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Cambiare lavoro: come farlo in modo efficace

Categoria: Lavoro
Apr 27, 2023
Redazione
Cambiare lavoro come farlo in modo efficace

Cambiare lavoro può spaventare, è inutile negarlo, ma rappresenta anche un momento emozionante nella vita di una persona, soprattutto se si tratta di una scelta autonoma e non dettata da circostanze esterne. 

In effetti, un conto è cercare una nuova occupazione in seguito a un licenziamento, ad esempio, un altro è farlo per questioni di ordine personale, che possono consistere in un desiderio di crescere professionalmente, cambiare settore, trasferirsi in una nuova città, provare nuove esperienze

Ulteriori elementi condizionanti sono quelli relativi all’età in cui si affronta il cambio di lavoro, alla situazione personale e familiare, alle esigenze specifiche che variano di persona in persona

Vediamo insieme come cambiare lavoro in modo efficace, gestendo bene la fase di ricerca e la transizione da un’occupazione all’altra.

Perché le persone cambiano lavoro 

Prima di approfondire le modalità con le quali gestire un cambio di lavoro, riteniamo opportuno analizzare le principali motivazioni che spingono una lavoratrice o un lavoratore a cercare altre opzioni professionali

Ci riferiamo, è chiaro, a chi decide di cambiare lavoro e non a chi si trova a doverlo fare a causa della perdita dell’occupazione attuale

Secondo una ricerca effettuata da Randstad, agenzia olandese che si occupa di ricerca, selezione e formazione di risorse umane, dal titolo “Employer Brand Research 2022” e che ha riguardato un campione di età compresa tra i 18 e 64 anni, con una maggiore rappresentatività della fascia di età 25- 44 anni, inclusivo di studenti e forza lavoro occupata e non occupata e rappresentativo per entrambi i sessi le 5 ragioni principali che spingono qualcuno a cambiare lavoro sono le seguenti: 

  1. ricerca di un’atmosfera di lavoro piacevole;
  2. ricerca di un buon equilibrio tra vita lavorativa e vita privata, il cosiddetto work life balance;
  3. presenza di una retribuzione adeguata e di benefit interessanti;
  4. ricerca di una maggiore sicurezza del posto di lavoro;
  5. presenza di una chiara visibilità del percorso di carriera. 
cambiare lavoro italia 2022

I driver alla base della ricerca di una nuova occupazione variano in base al sesso, all’età e al livello di istruzione

Nello specifico secondo questo studio:

  • le donne sono guidate dalla ricerca di un’atmosfera di lavoro piacevole, un miglior work-life balance, una buona retribuzione e la presenza di benefit interessanti;
  • gli uomini sono invece alla ricerca di una maggiore solidità finanziaria, una buona reputazione e l’utilizzo di tecnologie avanzate;
  • i più giovani, appartenenti alla cosiddetta Gen Z (18-25 anni), attribuiscono maggiore importanza all’atmosfera in azienda, alla presenza di una chiara visibilità del percorso di lavoro, alla diversità e alla inclusività;
  • per i millennials (26-41 anni), sono importanti la retribuzione, i benefit e la possibilità di lavorare da remoto;
  • per la Gen X (42-57 anni) è fondamentale la vicinanza del luogo di lavoro rispetto alla propria abitazione;
  • per la Gen Baby boomers (58-64 anni) la solidità finanziaria, la sicurezza sul lavoro, la reputazione, un management forte e l’utilizzo di prodotti e servizi di qualità fanno la differenza;
  • i soggetti con un basso livello di istruzione cercano la sicurezza del posto di lavoro, quelli con un livello di istruzione medio una buona retribuzione e un ambiente di lavoro gradevole, mentre i lavoratori più istruiti si aspettano una formazione di qualità e una possibilità di crescita professionale chiara e visibile.

Da questi dati, quindi, si evince che cambiare lavoro comporta approcci, scelte e aspettative differenti nelle persone

Qual è la propensione al cambiamento?

Sempre dal rapporto elaborato da Randstad emerge anche il dato relativo alla propensione al cambiamento nei lavoratori italiani

  • Nel 2021 l’89% del campione ha mantenuto il proprio lavoro; 
  • l’11% degli intervistati tra i 25 e i 35 anni con un livello di istruzione elevato ha cambiato datore di lavoro; 
  • il 25% di quelli tra i 35 e i 54 anni ha dichiarato di essere intenzionato a farlo nel prossimo futuro.

La paura di perdere il lavoro sembra una delle motivazioni che spinge a cercare una nuova occupazione

  • il 34% dei dipendenti che aveva paura di perdere il posto prevedeva di cambiare lavoro nella prima metà del 2022; 
  • il 17% di coloro che non avvertono questo timore intendevano comunque effettuare un cambiamento. 

Infine, appare evidente che la tendenza a cambiare datore di lavoro è molto più frequente tra gli operai (48%) rispetto agli impiegati (22%).

Come cambiare lavoro: dove cercare?

Rispetto al passato, oggi sono disponibili molti più canali di ricerca di lavoro, anche se continuano a ricoprire un ruolo centrale gli approcci “tradizionali”, come il networking e le segnalazioni provenienti da amici, familiari e conoscenti. 

