Quando si pensa a un contratto di lavoro l’attenzione ricade in misura maggiore su alcuni fattori di tipo economico, in particolare il salario, la retribuzione oraria, gli straordinari, la tredicesima e la quattordicesima, insomma quello che troviamo di solito nella busta paga.
Certo, sono elementi fondamentali, dai quali dipende il sostentamento di lavoratori e famiglie, ma non sono gli unici ai quali puntare. Esistono, infatti, altri fattori, altrettanto importanti, da considerare; benefici che rientrano a pieno titolo in quello che viene definito welfare contrattuale.
Si tratta, come vedremo nel dettaglio più avanti nel corso dell’articolo, di benefit garantiti ai lavoratori dai CCNL di categoria e che, messi insieme, creano una rete di supporto socio-economico (e sanitario) tale da migliorare la qualità della vita di chi ne gode.
D’altronde, il termine inglese welfare corrisponde all’italiano benessere, di conseguenza con welfare contrattuale si intende una serie di benefici capaci di favorire o migliorare il benessere dei lavoratori.
Ma andiamo per gradi e cerchiamo di capire cos’è il welfare contrattuale, quali sono i benefit principali e perché sono così importanti.
Indice dei contenuti
Cos’è il welfare contrattuale
Il welfare contrattuale consiste in una forma di welfare che trae origine da un contratto, sia esso individuale o collettivo (nazionale, territoriale o aziendale).
In genere, con questa espressione si fa riferimento a un insieme di prestazioni la cui fonte è la contrattazione collettiva piuttosto che il contratto individuale. Si parla, infatti, anche di welfare negoziale.
Semplificando, il welfare contrattuale è un insieme di prestazioni o benefici del quale il lavoratore può usufruire, nelle modalità stabilite dagli accordi aziendali, individuali o collettivi, in grado di fornire una risposta ai bisogni sociali che si manifestano nel corso della vita.
I vantaggi per l’azienda e i lavoratori
La gestione e la fornitura dei benefici rientranti nella definizione di welfare contrattuale rappresentano, di fatto, un costo per le imprese, che devono sostenere alcune spese per garantire ai lavoratori quanto dovuto.
Si tratta, però, di un investimento e non di un costo vivo, perché la presenza di un insieme di beni e servizi aggiuntivi contribuisce a creare un ambiente lavorativo positivo, nel quale i lavoratori si sentono tutelati e in cui è più gratificante svolgere le proprie mansioni.
Il risultato è un aumento della produttività, fondamentale per le imprese, senza dimenticare i vantaggi fiscali che l’Erario riconosce a questi benefit.
Cosa prevede il welfare contrattuale
Abbiamo visto che il welfare contrattuale consiste in un insieme di prestazioni, opere e servizi corrisposti al dipendente, aventi finalità di rilevanza sociale.
Ma di cosa si tratta?
Beh, rientrano nella sfera del welfare contrattuale beni e servizi a carattere previdenziale, assicurativo, sociale, ricreativo, sanitario, educativo e formativo.
Cioè? Ecco un elenco delle principali forme di welfare contrattuale:
- buoni pasto;
- mensa aziendale;
- corsi di formazione;
- polizze integrative;
- fondi pensione integrativi, come Fondapi;
- assistenza sanitaria integrativa, come Enfea Salute;
- rimborso di spese scolastiche o rette per asili nido;
- accesso a mutui e prestiti agevolati;
- assistenza agli anziani o non autosufficienti a carico;
- servizi di baby sitting;
- iniziative a sostegno di un maggiore work life balance, come lo smart working;
- servizi di trasporto collettivo per il raggiungimento del posto di lavoro.
Servizi come l’assistenza sanitaria integrativa si sono dimostrati essenziali durante la pandemia, periodo in cui la rinuncia alle cure è aumentata a dismisura a causa della saturazione delle strutture ospedaliere pubbliche.
Poter accedere ad esami e accertamenti diagnostici presso strutture convenzionate, accorciando sensibilmente i tempi di attesa, e ricevendo una copertura totale e/o parziale delle spese, ha fatto davvero la differenza per moltissimi lavoratori.
Un ruolo essenziale è ricoperto anche dai Fondi di previdenza complementare, che consentono ai lavoratori di costruire la propria rendita integrativa per quando andranno in pensione, purtroppo con assegni pensionistici futuri che si preannunciano troppo bassi per garantire un determinato tenore di vita.
Conclusioni
Un contratto di lavoro non è composto solo dalla parte economica diretta, quindi dallo stipendio, ma può essere arricchito da una serie di beni e servizi integrativi di fondamentale importanza.
I lavoratori non hanno bisogno solo di essere retribuiti per le prestazioni professionali, meritano un supporto aggiuntivo che contribuisca a rendergli la vita migliore anche al di fuori delle quattro mura del luogo di lavoro.
Il welfare contrattuale va in questa direzione, ed è uno strumento straordinario.