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Tutto quello che c’è da sapere sul welfare contrattuale

Categoria: Welfare
Apr 13, 2022
Redazione
Tutto quello che c'è da sapere sul welfare contrattuale

Quando si pensa a un contratto di lavoro l’attenzione ricade in misura maggiore su alcuni fattori di tipo economico, in particolare il salario, la retribuzione oraria, gli straordinari, la tredicesima e la quattordicesima, insomma quello che troviamo di solito nella busta paga.

Certo, sono elementi fondamentali, dai quali dipende il sostentamento di lavoratori e famiglie, ma non sono gli unici ai quali puntare. Esistono, infatti, altri fattori, altrettanto importanti, da considerare; benefici che rientrano a pieno titolo in quello che viene definito welfare contrattuale

Si tratta, come vedremo nel dettaglio più avanti nel corso dell’articolo, di benefit garantiti ai lavoratori dai CCNL di categoria e che, messi insieme, creano una rete di supporto socio-economico (e sanitario) tale da migliorare la qualità della vita di chi ne gode

D’altronde, il termine inglese welfare corrisponde all’italiano benessere, di conseguenza con welfare contrattuale si intende una serie di benefici capaci di favorire o migliorare il benessere dei lavoratori

Ma andiamo per gradi e cerchiamo di capire cos’è il welfare contrattuale, quali sono i benefit principali e perché sono così importanti. 

Cos’è il welfare contrattuale

Il welfare contrattuale consiste in una forma di welfare che trae origine da un contratto, sia esso individuale o collettivo (nazionale, territoriale o aziendale). 

In genere, con questa espressione si fa riferimento a un insieme di prestazioni la cui fonte è la contrattazione collettiva piuttosto che il contratto individuale. Si parla, infatti, anche di welfare negoziale

Semplificando, il welfare contrattuale è un insieme di prestazioni o benefici del quale il lavoratore può usufruire, nelle modalità stabilite dagli accordi aziendali, individuali o collettivi, in grado di fornire una risposta ai bisogni sociali che si manifestano nel corso della vita.

I vantaggi per l’azienda e i lavoratori

Per i dipendenti, il welfare contrattuale è un vantaggio concreto che aiuta ad aumentare il potere d’acquisto e a ridurre le spese mensili, con un impatto positivo sia sul reddito che sul benessere generale.

Per quanto riguarda le imprese, invece, la gestione e la fornitura dei benefici rientranti nella definizione di welfare contrattuale rappresentano, tecnicamente, un costo per le imprese, che devono sostenere alcune spese per garantire ai lavoratori quanto dovuto, come previsto da contratto. 

Tuttavia, non andrebbe considerato come un costo vivo quanto piuttosto come un investimento, perché, come abbiamo visto, la presenza di un insieme di beni e servizi aggiuntivi contribuisce a creare un ambiente lavorativo positivo, nel quale i lavoratori si sentono tutelati e in cui è più gratificante svolgere le proprie mansioni. 

I risultati sono molteplici:

  • un aumento della produttività, fondamentale per le imprese,;
  • una maggiore fidelizzazione dei migliori talenti, che saranno invogliati a restare in azienda, anche grazie ai benefici riconosciuti attraverso il welfare contrattuale;
  • senza dimenticare i vantaggi fiscali che l’Erario riconosce a questi benefit.

Si tratta, dunque, di una forma di welfare obbligatorio che però le aziende possono utilizzare come leva di attrazione dei lavoratori.

Differenza tra welfare contrattuale e welfare aziendale

Il welfare aziendale e il welfare contrattuale sono due concetti strettamente legati, ma distinti, nell’ambito delle politiche di sostegno ai lavoratori. Per comprenderne la relazione, è essenziale analizzarne le caratteristiche specifiche e il modo in cui si intrecciano.

Il welfare aziendale comprende l’insieme di iniziative e benefici che un’azienda può offrire ai propri dipendenti per migliorarne il benessere e la qualità della vita lavorativa. Questi possono includere flessibilità oraria, servizi sanitari integrativi, buoni pasto o programmi di formazione professionale. La sua peculiarità risiede nella discrezionalità dell’impresa, che decide autonomamente quali misure adottare, come strutturarle e come erogarle.

Il welfare contrattuale, invece, rappresenta una forma specifica di welfare aziendale, regolata da accordi contrattuali. In questo caso, i benefit e le modalità di erogazione vengono stabiliti attraverso una negoziazione tra l’azienda e le rappresentanze dei lavoratori e formalizzati all’interno di un contratto. Quest’ultimo definisce in modo chiaro e vincolante le condizioni, i termini e le procedure di attuazione.

La differenza principale riguarda il processo decisionale e il grado di formalizzazione:

  • il welfare aziendale non contrattuale dipende esclusivamente dalla volontà dell’impresa, che può introdurlo senza necessità di accordi formali con i dipendenti;
  • il welfare contrattuale, invece, nasce da una trattativa e viene regolamentato da specifici accordi che ne stabiliscono i diritti e i doveri per entrambe le parti.

Cosa prevede il welfare contrattuale

Abbiamo visto che il welfare contrattuale consiste in un insieme di prestazioni, opere e servizi corrisposti al dipendente, aventi finalità di rilevanza sociale.

Ma di cosa si tratta? 

Beh, rientrano nella sfera del welfare contrattuale beni e servizi a carattere previdenziale, assicurativo, sociale, ricreativo, sanitario, educativo e formativo.

Cioè? Ecco un elenco delle principali forme di welfare contrattuale: 

Servizi come l’assistenza sanitaria integrativa si sono dimostrati essenziali durante la pandemia, periodo in cui la rinuncia alle cure è aumentata a dismisura a causa della saturazione delle strutture ospedaliere pubbliche. 

Poter accedere ad esami e accertamenti diagnostici presso strutture convenzionate, accorciando sensibilmente i tempi di attesa, e ricevendo una copertura totale e/o parziale delle spese, ha fatto davvero la differenza per moltissimi lavoratori.  

Un ruolo essenziale è ricoperto anche dai Fondi di previdenza complementare, che consentono ai lavoratori di costruire la propria rendita integrativa per quando andranno in pensione, poiché gli con assegni pensionistici pubblici futuri si preannunciano troppo bassi per garantire un adeguato tenore di vita per sé e per la propria famiglia. 

Conclusioni

Un contratto di lavoro non è composto solo dalla parte economica diretta, quindi dallo stipendio, ma può essere arricchito da una serie di beni e servizi integrativi di fondamentale importanza. 

I lavoratori non hanno bisogno solo di essere retribuiti per le prestazioni professionali, meritano un supporto aggiuntivo che contribuisca a rendergli la vita migliore anche al di fuori delle quattro mura del luogo di lavoro.  

Il welfare contrattuale va in questa direzione, ed è uno strumento straordinario.

ENFEA è l’ente bilaterale costituito da CONFAPI e CGIL, CISL e UIL a cui aderiscono le imprese che applicano i CCNL UNIGEC/UNIMATICA, UNIONCHIMICA, UNITAL, CONFAPI ANIEM, UNIONTESSILE e UNIONALIMENTARI.

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