Nell’ambito dei permessi retribuiti ai quali lavoratrici e lavoratori dipendenti hanno diritto c’è anche il permesso per lutto, anche noto come congedo per lutto.
Questo diritto si applica a tutti i contratti di lavoro, nel pubblico come nel privato, e prevede un permesso di massimo 3 giorni durante i quali i dipendenti possono assentarsi dal lavoro in seguito a un lutto familiare.
Trattandosi di un permesso retribuito, il congedo per lutto garantisce il diritto di ricevere la retribuzione per i giorni di assenza, oltre alla maturazione di ferie, permessi, mensilità aggiuntive (tredicesima e quattordicesima) e TFR.
Approfondiamo insieme e cerchiamo di capire in cosa consiste il permesso per lutto, chi ne ha diritto, quanto dura e come richiederlo.
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Cos’è il permesso per lutto
Il permesso per lutto (o congedo per lutto) consiste in un periodo di astensione dal lavoro, retribuito, che si aggiunge alle ferie, al quale hanno diritto lavoratrici e lavoratori dipendenti in seguito a un evento luttuoso che coinvolge la loro famiglia.
Più nello specifico è possibile usufruire di questo permesso retribuito per il decesso del coniuge, anche se legalmente separati, di un parente entro il secondo grado (genitori, figli, fratelli, sorelle, nonni, ecc…) o del convivente.
Fatta eccezione per alcuni CCNL o accordi aziendali, il congedo per lutto non riguarda i cosiddetti affini, ovvero i parenti del coniuge, per esempio suoceri o cognati, i cugini, gli zii, gli amici, i fidanzati e le fidanzate.
Si tratta, lo ricordiamo, di un permesso retribuito, che garantisce non solo la ricezione della paga corrispondente alle ore o ai giorni di assenza, ma anche la contestuale maturazione delle ferie, dei permessi, delle festività e del TFR, così come previsto dal proprio contratto di lavoro dipendente.
Quanto dura il congedo per lutto
Come accennato, il permesso per lutto ha una durata massima di 3 giorni, garantiti a tutti i lavoratori con un rapporto di lavoro dipendente.
La decisione di prendere 1, 2 o 3 giorni di congedo è a totale discrezione del dipendente. In merito alla durata di questo permesso retribuito è necessario però fare due chiarimenti.
Il primo è relativo al numero di eventi luttuosi che coinvolgono i diretti interessati. Infatti, i 3 giorni possono essere richiesti una sola volta nel corso dell’anno e non per ogni decesso di un familiare.
Il secondo, invece, riguarda il fatto che il permesso per lutto è abbinato a quello per grave infermità del coniuge o di un familiare, ma il computo dei 3 giorni è unico.
Cosa vuol dire? Se, durante l’anno solare, la lavoratrice o il lavoratore ha usufruito di 1 giorno di permesso per assistere un familiare colpito da grave infermità, potrà nel corso del medesimo anno richiedere solo 2 giorni in caso di lutto.
Nel computo del tetto massimo non si tiene comunque conto dei giorni festivi e non lavorativi.
Come usufruire del congedo per lutto
In seguito al decesso del familiare, la lavoratrice o il lavoratore deve comunicare al datore di lavoro l’avvenuto evento luttuoso e indicare il numero di giorni di permesso di cui intende usufruire, presentando al suo rientro un certificato di morte oppure una dichiarazione sostitutiva.
Il datore di lavoro, dal canto suo, dovrà segnare l’assenza del dipendente nel calendario presenze del Libro unico del lavoro, indicando la motivazione.
Il permesso va utilizzato entro 7 giorni dal decesso.
Permesso per lutto e CCNL
Abbiamo spiegato che per legge tutti i lavoratori dipendenti hanno diritto a 3 giorni di congedo per lutto.
I CCNL, però, possono intervenire in materia in melius, ovvero offrendo condizioni migliorative rispetto agli obblighi di legge, ma mai in peius.
In effetti, alcuni Contratti Collettivi prevedono più giorni di permesso o estendono la lista dei soggetti per il cui decesso è possibile usufruire del congedo.