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Cosa succede in caso di infortunio sul lavoro?

Categoria: Lavoro
Mag 30, 2024
Redazione
Cosa succede in caso di infortunio sul lavoro

Un infortunio sul lavoro è un evento che può avere conseguenze sulla lavoratrice e sul lavoratore, a partire dall’inabilità temporanea al lavoro per poi passare a impatti ben più gravi, come l’inabilità permanente o addirittura la morte.

In questo articolo vedremo qual è la normativa che detta le regole circa la gestione pratica, burocratica ed economica degli infortuni sul lavoro, approfondendo anche quali eventi possono essere considerati effettivamente tali.

Scopriremo, poi, cos’è l’INAIL e quali sono le previsioni di legge circa la retribuzione nel periodo di assenza dal lavoro per infortunio, nonché le indennità riconosciute dall’Istituto.

Approfondiremo, infine, gli obblighi che riguardano lavoratore e datore di lavoro, al fine di gestire correttamente l’iter legato agli infortuni.

Infortunio sul lavoro: cos’è e normativa di riferimento

La normativa di riferimento è da ricercare nel DPR n. 1124/1965, poi modificato dal D.Lgs. n. 38/2000, ovvero il Testo Unico delle disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

Il Testo Unico afferma che sono considerati infortuni sul lavoro gli eventi che soddisfano le seguenti condizioni:

  • causa violenta: l’infortunio deve essere causato da un evento violento, ossia un evento esterno, improvviso e imprevisto, che provoca un danno fisico o psichico al lavoratore;
  • occasione di lavoro: l’infortunio deve avvenire in occasione di lavoro, ovvero durante lo svolgimento dell’attività lavorativa o in situazioni strettamente connesse al lavoro. Dunque sono comprese anche le attività preparatorie, accessorie e complementari al lavoro stesso;
  • lesione o danno: l’infortunio deve comportare una lesione fisica o psichica che provoca la morte, un’inabilità temporanea al lavoro superiore a tre giorni, o un’inabilità permanente, parziale o totale.

Oltre agli infortuni che avvengono durante l’esecuzione delle mansioni lavorative, sono riconosciuti come tali anche:

  • infortuni in itinere: quelli cioè che si verificano durante il normale percorso di andata e ritorno tra il luogo di residenza e il luogo di lavoro, o tra due diversi luoghi di lavoro, purché il percorso sia il più diretto possibile;
  • infortuni per missione: si tratta di quelli che avvengono durante lo svolgimento di una trasferta o di un incarico fuori sede, purché siano legati alle mansioni lavorative;
  • infortuni durante la pausa: in alcuni casi, gli infortuni avvenuti durante le pause di lavoro (come la pausa pranzo), se tali pause sono considerate parte integrante dell’orario di lavoro o avvengono in luoghi di pertinenza dell’azienda.

Gli infortuni devono essere denunciati all’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro), che si occupa di gestire l’assicurazione obbligatoria e fornire assistenza economica e sanitaria ai lavoratori infortunati.

Infortunio sul lavoro: indennità INAIL

L’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) è l’ente pubblico che si occupa di gestire l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Per quanto concerne le prestazioni economiche, il datore di lavoro ha l’obbligo di riconoscere alla lavoratrice o al lavoratore:

  • il 100% della sua normale retribuzione giornaliera per il giorno in cui è avvenuto l’infortunio;
  • il 60% della retribuzione, fino al terzo giorno successivo al giorno dell’evento, denominato “periodo di carenza”, a meno che il CCNL di riferimento preveda condizioni retributive differenti.

Dal quarto giorno in poi, scatta l’indennità INAIL:

  • al 60% della retribuzione media giornaliera del lavoratore, per i primi tre mesi (per la precisione dal 4° al 90° giorno);
  • al 75% della retribuzione a partire dal 91° giorno e fino alla guarigione.

Se il danno è permanente, e porta a una menomazione della vittima di infortunio, l’INAIL riconosce inoltre:

  • una prestazione economica detta “indennizzo in capitale”, erogata in una unica soluzione, nel caso di menomazione permanente di entità superiore al 6% ed entro il 15%;
  • se, invece, la menomazione è compresa tra il 16% e il 100%, l’indennizzo viene erogato sotto forma di rendita.

Gli importi erogati sono definiti nelle tabelle inserite nel DM 12 luglio 2000 come modificato dal DM 45/2019.

Per approfondire quest’ultimo tema, invitiamo a consultare anche il nostro articolo A chi spetta l’assegno ordinario di invalidità?.

Cosa deve fare il lavoratore in caso in infortunio?

Cosa fare in caso di infortunio? La legge prevede specifiche procedure affinché i lavoratori e le aziende possano far valere i propri diritti ed espletare i doveri nei confronti dell’INAIL.

