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Congedo parentale 2024: tutte le novità

Categoria: Welfare
Feb 8, 2024
Redazione
Congedo parentale 2024 tutte le novità

Il congedo parentale è un beneficio che riguarda lavoratori e lavoratrici dipendenti, una opportunità per prendersi cura dei figli più piccoli, preservando sia il posto di lavoro che parte del reddito percepito. 

Si tratta di un sostegno alla conciliazione vita-famiglia, che negli anni si è evoluto, ampliando i diritti riconosciuti sia in termini temporali che finanziari.

In questo articolo vedremo cos’è il congedo parentale e quali sono le caratteristiche principali di questo beneficio. Scopriremo, poi, le novità che nel 2023 e nel 2024 sono state introdotte in relazione all’indennità corrisposta alle lavoratrici e ai lavoratori che usufruiscono di questa forma di astensione dal lavoro.

Analizzeremo, infine, le modalità di domanda per ottenere il congedo e quali sono le opportunità aggiuntive in casa di adozione/nascita di figli/figlie, offerte dall’Ente Bilaterale Enfea.

Cos’è il congedo parentale?

Partiamo dalla definizione di congedo parentale fornita dall’INPS:

“Il congedo parentale è un periodo di astensione facoltativa dal lavoro concesso ai genitori per prendersi cura del bambino nei suoi primi anni di vita e soddisfarne i suoi bisogni affettivi e relazionali.” 

Si tratta di un beneficio che presenta le seguenti caratteristiche:

  • riguarda entrambi i genitori;
  • è facoltativo;
  • può essere fruito fino ai 12 anni del figlio/figlia o entro 12 anni dall’ingresso in famiglia in caso di adozione;
  • può essere utilizzato da entrambi i genitori contemporaneamente e il padre può farne uso anche durante il periodo di maternità obbligatoria della madre.

L’astensione riguarda i lavoratori e le lavoratrici dipendenti, può essere continua o frazionata (in mesi, settimane, giorni o addirittura ore) e spetta per un periodo massimo di:

  • 6 mesi per la madre;
  • 6 mesi per il padre, che possono diventare 7 in caso di astensione dal lavoro per un periodo di almeno 3 mesi.

Complessivamente, i genitori possono assentarsi dal lavoro per un massimo di 10 mesi, che sale a 11 nel caso in cui il padre fruisca del beneficio per un periodo di almeno 3 mesi.

11 mesi spettano anche al genitore solo, una madre o un padre cioè che si occupano in via esclusiva dei figli, ad esempio perché l’altro genitore è morto oppure è stato privato della patria potestà.

Si ricorda che condizioni di miglior favore possono essere definite dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro dagli accordi aziendali rivolgendosi al proprio sindacato o delegato sindacale se presente in azienda.

Leggi anche il nostro articolo Come funziona il congedo di maternità INPS?.

Congedo parentale 2024: cosa cambia?

Veniamo al cuore delle novità introdotte per il 2024: la retribuzione riconosciuta ai genitori che utilizzano il congedo parentale.

Ai genitori lavoratori dipendenti spetta un’indennità pari al 30% della retribuzione media giornaliera, calcolata in base alla retribuzione del mese precedente l’inizio del periodo di congedo, entro i 12 anni di età del bambino (o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento) e per un periodo massimo complessivo (dunque sommando i congedi di madre e padre) di 9 mesi.

Per i periodi di congedo successivi ai 9 mesi indennizzati (cioè il 10° e l’eventuale 11° mese), l’indennità pari al 30% della retribuzione media giornaliera viene concessa solo se il reddito individuale del genitore richiedente è inferiore a 2,5 volte l’importo annuo del trattamento minimo di pensione. In caso contrario, gli ultimi due mesi danno diritto ad un congedo non retribuito.

