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Come funziona un asilo nido aziendale?

Categoria: Welfare
Nov 21, 2022
Redazione
Come funziona un asilo nido aziendale

Nell’ambito del welfare contrattuale merita una menzione l’asilo nido aziendale, una pratica ancora poco diffusa nel nostro Paese ma che si prevede possa aumentare nel corso dei prossimi anni. 

Secondo l’ultimo rapporto redatto dall’ISTAT, relativo all’anno scolastico 2020/2021, alla fine del 2020 risultavano attivi in Italia 13.542 servizi educativi per la prima infanzia, con oltre 350.000 posti autorizzati al funzionamento, di cui il 49,1% in strutture pubbliche, in calo del 2,9% (10.600 posti) a causa principalmente della sospensione didattica stabilita durante la prima fase della pandemia da COVID-19. 

La disponibilità di posti in asili nido è fondamentale, in particolare per favorire l’occupazione femminile e il rientro a lavoro dopo il periodo di congedo di maternità obbligatorio, insieme ad altre misure come l’esonero contributivo pari al 50% dal versamento dei contributi previdenziali

In questi anni sono state stanziate molte risorse per attivare nuove strutture e aumentare i posti disponibili, ma anche per sostenere le famiglie con redditi bassi, erogando il bonus asilo nido

Anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha previsto investimenti per l’ampliamento dei servizi educativi da 0 a 6 anni, ma una maggiore diffusione dell’offerta di asili all’interno delle aziende potrebbe davvero fare la differenza in modo particolare se di prossimità, cioè aperti al territorio circostante.

Approfondiamo insieme e cerchiamo di capire cos’è e come funziona un asilo nido aziendale

Cos’è un asilo nido aziendale

Iniziamo subito con il dire che un asilo nido aziendale rientra a pieno titolo nella definizione di “Nido”, ovvero un servizio rivolto alla prima infanzia, quindi da 0 a 36 mesi, finalizzato a promuovere lo sviluppo psico-fisico, cognitivo, affettivo e sociale del bambino e a offrire sostegno alle famiglie nel loro compito educativo, aperto per almeno cinque giorni a settimana e almeno 6 ore al giorno per un periodo di almeno 10 mesi all’anno. 

Per asilo nido aziendale si intende un servizio destinato all’accoglienza dei figli dei dipendenti di una determinata azienda, o gruppi di aziende. In quest’ultimo caso si parla di asili nido interaziendali.

Insieme all’asilo nido aziendale, rientrano nella categoria le seguenti strutture: 

  • i nidi; 
  • i micronidi, ovvero strutture di dimensioni ridotte e con maggiore flessibilità;
  • le sezioni primavera, ovvero sezioni all’interno delle scuole dell’infanzia, che ospitano bambini da 24 a 36 mesi.

Come accennato, a oggi la diffusione dei nidi aziendali è ancora molto ridotta, con esperienze distribuite soprattutto nelle regioni del Nord Italia.

Secondo un censimento dell’anno scolastico 2016-2017, pubblicato nel 2019, sempre a cura dell’ISTAT, gli asili nido aziendali attivi nel nostro Paese erano solo 220, di cui 208 concentrati nel Nord Italia, e nella stragrande maggioranza dei casi creati da multinazionali o grandi gruppi aziendali.

In alcuni casi, la contrattazione collettiva aziendale contiene al suo interno le istruzioni con le quali le aziende possono offrire questo servizio educativo ai figli dei dipendenti, stabilendo le modalità di utilizzo (se interno) o l’entità del contributo da erogare per il pagamento della retta di una struttura pubblica o privata presente nel territorio.

