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Premi di produttività in azienda: cosa c’è da sapere

Categoria: Lavoro
Dic 6, 2023
Redazione
Premi di produttività in azienda cosa c'è da sapere

I premi di produttività hanno l’obiettivo di creare un buon clima aziendale e un maggior coinvolgimento dei lavoratori nel raggiungimento dei risultati.

Dal punto di vista di lavoratrici e lavoratori, inoltre, queste premialità consentono l’accesso a un incremento del proprio reddito, in presenza di agevolazioni fiscali o di esenzione totale dal pagamento delle imposte, a seconda della forma del premio erogato.

In questo articolo vedremo cosa sono i premi di produttività in azienda, a chi spetta questa tipologia di beneficio, quali forme contrattuali la prevedono e quali sono i vincoli per accedere ai vantaggi fiscali. 

Scopriremo, poi, come è regolata la tassazione agevolata dei premi di produttività e quali sono i dati ministeriali aggiornati sui contratti che li prevedono.

Cosa sono i premi di produttività in azienda?

I premi di produttività sono integrazioni della retribuzione di base, che generalmente consistono in compensi aggiuntivi rispetto al salario.

Il loro nome è dovuto al legame con gli incrementi di produttività dell’azienda per cui quest’ultima riconosce ai dipendenti un compenso, condividendo dunque i benefici finanziari derivanti da una crescita dell’attività nel suo insieme.

L’ammontare dei premi e i criteri di calcolo per determinarne l’importo cambiano a seconda della contrattazione in azienda (ecco perché la contrattazione aziendale è alla base di questa tipologia di beneficio).

Gli obiettivi di produzione da raggiungere possono poi essere di tipo economico, come un incremento di fatturato, quantitativo o qualitativo rispetto alla produzione, ad esempio la crescita del numero dei pezzi prodotti o il conseguimento di standard di qualità più elevati.

Come vengono erogati?

I premi di produttività in azienda possono essere erogati in diverse forme, definite nell’accordo aziendale, tra cui ricordiamo le seguenti:

  • direttamente in busta paga, dunque in denaro, con l’applicazione di una tassazione agevolata per importi fino a 3.000 euro;
  • convertendo l’importo in servizi di welfare aziendale, dunque utilizzandolo per acquistare da un paniere di beni e servizi messi a disposizione dell’azienda quali trasporti, servizi assicurativi e/o previdenziali, buoni spesa, accesso a musei, e così via. In questo caso, l’esenzione fiscale è totale fino a 3.000 euro.

Oltre a quanto descritto sopra sono previste, negli accordi, altre modalità come per esempio:

  • è possibile destinare una parte del premio alla previdenza integrativa;
  • pur non essendo regolata per legge la partecipazione possono esserci accordi aziendali che prevedono la destinazione di azioni ai propri dipendenti.

L’importo del premio di produttività non è fisso, ma varia sulla base dell’incremento dei parametri a cui l’accordo ha previsto di legare il beneficio.

A chi spetta il premio di produttività?

I premi di produttività riguardano le lavoratrici e i lavoratori dipendenti del settore privato, nel caso in cui questa premialità sia prevista dal contratto collettivo, dal contratto aziendale e territoriale.

Al fine di accedere alle già accennate agevolazioni fiscali, il premio di produttività deve avere le seguenti caratteristiche, individuate nella legislazione e negli accordi sindacali:

  • scattare in caso di incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza o innovazione dell’azienda;
  • riguardare performance uguali o superiori a quelle fissate a livello contrattuale, poiché se inferiori alle soglie stabilite non è possibile applicare la tassazione agevolata;
  • fare riferimento a obiettivi che possano essere misurati sulla base di criteri stabiliti in fase di contrattazione;
  • riguardare la totalità dei dipendenti o interi gruppi di essi, quali settori produttivi e divisioni, mentre non possono coinvolgere il singolo lavoratore.

Per quanto concerne quest’ultimo punto occorre sottolineare che l’azienda può erogare importi diversi ai dipendenti; in questo caso si chiamano ad personam o superminimi individuali, che possono essere assorbibili o non assorbibili. 

