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Come funziona il congedo matrimoniale

Categoria: Lavoro
Ott 18, 2023
Redazione
Come funziona il congedo matrimoniale

Quando una lavoratrice o un lavoratore si sposa, oppure si unisce civilmente, matura il diritto a un periodo extra di congedo dal lavoro, oltre a quelli normalmente previsti nell’anno, denominato congedo matrimoniale o licenza matrimoniale

Si tratta di alcuni giorni di pausa utili, ad esempio, a fare il viaggio di nozze senza intaccare le ferie, oppure a pianificare un periodo di astensione più lungo unendo ferie estive e congedo matrimoniale.

In questo articolo vedremo cos’è il congedo matrimoniale, chi ne ha diritto, e se può essere concesso anche a chi non lavora e in quali casi.

Scopriremo poi quanto dura, come e da chi viene pagato e fino a quando è possibile usufruirne. Infine, analizzeremo il caso particolare dei lavoratori residenti in Italia ma che si sposano all’estero.

Cos’è il congedo matrimoniale e chi ne ha diritto

Il congedo matrimoniale rientra tra i permessi retribuiti, e consiste in un periodo di assenza dal lavoro a seguito di matrimonio o unione civile della lavoratrice o del lavoratore.

Si tratta di un diritto introdotto nel nostro Paese nel 1937, inizialmente garantito ai soli impiegati, poi esteso agli operai nel 1941. 

Attualmente, coinvolge i contratti collettivi nazionali di qualsiasi settore, pubblico o privato, indipendentemente dal livello della lavoratrici o del lavoratore.

Con l’introduzione, attraverso la legge 76/2016, dell’istituto dell’unione civile, che regola le formazioni sociali costituite da persone dello stesso sesso, nel 2016 il congedo matrimoniale è stato esteso anche a questa unione.

Come accennato prima, questo periodo di congedo viene concesso in aggiunta alle ferie, dunque sono dei giorni di pausa in più riconosciuti soltanto al lavoratore dipendente che:

  • si sposa;
  • si unisce civilmente.

Questo diritto riguarda anche i lavoratori disoccupati, sospesi e richiamati alle armi, nel caso in cui:

  • ci sia stato un valido rapporto di lavoro della durata di almeno 15 giorni nei 90 precedenti la data del matrimonio;
  • siano state presentate dimissioni per sposarsi/unirsi civilmente;
  • ci sia stato un licenziamento per cessata attività dell’azienda;
  • ci siano state assenze dal lavoro per giustificato motivo (ad esempio per malattia del lavoratore).

Quanto dura il congedo matrimoniale e come viene pagato

Il lavoratore ha diritto di percepire il medesimo compenso che riceve nei giorni in cui presta la propria attività lavorativa, per un periodo di 15 giorni

In linea generale, è il datore di lavoro a corrispondere al lavoratore la normale retribuzione. Tuttavia, per le imprese industriali, artigiane o cooperative, il pagamento può avvenire in due parti:

  • un assegno a carico dell’INPS per 7 giorni, anticipato dal datore di lavoro e conguagliato successivamente dall’istituto di previdenza;
  • la retribuzione dei restanti 8 giorni viene integrata dal datore di lavoro, come prevede la contrattazione collettiva.

Il congedo matrimoniale rientra fra i giorni utili a:

I 15 giorni sono da considerarsi di calendario e consecutivi, dunque non si tratta di soli giorni lavorativi (weekend e festivi sono inclusi nel conteggio).

Non è possibile usufruire della cosiddetta licenza matrimoniale durante le ferie o nel periodo di preavviso del licenziamento

Si ricorda, inoltre, che ulteriori condizioni di miglior favore possono essere previste dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro e/o dalla contrattazione aziendale integrativa.

Come si richiede il congedo matrimoniale

Per ottenere il congedo matrimoniale occorre fare domanda all’ufficio del personale dell’azienda presso cui si lavora, con almeno sei giorni di anticipo rispetto alla data in cui il permesso dovrebbe avere inizio.

Per farne richiesta all’INPS, invece, occorre in alternativa: 

  • presentare la domanda al datore di lavoro alla fine del congedo, entro massimo sessanta giorni dalle nozze;
  • rivolgersi direttamente all’INPS, attraverso il servizio online dedicato, entro un anno se si tratta di disoccupati o richiamati alle armi. 

Una volta rientrati al lavoro, alla domanda va allegato il certificato di matrimonio.

L’INPS tuttavia, con circolare 79/1982, ha chiarito che, nel caso in cui gli uffici comunali non riescano a rilasciare tale certificato nei tempi previsti dalla legge, il dipendente può presentare una dichiarazione sostitutiva che andrà comunque integrata con il certificato non appena questo sarà disponibile.

Entro quando si può usare il congedo matrimoniale?

I 15 giorni consecutivi di licenza matrimoniale solitamente possono essere fruiti a partire dal terzo giorno antecedente il matrimonio

Però, se il congedo non può essere fruito per problematiche aziendali, il datore di lavoro deve concederlo entro 30 giorni dal matrimonio/unione civile.

In merito a quest’ultimo lasso di tempo, tuttavia, occorre dire che esiste il concetto giuridico di “miglior favore”, che rende possibile al datore di lavoro la concessione del permesso anche in altri momenti, distanti dalle nozze, nel caso in cui il lavoratore ne abbia necessità. Un esempio potrebbe essere quello di un matrimonio in inverno e un viaggio di nozze in estate, magari per prolungare il congedo unendo anche delle ferie.

Ma cosa succede se non si fruisce di tutti i giorni di congedo? In questo caso parliamo di congedo matrimoniale non goduto, e per il datore di lavoro comporta la retribuzione dei giorni residui, anche nel caso in cui sia stato il dipendente a decidere di rientrare al lavoro anzitempo.

Congedo per matrimonio all’estero

Il congedo matrimoniale fin qui illustrato è valido anche se le nozze sono celebrate all’estero purché sussistano i seguenti requisiti:

  • l’azienda presso cui lavora il richiedente è italiana e regolarmente iscritta in Camera di Commercio (anche se il lavoratore è assunto presso una filiale estera);
  • il richiedente è in possesso della residenza in Italia prima che avvengano le nozze;
  • l’acquisizione dello stato di coniugato deve avvenire anche nel nostro Paese.

Per fruire del congedo occorre consegnare al datore di lavoro:

  • certificato di matrimonio rilasciato dall’autorità estera competente, che deve essere tradotto e riconosciuto presso la rappresentanza diplomatica italiana;
  • certificato anagrafico rilasciato dal proprio Comune di residenza, che dimostri che il richiedente è regolarmente coniugato con la persona citata nel documento rilasciato dall’autorità estera.

In generale è sempre meglio pianificare e concordare per tempo il periodo di congedo matrimoniale in modo da fruirne pienamente e come meglio si desidera.

ENFEA è l’ente bilaterale costituito da CONFAPI e CGIL, CISL e UIL a cui aderiscono le imprese che applicano i CCNL UNIGEC/UNIMATICA, UNIONCHIMICA, UNITAL, CONFAPI ANIEM, UNIONTESSILE e UNIONALIMENTARI.

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