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Come funziona l’assegno di ricollocazione?

Categoria: Welfare
Giu 8, 2023
Redazione
Come funziona l'assegno di ricollocazione

Negli ultimi anni, il mondo del lavoro è stato caratterizzato da profonde trasformazioni e cambiamenti che hanno reso sempre più frequente la necessità di ricollocarsi professionalmente. In risposta a questa sfida, la legislazione italiana ha introdotto l’assegno di ricollocazione, un importante strumento volto a sostenere le lavoratrici e i lavoratori in transizione e a facilitare il loro reinserimento nel mercato del lavoro.

Nonostante il nome, questo strumento non consiste nel versamento di una somma al diretto interessato, ma in un voucher che può essere speso presso un centro per l’impiego o un operatore accreditato

L’obiettivo principale dell’assegno di ricollocazione è quello di offrire un supporto concreto alle persone che cercano un’occupazione, aiutandole nella loro ricerca e offrendo servizi di consulenza mirati. Grazie a questo strumento, i beneficiari possono accedere a un insieme di risorse professionali e opportunità di formazione – svolta in collaborazione con Centri per l’impiego (CpI), Agenzie per il Lavoro e Fondi interprofessionali – che possono migliorare significativamente le loro prospettive di reinserimento nel mercato del lavoro.

Approfondiamo insieme e cerchiamo di capire cos’è e come funziona l’assegno di ricollocazione.

Cos’è l’assegno di ricollocazione (AdR)

L’assegno di ricollocazione, o per brevità AdR, è uno strumento che aiuta le persone a ricollocarsi nel mercato del lavoro.

Introdotto in via sperimentale con il Decreto Legislativo 14 settembre 2015 n. 150, è divenuto successivamente strutturale, cambiando forma nel 2022. 

In effetti, l’articolo 23 del succitato D.Lgs stabiliva che l’AdR era rivolto solo ai percettori di NASpI (Nuova prestazione di

Assicurazione Sociale per l’Impiego), la cui durata di disoccupazione eccede i quattro mesi, mentre nel 2018 è stato esteso anche ai percettori del reddito di cittadinanza, per poi diventare, nel 2022, uno strumento rivolto solo ai lavoratori in Cassa integrazione straordinaria (CIGS), in seguito all’entrata in vigore del cosiddetto Programma GOL – Garanzia Occupabilità Lavoratori. 

Ma cos’è l’AdR? Secondo la definizione fornita da ANPAL (Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro), l’Ente incaricato della sua gestione, l’assegno di ricollocazione 

“consiste in un importo da utilizzare presso i soggetti che forniscono servizi di assistenza personalizzata per la ricerca di occupazione (centri per l’impiego o enti accreditati ai servizi per il lavoro).”

Chi può usufruire dell’assegno di ricollocazione?

Come illustrato, oggi, rispetto al passato, l’assegno di ricollocazione si rivolge solo a lavoratrici e lavoratori in Cassa integrazione straordinaria (CIGS), ma non a tutti. 

In effetti, per poter accedere a questa misura è necessaria la stesura di un accordo di ricollocazione sottoscritto dall’azienda e dalle organizzazioni sindacali, con il quale viene specificato che i lavoratori in CIGS che rischiano di non essere reintegrati possono usufruire di strumenti a supporto della ricerca di una nuova occupazione, tra cui, appunto, l’AdR, gestito dall’ANPAL.

Dopodiché, la lavoratrice o il lavoratore ha 30 giorni di tempo dalla firma dell’accordo per prenotare l’AdR nell’area riservata MyANPAL o presso un Centro per l’impiego o un operatore privato accreditato (per esempio le agenzie per il lavoro).

A quanto ammonta l’assegno di ricollocazione?

Il valore dell’AdR varia a seconda del tipo di contratto della lavoratrice o del lavoratore che lo richiede, in questo modo:

  • contratto a tempo indeterminato, incluso l’apprendistato: da €1.000 a €5.000;
  • contratto a termine di 6 mesi e oltre: da €500 a €2.500;
  • contratto da 3 a 6 mesi (3 mesi per Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia): da €250 a €1.250.

Ricordiamo che non si tratta di somme versate direttamente ai beneficiari, ma di importi spendibili presso i centri per l’impiego e gli operatori privati accreditati per ricevere servizi di tutoraggio e affiancamento finalizzati alla ricollocazione professionale. 

Il lavoratore che accetti un contratto di lavoro beneficia di massimo di 9 mensilità della retribuzione, esentate IRPEF, e ha diritto a un contributo mensile pari al 50% della CIGS ancora spettante.

Quanto dura l’AdR?

La durata dell’assegno di ricollocazione dipende da quella della CIGS e, comunque, non può essere inferiore a 6 mesi

In alcuni casi, se previsto da un accordo con l’operatore che eroga i servizi di ricollocamento, può durare per ulteriori 12 mesi

Il servizio di assistenza si sospende nel momento in cui il beneficiario trova una nuova occupazione con contratto di durata inferiore ai 180 giorni (quindi 6 mesi), e si interrompe definitivamente con un contratto di durata pari o superiore a 181 giorni

Se il diretto interessato è in cassa integrazione ma sta comunque continuando a lavorare (quindi non in caso di CIG a zero ore), le attività di supporto erogate dagli operatori dovranno essere concordate in maniera compatibile con gli impegni lavorativi

Gli incentivi per chi assume

Ai datori di lavoro che assumono i beneficiari dell’assegno di ricollocazione è concesso un importante incentivo, ovvero l’esonero dal versamento del 50% dei contributi previdenziali complessivi a loro carico, mantenendo l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche.

È importante notare che i premi e i contributi dovuti all’INAIL sono esclusi da questa agevolazione, nel limite massimo di un importo pari a €4.030 su base annua. Questo limite viene annualmente rivalutato sulla base della variazione dell’indice ISTAT.

L’esenzione contributiva viene concessa per una durata determinata, a seconda del tipo di contratto di assunzione:

  • 18 mesi, per l’assunzione con contratto a tempo indeterminato;
  • 12 mesi, per l’assunzione con contratto a tempo determinato.

Tuttavia, nel caso in cui il contratto a tempo determinato venga successivamente trasformato in un contratto a tempo indeterminato, il beneficio contributivo viene esteso per ulteriori 6 mesi.

Questo incentivo rappresenta un’opportunità significativa per i datori di lavoro, poiché li supporta nel processo di assunzione di lavoratori beneficiari di assegno di ricollocazione, agevolando il carico finanziario associato ai contributi previdenziali. Allo stesso tempo, offre un vantaggio tangibile alle lavoratrici e ai lavoratori in transizione, facilitando il loro reintegro nel mercato del lavoro e promuovendo la creazione di nuove opportunità occupazionali.

ENFEA è l’ente bilaterale costituito da CONFAPI e CGIL, CISL e UIL a cui aderiscono le imprese che applicano i CCNL UNIGEC/UNIMATICA, UNIONCHIMICA, UNITAL, CONFAPI ANIEM, UNIONTESSILE e UNIONALIMENTARI.

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