Partiamo dai passaggi che riguardano la lavoratrice o il lavoratore vittima di infortunio:

  • segnalazione al datore di lavoro, o al supervisore preposto, di quanto accaduto e qualunque sia la gravità dell’infortunio;
  • richiesta di assistenza medica, recandosi al pronto soccorso o presso una struttura sanitaria, nei casi meno gravi, o chiamando direttamente l’ambulanza nei casi più gravi, in modo da ottenere le prime cure che si rendono necessarie;
  • richiesta del certificato medico attestante la natura e la gravità dell’infortunio, oltre ai giorni di prognosi;
  • consegna del certificato medico al datore di lavoro, un passaggio fondamentale per l’avvio dell’iter di denuncia all’INAIL, dunque deve essere fatto tempestivamente;
  • recarsi al patronato – INCA CGIL, INAS CISL, ITAL UIL perché segua tutta la pratica di infortunio che l’impresa denuncia all’INAIL. L’ente di Patronato, infatti, è titolato a dare consigli e suggerimenti e seguire l’iter della pratica che, in alcuni casi, può portare anche alla necessità di promuovere ricorsi nei confronti dell’INAIL;
  • denuncia all’INAIL, uno step da gestire in collaborazione con il datore di lavoro, che come vedremo è il soggetto effettivamente obbligato a portare avanti questo adempimento; tuttavia è il lavoratore che deve fornire tutte le informazioni in suo possesso per ricostruire la dinamica dell’incidente;
  • rispetto delle indicazioni mediche, dai giorni di riposo alle terapie che si rendano necessarie per un pieno recupero;
  • comunicazione dei progressi o dei cambiamenti, informando azienda e INAIL di eventuali novità rispetto a quanto dichiarato nella denuncia (ad esempio allungamento della prognosi);
  • rispetto delle visite di controllo che possono essere eventualmente richieste dall’INAIL e/o dal datore di lavoro.

Per gestire correttamente le pratiche di infortunio, è basilare che la lavoratrice o il lavoratore abbia ben presente il rispetto di questi passaggi, altrimenti potrebbe non riuscire a far valere i propri diritti in termini di assistenza e indennità.

Cosa deve fare l’azienda in caso di infortunio? 

Veniamo, ora, agli obblighi in capo all’azienda, a cui abbiamo solo accennato osservando quelli del lavoratore. 

Nel dettaglio:

  • se il lavoratore ha il dovere di comunicare tempestivamente l’accaduto, l’azienda ha di contro l’obbligo di prestare il primo soccorso al lavoratore infortunato, eventualmente trasportandolo al pronto soccorso o chiamando i soccorsi (ambulanza e vigili del fuoco) ove le procedure di sicurezza interne non siano disponibili o sufficienti;
  • comunicazione dell’infortunio all’INAIL entro due giorni dall’evento, compilando il modulo di denuncia di infortunio, nel caso in cui comporti un’assenza dal lavoro superiore a tre giorni;
  • in caso di infortuni gravi (cioè di pericolo di vita o di morte per il lavoratore), l’azienda ha anche l’obbligo di informare immediatamente le forze dell’ordine del luogo dove è avvenuto l’infortunio, poiché le ripercussioni non sono esclusivamente mediche i assistenziali, ma si rendono necessarie vere e proprie indagini per accertare dinamiche e responsabilità;
  • annotazione dell’infortunio nell’apposito registro che l’azienda deve tenere obbligatoriamente e mettere a disposizione degli organi di vigilanza e dell’INAIL;
  • avvio dell’indagine interna, volta a ricostruire le dinamiche e ad attivare le procedure necessarie affinché l’evento non si ripeta;
  • produzione di tutta la documentazione necessaria da fornire nel corso di eventuali ispezioni o indagini.

Oltre a questi obblighi, l’azienda ha anche quello di informazione e formazione del personale sui rischi specifici legati all’attività lavorativa e sulle misure di prevenzione e protezione adottate

Queste ultime, è bene ricordarlo, sono attività da svolgere indipendentemente dal verificarsi o meno di un infortunio, anzi il loro obiettivo è proprio quello di limitare e mitigare i rischi specificamente connessi alla mansione svolta in azienda.

Se il datore di lavoro non adempie a detti obblighi, incorre in sanzioni amministrative e addirittura penali, nei casi più gravi.

ENFEA è l’ente bilaterale costituito da CONFAPI e CGIL, CISL e UIL a cui aderiscono le imprese che applicano i CCNL UNIGEC/UNIMATICA, UNIONCHIMICA, UNITAL, CONFAPI ANIEM, UNIONTESSILE e UNIONALIMENTARI.

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