi, tra cui la stabilità economica e quindi quella personale/familiare, ma consente anche di godere di aumenti della retribuzione in busta paga determinati sulla base dei cosiddetti scatti di anzianità

Si tratta, come vedremo più nel dettaglio, di un elemento di premialità alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti, stabilito però dalla contrattazione collettiva nazionale secondo modalità differenti da CCNL a CCNL. 

Approfondiamo insieme e cerchiamo di capire cosa sono gli scatti di anzianità, come funzionano, chi ne ha diritto, come vengono calcolati e dove leggerli in busta paga.

Cosa sono gli scatti di anzianità?

Gli scatti di anzianità sono incrementi salariali che vengono automaticamente concessi ai dipendenti in funzione all’anzianità di servizio, ovvero in base al loro tempo di servizio all’interno dell’azienda in cui lavorano. Questi aumenti, come accennato, sono previsti dalla contrattazione collettiva e dipendono dalle norme vigenti.

In genere, prevedono un aumento dello stipendio in corrispondenza di determinati anni di servizio prestati. Questi aumenti possono essere espressi in percentuale o in cifra fissa, e sono finalizzati a riconoscere l’impegno e la dedizione dei dipendenti nel tempo.

Gli scatti di anzianità possono essere diversi a seconda del settore in cui si lavora e delle specifiche norme contrattuali che regolamentano il rapporto di lavoro. In ogni caso, si tratta di un meccanismo che mira a incentivare la stabilità e la fedeltà dei dipendenti nei confronti dell’azienda in cui lavorano.

A cosa servono gli scatti di anzianità?

Abbiamo spiegato che gli scatti di anzianità rappresentano un elemento della retribuzione destinato a lavoratrici e lavoratori dipendenti che operano all’interno della medesima azienda o dell’istituzione pubblica da più anni

A cosa servono, quindi? Principalmente, a riconoscere il valore dell’esperienza e dell’impegno dei dipendenti che lavorano da tempo all’interno di un’azienda. 

In questo modo, gli scatti di anzianità costituiscono un incentivo a rimanere a lungo nell’organizzazione e a migliorare continuamente le proprie competenze e abilità, con ricadute positive per i datori di lavoro, che possono quindi contare su professionisti qualificati, esperti e fedeli. 

Inoltre, gli scatti di anzianità possono avere una funzione di stabilizzazione dell’organizzazione, perché creano un certo grado di prevedibilità e di sicurezza per i dipendenti, che sanno di poter contare su un aumento periodico dello stipendio in base all’anzianità di servizio.

Chi ha diritto agli scatti di anzianità?

Come abbiamo visto, gli scatti di anzianità sono regolati dalla contrattazione collettiva, di conseguenza in linea generale i dipendenti che lavorano in un’azienda e che hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato ne hanno diritto, nelle modalità espresse nel proprio CCNL.

Detto questo è importante sottolineare un elemento fondamentale: gli scatti di anzianità non sono un diritto automatico garantito a prescindere a tutte le lavoratrici e i lavoratori, ma solo a coloro il cui contratto di lavoro lo prevede. Quindi, prima di chiedere il riconoscimento di questo tipo di incremento salariale al proprio datore di lavoro è necessario verificare che questo sia indicato nel Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di riferimento, oppure rivolgersi al sindacato del settore o ai delegati della propria azienda

Di solito, gli scatti di anzianità sono legati al tempo di servizio effettivamente prestato dall’individuo all’interno dell’organizzazione assunto con un contratto di lavoro subordinato, a tempo determinato o indeterminato. Sono, quindi, esclusi collaboratori coordinati e continuativi, lavoratori autonomi, tirocinanti e stagisti

Sono previsti, invece, per i contratti di lavoro part-time; in questo caso, però, l’importo dello scatto sarà proporzionale alla ridotta entità della prestazione lavorativa.

In alcuni casi, possono essere differenziati in base alla categoria professionale del dipendente o alla posizione occupata all’interno dell’organizzazione, con un incremento in busta paga maggiore in proporzione al livello di inquadramento.

Come funzionano gli scatti di anzianità?

