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Transizione digitale e PNRR: la strategia Italia Digitale 2026

Categoria: Attualità
Dic 10, 2021
Redazione
Transizione digitale e PNRR_la strategia Italia Digitale 2026

La pandemia ha costretto l’intero Paese a fare i conti con un limite evidente, che non è più possibile ignorare o sottovalutare: ci riferiamo alla arretratezza digitale di imprese, attività economiche, famiglie ed enti pubblici.

È sufficiente pensare a quanto sia stato difficile adeguarsi allo smart working e alla didattica a distanza, in particolare in alcune aree del Paese e nelle fasce di popolazione meno abbienti; questa lentezza endemica dell’Italia nell’adottare nuove tecnologie e procedure è solo in parte frutto dell’età media dei cittadini, oggettivamente alta rispetto al resto d’Europa (soprattutto nella PA). 

Da decenni si parla di digitalizzazione e transizione digitale con pochi risultati concreti, ma qualcosa potrebbe cambiare grazie anche alle importanti risorse che il Governo ha indicato nel PNRR di voler destinare proprio all’innovazione

Vediamo insieme cosa prevede il PNRR, qual è la strategia definita Italia Digitale 2026 e in cosa consiste il contributo erogato dall’ente Enfea per l’assunzione di operatore qualificato per lo svolgimento di mansioni destinate alla transizione digitale (clicca qui per giungere subito al punto dedicato).

Transazione digitale e PNRR

A conferma dell’importanza ricoperta da questo aspetto per il Governo Draghi, la Missione 1 del PNRR – Piano Nazionale Ripresa e Resilienza è interamente dedicata alla digitalizzazione e all’innovazione, insieme a competitività, cultura e turismo. 

L’intero pacchetto di investimenti è pari a 40,32 miliardi di euro, così ripartiti. 

transizione digitale PNRR

“Lo sforzo di digitalizzazione e innovazione è centrale in questa Missione, ma riguarda trasversalmente anche tutte le altre. La digitalizzazione è infatti una necessità trasversale, in quanto riguarda il continuo e necessario aggiornamento tecnologico nei processi produttivi.”

Insomma, la digitalizzazione non vuol dire alfabetizzazione informatica, perché impatta su tutto il tessuto socio-economico e produttivo del Paese, dalle infrastrutture alla sanità, dalla giustizia all’istruzione, dalle imprese alle competenze personali e familiari. 

“La Missione 1 mira complessivamente a ridurre i divari strutturali di  competitività, produttività e digitalizzazione.” 

Nel documento integrale è possibile consultare il lungo elenco di obiettivi generali che il Governo si è prefissato per quanto riguarda la digitalizzazione e l’innovazione del Paese.

Italia Digitale 2026

Il 27% delle risorse totali del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono dedicate alla transizione digitale, delineando la strategia denominata Italia Digitale 2026, che si sviluppa su due pilastri:

  1. infrastrutture digitali e connettività a banda ultra larga;
  2. interventi volti a trasformare la Pubblica Amministrazione (PA) in chiave digitale.

Le risorse sono equamente divise tra questi due aspetti:

  • 6,71 miliardi di euro in reti ultraveloci;
  • 6,74 miliardi di euro nella digitalizzazione PA.

L’Italia si posiziona oggi al 25esimo posto in Europa come livello di digitalizzazione e con Italia Digitale 2026 si punta a mettere il nostro Paese nel gruppo di testa in Europa entro il 2026.

I 5 obiettivi da raggiungere

Per migliorare il nostro ranking europeo nel “campionato” della digitalizzazione è necessario perseguire degli obiettivi, che la strategia Italia Digitale individua nei seguenti cinque:

  1. Diffondere l’identità digitale, assicurando che venga utilizzata dal 70% della popolazione
  2. Colmare il gap di competenze digitali, con almeno il 70% della popolazione che sia digitalmente abile
  3. Portare circa il 75% delle PA italiane a utilizzare servizi in cloud
  4. Raggiungere almeno l’80% dei servizi pubblici essenziali erogati online
  5. Raggiungere, in collaborazione con il Mise, il 100% delle famiglie e delle imprese italiane con reti a banda ultra-larga.
transizione digitale Italia Digitale 2026

Per approfondire la strategia del nostro Paese per il 2026 è possibile consultare il sito dedicato, qui.

Il contributo Enfea per l’assunzione di un operatore qualificato

Per sottolineare l’importanza della transizione digitale nelle imprese l’ente Enfea prevede un contributo per l’assunzione di operatore qualificato per lo svolgimento di mansioni destinate alla

transizione digitale. 

Il contributo, destinato alle aziende e pari a € 1.000,00, si applica ai rapporti di lavoro stipulati a far data dal 1° gennaio 2021 e fino alla data del 31 dicembre 2023, con contratto a tempo pieno e indeterminato, o successivamente alla trasformazione del rapporto in contratto a tempo indeterminato.

Per richiederlo è sufficiente produrre la seguente documentazione: 

  • copia del contratto di assunzione a tempo indeterminato o lettera di trasformazione con evidenza della esplicita mansione alla transizione digitale.

Il termine ultimo di presentazione della richiesta è gennaio 2024. Per tutti i dettagli, invitiamo a consultare il sito dell’ente, qui

ENFEA è l’ente bilaterale costituito da CONFAPI e CGIL, CISL e UIL a cui aderiscono le imprese che applicano i CCNL UNIGEC/UNIMATICA, UNIONCHIMICA, UNITAL, CONFAPI ANIEM, UNIONTESSILE e UNIONALIMENTARI.

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