Lo scorso 22 luglio è stato pubblicato il rapporto “Il mercato del lavoro: dati e analisi”, redatto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dalla Banca d’Italia e dall’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL).
La nota si basa sui dati acquisiti tramite due fonti informative:
- le Comunicazioni Obbligatorie;
- le DID, Dichiarazioni di Immediata Disponibilità al lavoro, che determinano formalmente l’inizio dello stato di disoccupazione di una persona.
I dati si riferiscono solo alla posizione lavorativa dipendente, nel dettaglio i contratti di lavoro a tempo indeterminato, a tempo determinato e di apprendistato, relativi al settore privato non agricolo.
Sono quindi esclusi da questa rilevazione i comparti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca, oltre alle attività in cui i datori di lavoro sono famiglie/convivenze o organizzazioni extraterritoriali, le attività dell’Amministrazione pubblica, della difesa e dell’assicurazione sociale obbligatoria e quelle in cui la quota di datori di lavoro pubblici è elevata (istruzione, sanità, assistenza sociale).
Vediamo insieme cosa emerge dalla nota ministeriale in merito all’andamento del mercato del lavoro nel nostro Paese.
Indice dei contenuti
La domanda di lavoro è aumentata nel 2022
Nei primi sei mesi del 2022 i dati mostrano un aumento della domanda di lavoro, seppur con un rallentamento nei mesi primaverili.
Da gennaio a giugno di quest’anno sono state create circa 230.000 posizioni lavorative alle dipendenze al netto dei fattori stagionali, quasi 100.000 in più rispetto allo stesso periodo del 2019.
Come accennato, nei mesi primaverili si è registrata una flessione; la differenza tra le assunzioni e le cessazioni si è ridotta.
Nuovi posti di lavoro per settore e tipologia di contratto
Il comparto industriale ha fatto registrare dati alquanto stabili nei primi 6 mesi del 2022, mentre in frenata risultano i settori delle costruzioni, del commercio e del turismo, con questi ultimi due che hanno avuto una flessione maggiore nei mesi di maggio e giugno.
Rallentamento che, interessando i settori che ricorrono in misura maggiore a rapporti di lavoro di breve durata, si è fisiologicamente riflesso anche sul ricorso a contratti di lavoro a tempo determinato.
I contratti di apprendistato sono diminuiti, proseguendo un trend divenuto più marcato soprattutto nel dicembre del 2021.
A fronte di un andamento costante delle assunzioni e dei licenziamenti, si è registrato un lieve calo delle dimissioni, che erano invece cresciute rapidamente nel 2021, quando la ripresa del mercato del lavoro post pandemica aveva alimentato le transizioni di lavoratori da un’impresa a un’altra.
Crescono poco l’occupazione femminile e quella nel Centro Sud
A trainare la crescita dell’occupazione nel nostro Paese è sempre di più il Centro Nord, allargando un divario storico tra le due aree produttive.
Da gennaio le posizioni lavorative create nelle Regioni meridionali e insulari sono state appena il 20% di quelle complessivamente attivate in Italia.
Come si può evincere dal grafico, l’occupazione femminile è cresciuta meno rispetto a quella maschile. Il contributo della componente femminile nei primi sei mesi del 2022 è stato inferiore rispetto a entrambi i semestri dell’anno precedente.
I dati sulla disoccupazione
I dati sulla disoccupazione sono stati calcolati sulla base della cosiddetta “disoccupazione amministrativa”, che viene misurata dalle dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro (DID) presentate da chi non ha un’occupazione.
Da gennaio 2022 si è registrato un calo di 270.000 individui, che sono quindi usciti dalle statistiche sulla disoccupazione così calcolata, grazie in particolare al maggior numero di donne uscite dalla disoccupazione a seguito dell’attivazione di un nuovo contratto di lavoro, in crescita di oltre il 15% rispetto ai primi cinque mesi del 2021.
Per quanto riguarda, invece, gli ingressi nello stato di disoccupazione amministrativa, è continuato ad aumentare il numero di nuove DID, pari in media a più di 100.000 ogni mese dall’inizio dell’anno (nel 2021 erano stati 90.000 al mese).
Infine, sono diminuite le riattivazioni dello stato di disoccupazione dopo un periodo di occupazione non superiore a sei mesi rispetto al 2021.
Enfea e la spinta all’occupazione
L’Ente Bilaterale Enfea promuove una serie di servizi e di prestazioni al fine di fornire un sostegno concreto alle Piccole e Medie Imprese italiane.
Nello specifico eroga contributi, direttamente alle aziende aderenti, con lo scopo di incentivare, tra le altre cose:
- l’incremento occupazionale, tramite dei piani di formazione collegati a varie tipologie contrattuali (in particolare contratti di apprendistato);
- lo sviluppo dell’apprendistato (raccolta e validazione dei piani formativi individuali e attività formativa diretta);
- l’assistenza contrattuale per rinnovi dei Contratti Nazionali di Lavoro a livello nazionale e territoriale nonché consulenza sull’applicazione dei CCNL di categoria, e molto altro ancora.
Per maggiori informazioni, si invita a consultare il sito www.enfea.it.