Il censimento permanente delle imprese 2020, elaborato dall’ISTAT, evidenzia come il 53,4% delle nostre aziende con almeno tre dipendenti (1.033.737) ha adottato almeno una misura per il sostegno alla genitorialità e alla conciliazione vita-lavoro, ma solo l’1,7% ha attivato un asilo nido aziendale a condizioni gratuite o agevolate.

asilo nido aziendale

Come creare un asilo nido aziendale

Se un’azienda vuole dotarsi di un asilo nido destinato ai figli dei dipendenti può valutare diverse ipotesi, compresa la possibilità di unirsi a una o più aziende e realizzare un asilo interaziendale o di siglare una convenzione con delle strutture già esistenti o, eventualmente, con baby-sitter o servizi similari.

Nel caso di creazione di un asilo nido aziendale ex novo, con o senza la partecipazione di altre realtà, si può optare per una gestione diretta, creando una società dedicata e operando in spazi e con personale dell’azienda, o indiretta, quindi ricorrendo a un gestore esterno al quale affidare il servizio, sempre attenendosi alle leggi nazionali e regionali che regolano questo tipo di servizio e dopo aver eseguito un’analisi del bisogno interno del personale dell’azienda.

Una volta stabilita la volontà e la necessità di dotarsi di un asilo nido aziendale, è necessario elaborare un progetto, finanziarlo, realizzare i lavori, richiedere l’agibilità al Comune e l’idoneità igienico-sanitaria alla propria ASL di competenza, per poi aprire la struttura. 

Come deve essere un asilo nido aziendale?

Un asilo nido aziendale, come un nido pubblico o privato, deve possedere dei requisiti di tipo strutturale, relativi quindi agli spazi disponibili e alle strumentazioni presenti. 

Nello specifico, devono esserci: 

  • spazi per i lattanti, in relazione alle attività del bambino, quindi sosta, riposo, nutrizione e pulizia, come la cucina per la preparazione del cibo, il lavandino, le vaschette, il fasciatoio, ecc…;
  • spazi per i divezzi, in relazione alle attività del bambino, come il perfezionamento graduale delle attività motorie e percettive, le attività pratiche, il gioco, il riposo, l’alimentazione, la pulizia, le attività all’aperto;
  • spazi per i servizi generali, come l’ambulatorio medico, la direzione, i servizi per il personale, la cucina con dispensa, la lavanderia con guardaroba, ripostigli e magazzini.

Particolare attenzione va inoltre rivolta alle condizioni di sicurezza, di illuminazione, quelle acustiche e termo-igrometriche, così come ad arredi e attrezzature.

Perché aprire un asilo nido aziendale?

Le motivazioni che dovrebbero spingere sempre più imprese a offrire un servizio di asilo nido ai propri dipendenti sono molteplici, ma le principali sono le seguenti: 

  • impatto sociale sul territorio e accrescimento dell’immagine dell’azienda;
  • fidelizzazione del personale;
  • miglioramento della qualità della vita delle lavoratrici e dei lavoratori;
  • possibilità di sviluppo e sostegno alle aspirazioni delle donne lavoratrici attraverso il supporto alla gestione familiare.

Le ricadute positive di questo tipo di welfare aziendale sono molteplici, ma l’elemento centrale è senza dubbio il supporto all’occupazione femminile e alla conciliazione tra lavoro e maternità.

Le lavoratrici, infatti, possono usufruire di una struttura interna all’azienda o convenzionata, sostenendo una retta nettamente più bassa rispetto a quella delle strutture pubbliche e private, con orari flessibili e personale qualificato che si prende cura dei bambini. 

Conclusioni

Ricordiamo che l’Ente Bilaterale Enfea prevede l’erogazione di un contributo spese per l’utilizzo dei servizi per l’infanzia (Asilo nido/Baby sitter) pari a 500,00 euro/anno per figlio. 

Per maggiori dettagli invitiamo a cliccare qui o a visitare il sito www.enfea.it.  

ENFEA è l’ente bilaterale costituito da CONFAPI e CGIL, CISL e UIL a cui aderiscono le imprese che applicano i CCNL UNIGEC/UNIMATICA, UNIONCHIMICA, UNITAL, CONFAPI ANIEM, UNIONTESSILE e UNIONALIMENTARI.

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