Tassazione dei premi di produttività

Abbiamo già menzionato a più riprese le agevolazioni fiscali sui premi di produttività; vediamo, quindi, come funziona questo beneficio.

L’aliquota agevolata del 10% sulle somme erogate sotto forma di premio di produttività aziendale, introdotta con la Legge di Bilancio 2016, è stata ridotta al 5% con la Legge di Bilancio 2023.

L’agevolazione spetta ai lavoratori e alle lavoratrici del settore privato che nell’anno d’imposta abbiano conseguito redditi da lavoro dipendente per importi non superiori a 80.000 euro.

L’importo massimo del premio produttività su cui può essere applicata la tassazione agevolata è, come detto, di 3.000 euro. Anche nel caso in cui una lavoratrice o un lavoratore percepisca premi di risultato da più datori di lavoro, il limite resta comunque pari a 3.000 euro.

Facciamo un esempio, considerando un premio di 2.000 euro. Il nostro lavoratore percepirebbe un premio netto pari a 1.900, poiché il 5% ammonta a 100 euro. Senza tassazione agevolata il lavoratore dovrebbe applicare un’aliquota minima del 23% (considerando che le aliquote IRPEF arrivano fino al 43%, a seconda del reddito imponibile totale), dunque l’importo netto del nostro esempio potrebbe essere al massimo pari a 1.540 euro.

Inoltre, la norma prevede l’esenzione totale dalle imposte, nel caso in cui il lavoratore decida di convertire in tutto o in parte l’importo del premio in servizi di welfare aziendale. Nel caso del nostro esempio, se il lavoratore convertisse totalmente il premio, potrebbe beneficiare di 2.000 euro da utilizzare scegliendo tra i beni e servizi messi a disposizione dell’azienda nel piano di welfare.

Premi di produttività: i dati del Ministero del Lavoro

Per usufruire delle agevolazioni fiscali fin qui illustrate, le aziende devono depositare ogni anno presso il Ministero del Lavoro i contratti contenenti la previsione di premi di produttività. Ogni anno, poi il Ministero pubblica il report ricavato dalla procedura per il deposito telematico dei contratti aziendali e territoriali attivato a seguito del DM 25 marzo 2016, relativo alla detassazione dei premi di produttività.

Il report 2023 rileva una crescita nell’adozione di questa tipologia di contratti. Al 15 novembre 2023, infatti, sono 15.992 i contratti attivi contenenti la previsione di premi di produttività, il 22,4% in più rispetto allo stesso periodo del 2022. Di questi contratti, 13.363 sono riferiti a contratti aziendali e 2.629 a contratti territoriali

Analizzando invece gli obiettivi, il Ministero rileva:

  • 12.782 si propongono di raggiungere obiettivi di produttività;
  • 9.950 si propongono di raggiungere obiettivi di redditività;
  • 7.893 si propongono di raggiungere obiettivi di qualità.

Per quanto concerne la forma dei premi, 1.601 contratti prevedono un piano di partecipazione e 9.512 prevedono misure di welfare aziendale.

Un’analisi per settore di attività economica evidenzia come il 61% dei contratti depositati si riferisca ai Servizi, il 38% all’Industria e l’1% all’Agricoltura.

premi di produttività contratti

Il numero totale di lavoratrici e lavoratori beneficiari è pari a 4.693.678, di cui 3.290.053 riferiti a contratti aziendali e 1.403.625 a contratti territoriali, mentre il valore annuo medio del premio risulta pari a 1.514,22 euro, di cui 1.690,05 euro riferiti a contratti aziendali e 790,34 euro a contratti territoriali.

La diffusione di questi contratti mostra come aziende e dipendenti apprezzino molto i vantaggi reciproci derivanti da questa tipologia di premialità, che migliora il clima aziendale e contribuisce a ridurre il cuneo fiscale, cioè la differenza tra l’esborso dell’azienda e il guadagno netto del dipendente.

ENFEA è l’ente bilaterale costituito da CONFAPI e CGIL, CISL e UIL a cui aderiscono le imprese che applicano i CCNL UNIGEC/UNIMATICA, UNIONCHIMICA, UNITAL, CONFAPI ANIEM, UNIONTESSILE e UNIONALIMENTARI.

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