In merito all’importo dell’indennità, la Legge di Bilancio 2023 ha previsto che per un mese l’indennità riconosciuta salga all’80% della retribuzione media globale giornaliera:

  • per un mese complessivo, da ripartire tra entrambi i genitori;
  • l’indennità all’80% può essere utilizzata entro il sesto anno di vita (o di ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento).

La Legge di Bilancio 2024 ha poi introdotto un incremento dell’indennità dal 30% all’80% per un ulteriore mese e soltanto per il 2024.

Tuttavia, a partire dal 2025, la percentuale dell’indennità per il secondo mese si ridurrà al 60%, mentre i mesi successivi manterranno la solita percentuale del 30%

Ricordiamo, inoltre, che l’indennità maggiorata all’80% deve riguardare i primi periodi di congedo e che condizioni di miglior favore possono essere definite dai contratti collettivi nazionali di lavoro o dagli accordi aziendali rivolgendosi al proprio sindacato o delegato sindacale se presente in azienda.

Domanda di congedo parentale: come fare?

La domanda di congedo parentale deve essere inoltrata prima dell’inizio del periodo di congedo richiesto. Dunque, nel caso in cui venga presentata in una data successiva, l’indennità spetterà solo per i giorni di congedo successivi alla data di presentazione della domanda. 

Per le lavoratrici e i lavoratori dipendenti, l’indennità è anticipata dal datore di lavoro.

La domanda deve essere presentata esclusivamente in via telematica attraverso uno dei seguenti canali:

  • online attraverso il portale INPS accedendo attraverso le proprie credenziali SPID, CIE o CNS;
  • telefonicamente con il contact center al numero 803164 (gratuito da rete fissa) oppure 06164164 da rete mobile;
  • rivolgendosi a enti di patronato INCA CGIL, INAS CISL, ITAL UIL, attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.

L’INPS precisa che:

“La procedura per la presentazione delle domande di congedo parentale è unica. Non è infatti necessaria l’indicazione di quale percentuale di indennità sia da applicare al periodo richiesto, in quanto devono essere indennizzati all’80% i primi periodi successivi alla conclusione del congedo di maternità o, in alternativa, di paternità con le consuete modalità.”

In sostanza sarà il sistema informativo INPS a stabilire, sulla base dell’ordine cronologico delle richieste della madre e del padre, quali sono le percentuali da applicare all’indennità da corrispondere.

Per approfondire tutti gli aspetti tecnici vai alla pagina del sito INPS dedicata all’Indennità di congedo parentale per lavoratrici e lavoratori dipendenti.

Le prestazione dell’Ente Bilaterale Enfea

L’Ente Bilaterale Enfea, in occasione della nascita/adozione di un/a figlio/a, prevede delle prestazioni dedicate direttamente a lavoratrici/lavoratori oppure alle aziende

Per quanto concerne le persone dipendenti, Enfea consente la richiesta di un contributo in occasione del lieto evento, corrispondendo un trattamento economico di sostegno al reddito, pari a 1.000 euro una tantum

Per richiedere il contributo è sufficiente presentare un certificato di nascita/adozione entro un anno dalla nascita o ingresso in famiglia. 

Per le aziende è invece previsto un contributo da destinare alla formazione delle lavoratrici madri, al fine di agevolare il reinserimento lavorativo dopo il congedo di maternità

Il contributo viene erogato sotto forma di rimborso delle spese sostenute per un importo pari a 500 euro, da richiedere entro 3 mesi dalla conclusione del percorso formativo. 

Per conoscere tutte le prestazioni erogate dall’Ente Bilaterale Enfea a lavoratrici, lavoratori e aziende, invitiamo a consultare il sito web, cliccando qui.

ENFEA è l’ente bilaterale costituito da CONFAPI e CGIL, CISL e UIL a cui aderiscono le imprese che applicano i CCNL UNIGEC/UNIMATICA, UNIONCHIMICA, UNITAL, CONFAPI ANIEM, UNIONTESSILE e UNIONALIMENTARI.

Scopri le prestazioni che Enfea ha pensato per le imprese e per i lavoratori della pmi!