Prendersi cura dei propri figli è un dovere per ogni genitore, ma rappresenta anche un diritto riconosciuto dalla Costituzione, soprattutto in caso di malattia del bambino, che richiede attenzioni adeguate alle sue condizioni di salute.
In questo articolo esamineremo il permesso per malattia del figlio, spiegando quando lavoratrici e lavoratori possono assentarsi per questa ragione, in aggiunta ai permessi ordinari, alle ferie e ai congedi parentali.
Approfondiremo anche il funzionamento di questi permessi, concentrandoci sulle caratteristiche di questa forma di congedo, inclusa la questione della retribuzione.
Scopriremo, inoltre, come giustificare l’assenza dal lavoro e accedere a questo specifico diritto genitoriale. Infine, faremo un confronto con le altre opzioni disponibili per assentarsi, con particolare attenzione al congedo parentale, un’altra importante misura legata alla cura dei figli.
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Quando mio figlio sta male posso assentarmi dal lavoro?
Occuparsi dei propri figli, anche quando sono malati, è un diritto sancito dalla Costituzione italiana.
L’articolo 37 afferma infatti che:
“La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni del lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale e adeguata protezione.”
Questo diritto, originariamente riferito alle madri, si è nel tempo esteso a tutti i genitori, riconoscendo sia alle madri che ai padri la possibilità di prendersi cura della salute dei propri figli senza subire penalizzazioni sul lavoro.
In particolare, i permessi per malattia dei figli sono disciplinati dal Decreto Legislativo 151/2001, noto come “Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità”.
Essi possono essere richiesti nei seguenti casi:
- fino al compimento degli 8 anni del bambino;
- in qualsiasi momento in cui le condizioni di salute del bambino lo richiedano.
Le situazioni in cui è possibile usufruire di questi permessi possono essere suddivise in tre categorie principali:
- emergenze mediche;
- malattie di diversa natura;
- periodi di ricovero ospedaliero.
Il diritto ai permessi varia in base all’età del bambino:
- fino ai 3 anni, uno dei genitori può richiedere il permesso per tutto il periodo della malattia del figlio, ma non contemporaneamente all’altro genitore;
- tra i 5 e gli 8 anni, ciascun genitore ha diritto a un massimo di 5 giorni lavorativi all’anno, da fruire sempre in modo alternato.
Dopo aver definito il quadro normativo, esamineremo ora gli aspetti pratici legati a questo diritto.
Come funzionano i permessi per i figli?
Ecco le informazioni essenziali da conoscere quando si sceglie di richiedere un permesso per malattia del figlio. Come vedremo, lavoratrici e lavoratori hanno anche altre opzioni per gestire queste situazioni.
Per i dipendenti del settore privato, i permessi per malattia del figlio non prevedono retribuzione o indennità di malattia. Tuttavia, i giorni di assenza sono coperti dalla contribuzione figurativa, che accredita parte dei contributi che sarebbero stati versati nei giorni lavorativi.
Nei primi tre anni del bambino, l’importo dei contributi figurativi è basato sullo stipendio reale del lavoratore; tra i tre e gli otto anni, invece, si fa riferimento a una retribuzione convenzionale pari al 200% dell’assegno sociale (che nel 2024 ammonta a 534,41 euro mensili). È possibile integrare questo importo attraverso il riscatto o versamenti volontari dei contributi.
Per i dipendenti pubblici, fino ai tre anni del bambino è possibile richiedere un massimo di 30 giorni di permessi retribuiti. Dopo i tre anni, il trattamento diventa analogo a quello dei lavoratori del settore privato.
Altre informazioni importanti includono:
- il ricovero ospedaliero del figlio interrompe, su richiesta del lavoratore, eventuali ferie in corso nello stesso periodo;
- a differenza della malattia del lavoratore, i permessi per malattia del figlio non sono soggetti a controlli tramite visite fiscali;
- per giustificare i giorni di assenza, è necessario presentare al datore di lavoro il certificato medico del bambino.
Infine, esamineremo anche altre alternative disponibili oltre ai permessi per malattia del figlio.
Come giustificare l’assenza per malattia del figlio?
Come già accennato, per ottenere i permessi per malattia del figlio è essenziale presentare i documenti giustificativi, a partire dal certificato di malattia rilasciato dal pediatra, che attesti la necessità di assistenza genitoriale durante il periodo di malattia.
Inoltre, il richiedente deve fornire una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, in cui si attesta che i giorni di permesso o congedo richiesti non coincidono con quelli eventualmente richiesti dall’altro genitore.
Come funziona il certificato di malattia del figlio?
Il certificato medico, come avviene per la malattia del lavoratore, deve essere inviato al datore di lavoro dal pediatra tramite via telematica.
In caso di impossibilità, ad esempio per un malfunzionamento del sistema, è possibile consegnare il documento in formato cartaceo.
Permesso per malattia del figlio e congedo parentale
Come abbiamo detto, esistono alcune alternative ai permessi per malattia del figlio; oltre alle ferie e ai permessi retribuiti, troviamo infatti anche il congedo parentale, un periodo di astensione facoltativa dal lavoro concesso ai genitori per i primi 12 anni di vita del bambino.
Le ragioni per valutare questa forma di congedo sono sostanzialmente quattro:
- non si intende erodere il monte dei giorni di ferie e quello delle ore di permesso;
- fino a tre anni del bambino è possibile ottenere parte della retribuzione spettante (tra l’80% e il 30%);
- se il figlio ammalato ha più di 8 anni, è comunque possibile assentarsi dal lavoro;
- possono fruirne entrambi i genitori, anche contemporaneamente.
Ricordiamo, infine, che il congedo parentale può essere chiesto dai genitori per un periodo non superiore a dieci mesi, elevabili a undici se il padre lavoratore si astiene dal lavoro per un periodo, continuativo o frazionato, di almeno tre mesi.
Conclusioni
La scelta tra permessi per malattia del figlio, ferie, permessi retribuiti o congedo parentale spetta al lavoratore, che deve valutare in base alla gestione del proprio tempo e alle esigenze finanziarie. È fondamentale, però, essere sempre consapevoli di tutti i diritti disponibili, sia come lavoratori che come genitori di bambini piccoli.
Inoltre, è utile sapere che alcuni contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL) possono prevedere condizioni più favorevoli per il lavoratore riguardo ai permessi per malattia del figlio. Pertanto, è importante verificare quali sono le specifiche disposizioni applicabili.