Il funzionamento degli scatti di anzianità dipende dalla contrattazione collettiva, che può stabilire: 

  • quanti anni sono necessari per la loro maturazione;
  • qual è il limite massimo di scatti che una lavoratrice o un lavoratore può maturare all’interno della medesima organizzazione.

Come abbiamo spiegato, i meccanismi alla base di questo elemento di premialità possono variare di CCNL in CCNL. Ad esempio, il CCNL Unigec/Unimatica prevede che: 

“Ai lavoratori per l’anzianità di servizio maturata presso la stessa azienda o gruppo aziendale (intendendosi per tale il complesso industriale facente capo alla stessa società), indipendentemente da qualsiasi aumento di merito sarà corrisposto per ogni biennio, e fino a un massimo di 5 bienni, un aumento in cifra fissa differenziata per ciascun livello retributivo.” 

Ad ogni scatto può corrispondere un aumento della retribuzione differente, indicato in busta paga. 

Ricordiamo che, fatte alcune eccezioni, gli scatti di anzianità si maturano tenendo conto anche di assenze per malattia, permessi retribuiti, ferie, infortuni, congedi (paternità e maternità), aspettative.

Detto questo, è utile sottolineare un aspetto: gli scatti di anzianità non si sommano agli aumenti di stipendio previsti da un cambio di livello all’interno della stessa organizzazione. 

Cosa vuol dire? Che se il dipendente fa uno scatto di carriera in senso verticale, passando quindi a un livello superiore, l’aumento previsto per anzianità viene assorbito da quello riconosciuto per la nuova posizione lavorativa

Quanti sono gli scatti di anzianità?

Ogni Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro stabilisce ogni quanto si matura uno scatto di anzianità e qual è il limite massimo di aumenti ai quali si può aspirare nel corso della proprio vita lavorativa presso la medesima organizzazione. 

Abbiamo riportato prima l’esempio del CCNL Unigec/Unimatica, che prevede uno scatto ogni due anni, per un massimo di 5 scatti totali. Per ulteriori dettagli invitiamo a rivolgersi al proprio sindacato di riferimento o ai delegati aziendali.

Come si calcolano gli scatti di anzianità in busta paga?

L’entità dell’aumento riconosciuto a lavoratrici e lavoratori a ogni scatto di anzianità è fissata dai CCNL, con alcune inevitabili differenze. 

Di solito, il valore dell’aumento salariale è espresso in percentuale rispetto allo stipendio base o in cifra fissa, e indicato in genere all’interno di una tabella dettagliata. 

Facciamo un esempio. Supponiamo che un dipendente abbia uno stipendio base di 1.500 euro e che il contratto collettivo preveda uno scatto di anzianità del 3% ogni 5 anni di servizio

Se il dipendente ha prestato servizio per 5 anni, avrà diritto a uno scatto di anzianità pari al 3% dello stipendio base, ovvero 45 euro (1.500 euro x 3% = 45 euro). In questo caso, lo stipendio mensile del dipendente sarà di 1.545 euro.

Dopo 10 anni di servizio avrà invece diritto a due scatti di anzianità; in questo caso, lo stipendio sarà di 1.590 euro (1.500 euro + 45 euro + 45 euro = 1.590 euro).

L’ammontare dell’incremento varia a seconda del livello di inquadramento del dipendente.

Da segnalare il fatto che gli scatti di anzianità vengono inclusi anche nel calcolo della tredicesima e quattordicesima, e anche nel TFR.

Come vedere gli scatti di anzianità in busta paga?

Abbiamo visto, quindi, che gli scatti di anzianità si traducono in incrementi salariali, ovvero delle somme che vanno a sommarsi al computo della retribuzione mensile della lavoratrice e del lavoratore.

Di conseguenza, la somma è indicata in busta paga, in genere separatamente dallo stipendio base ed è evidenziata come un aumento salariale specifico

Per individuarli è sufficiente controllare il cedolino ricevuto dal datore di lavoro mensilmente, nella sezione che contiene le componenti fisse della retribuzione, quindi nella parte alta, accanto alla paga base, in genere in una casella denominata proprio “Scatti” o simili. 

Per approfondire, invitiamo a leggere il nostro articolo Come leggere una busta paga

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