Dalle piattaforme dedicate alla ricerca tra domanda e offerta alle agenzie per il lavoro presenti sul territorio nazionale, passando per LinkedIn e social più generalisti come Facebook e Instagram, senza dimenticare la ricerca su Google, chi intende cambiare lavoro ha molteplici strumenti a disposizione da sfruttare

Come cambiare lavoro in modo efficace

Una volta presa la decisione di cambiare, è necessario investire tempo e impegno nella ricerca di opportunità lavorative che rispondano alle proprie esigenze e aspirazioni.

Ma come si può approcciare il cambio di lavoro nel modo migliore, al fine di rendere agevole il passaggio da un luogo all’altro? 

Ecco alcuni consigli. 

1. Consapevolezza

La prima cosa da fare è stabilire a priori quali sono le posizioni lavorative alle quali si aspira, in quali settori entrare o restare e quali competenze si possono mettere in campo nella fase di ricerca. 

Appare evidente, in effetti, che senza acquisire skill ulteriori non si può sperare di compiere un step di tipo verticale, e scalare le posizioni all’interno del proprio settore o di un altro ambito professionale. 

Quindi, è importante mantenere delle aspettative realistiche e credibili, supportate da competenze, esperienza e abilità richieste dal mercato del lavoro

2. Ricerca

La seconda fase consiste nella ricerca, che non può limitarsi però all’individuazione di annunci di lavoro online o offline, soprattutto se il cambio di occupazione è finalizzato all’ottenimento di condizioni migliorative. 

Bisogna conoscere il settore, informarsi in merito all’azienda, confrontarsi con persone che operano in quell’ambito o in quella medesima realtà imprenditoriale, per capire se può rispondere alle proprie esigenze. 

Ad esempio, se si vuol cambiare lavoro perché si spera in orari più flessibili o modalità alternative, come lo smart working, è bene assicurarsi che quell’azienda offra effettivamente queste opzioni, altrimenti si rischia di fallire nell’intento originario

3. Formazione

Le fasi di transizione professionale devono essere accompagnate dall’acquisizione di nuove competenze, attraverso percorsi di formazione adeguati. 

Molto spesso gli impegni lavorativi lasciano poco tempo libero per seguire corsi più strutturati, oppure hanno costi troppo elevati, ma questo non deve scoraggiare né diventare un alibi. Infatti, oggi è possibile seguire molti corsi online, gratuiti o a costi molto contenuti, on demand, e in qualsiasi ambito. 

Con poche ore alla settimana si possono seguire le lezioni, acquisire nuove skill e diventare più appetibile per il mercato del lavoro

Ricordiamo che i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro annoverano al loro interno articoli dedicati alla formazione del personale dipendente, che variano di CCNL in CCNL. 

Per quanto concerne i settori di interesse di Enfea, il fondo interprofessionale di riferimento è FAPI – Fondo Formazione Piccole Medie Imprese, istituito congiuntamente da CONFAPI, CGIL, CISL e UIL per promuovere lo sviluppo della formazione continua per le PMI come strumento di competitività aziendale e sicurezza occupazionale dei lavoratori.

4. Personal branding

La ricerca del lavoro non può ridursi solo alla creazione di un CV e all’invio di email di risposta agli annunci online, soprattutto se si ambisce a posizioni apicali nel proprio settore di riferimento. 

Bisogna lavorare sul cosiddetto personal branding, ovvero la costruzione della propria reputazione, attraverso la presenza curata sul web e sui social, la creazione di contenuti interessanti, la partecipazione a eventi, fiere e corsi di formazione, l’incontro con altri professionisti, lo sviluppo di collaborazioni su progetti stimolanti, il volontariato, e così via. 

Oltre ad arricchire il bagaglio di esperienze umane e professionali, queste attività rendono il proprio profilo professionale più accattivante per i recruiter, che avranno modo di capire di cosa è capace un candidato prima ancora di incontrarlo, semplicemente cercandolo online. 

Inoltre, conoscere persone che operano in un determinato settore può aprire molte opportunità di carriera, motivo in più per investirci tempo e risorse. 

5. Networking

Come spiegato prima, la ricerca di lavoro passa attraverso numerose opzioni, compresa la rete di conoscenze personali, professionali e familiari

Coltivare le relazioni e affidarsi al proprio networking è spesso la soluzione più efficace e rapida per cambiare lavoro e approdare a posizioni davvero desiderate

La segnalazione o assunzione di una persona conosciuta, della quale ci si fida e verso la quale si nutre una genuina stima umana e professionale, è senza dubbio una corsia preferenziale nella ricerca di una nuova occupazione

Conclusioni

Cambiare lavoro può essere una scelta difficile, ma anche molto gratificante se fatta in modo efficace. È importante valutare attentamente le proprie motivazioni e obiettivi di carriera, cercando di capire se il cambiamento sia veramente la soluzione migliore per raggiungerli.

Infine, se la ricerca porta i suoi frutti, e si riesce a cambiare occupazione così come desiderato, è fondamentale adattarsi rapidamente alla nuova realtà e dimostrare una forte etica del lavoro e un’attitudine positiva

ENFEA è l’ente bilaterale costituito da CONFAPI e CGIL, CISL e UIL a cui aderiscono le imprese che applicano i CCNL UNIGEC/UNIMATICA, UNIONCHIMICA, UNITAL, CONFAPI ANIEM, UNIONTESSILE e UNIONALIMENTARI.

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