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Addetto Primo Soccorso: guida completa su nomina, formazione e obblighi

Categoria: Lavoro
Apr 21, 2022
Redazione
Una persona in abiti casual che trasporta una cassetta arancione di pronto soccorso con una croce verde, simboleggiando l'addetto al primo soccorso in azienda.

Un infortunio, un taglio, un malore improvviso: in ogni azienda, l’emergenza può presentarsi senza preavviso. Sapere chi deve intervenire e come, in attesa dell’arrivo dei soccorsi sanitari, non è solo una buona pratica, ma un obbligo di legge fondamentale per la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori. Al centro di questa gestione c’è una figura chiave: l’addetto al primo soccorso.

Secondo quanto stabilito dal Testo Unico per la Sicurezza sul Lavoro (D.Lgs. 81/2008), ogni datore di lavoro ha il dovere di designare e formare uno o più lavoratori per ricoprire questo ruolo cruciale

Ma cosa significa davvero nella pratica?

Approfondiamo insieme, e vediamo nel dettaglio chi è l’addetto al primo soccorso, quali sono i suoi compiti e i suoi limiti (distinguendolo nettamente dal pronto soccorso), come avviene la nomina in azienda e qual è la formazione obbligatoria da seguire per essere in regola e realmente preparati a gestire un’emergenza.

Chi è l’addetto primo soccorso: ruolo e differenza con il pronto soccorso

L’addetto al primo soccorso è un lavoratore designato dal datore di lavoro che ha ricevuto una formazione specifica per intervenire tempestivamente in caso di infortunio o malore sul luogo di lavoro. Il suo obiettivo primario non è quello di curare, ma di gestire l’emergenza e assistere la persona infortunata in attesa dell’arrivo del personale sanitario qualificato.

È fondamentale, però, non confondere il suo campo d’azione con quello dei medici, distinguendo nettamente tra primo soccorso e pronto soccorso, due concetti solo all’apparenza simili ma diversi.

  • il Primo soccorso è l’insieme di interventi e manovre che l’addetto mette in atto per preservare le funzioni vitali della vittima e limitare i danni, in attesa dei soccorsi
  • il Pronto soccorso, invece, è l’intervento medico-sanitario di emergenza, eseguito esclusivamente da personale qualificato (medici e infermieri)

Questo significa che l’addetto al primo soccorso non può e non deve in alcun modo effettuare diagnosi, somministrare farmaci o eseguire manovre invasive. Il suo ruolo è stabilizzare la situazione, proteggere l’infortunato e comunicare in modo efficace con i soccorritori del 112.

Per approfondire è consultabile online il manuale “Il primo soccorso nei luoghi di lavoro” redatto dall’INAIL. 

Compiti e mansioni dell’addetto primo soccorso: cosa fare (e cosa NON fare)

Una volta chiarita la differenza con il pronto soccorso, vediamo nel dettaglio quali sono le azioni concrete che l’addetto deve compiere per gestire correttamente un’emergenza. 

Il suo intervento si articola in tre fasi principali: 

  1. valutare la scena;
  2. allertare i soccorsi;
  3. assistere l’infortunato.

Nel concreto, le sue mansioni sono le seguenti:

  • riconoscere l’emergenza e valutare la scena: la prima azione è capire la gravità della situazione (es. svenimento, emorragia, arresto cardiaco) e assicurarsi che l’ambiente sia sicuro per sé e per la vittima, allontanando eventuali pericoli;
  • chiamare i soccorsi (112): contattare tempestivamente il Numero Unico per le Emergenze, fornendo informazioni chiare e precise, come l’indirizzo del luogo di lavoro, la dinamica dell’incidente, il numero e le condizioni apparenti delle persone coinvolte;
  • assistere l’infortunato: nell’attesa dell’ambulanza, l’addetto deve assistere la vittima, valutandone le funzioni vitali (coscienza, respiro) e mettendo in atto le manovre di base per cui è stato formato (es. posizione laterale di sicurezza, gestione di un’emorragia, medicazione di ferite);
  • utilizzare la cassetta di primo soccorso: saper reperire e usare correttamente il materiale presente nel pacchetto di medicazione o nella cassetta aziendale (garze, cerotti, disinfettante, bende);
  • usare il defibrillatore (DAE), se formato: in caso di arresto cardiaco, e solo se ha ricevuto la formazione specifica con certificazione BLSD, l’addetto è autorizzato a utilizzare il Defibrillatore Semiautomatico Esterno;
  • collaborare alla prevenzione: segnalare situazioni di pericolo e collaborare alla gestione e al controllo periodico del materiale di primo soccorso;
  • conoscere le patologie relative al luogo di lavoro, ad esempio il rischio chimico o biologico se in presenza di sostanze potenzialmente pericolose;
  • predisporre una modulistica che sintetizzi le circostanze dell’evento, gli interventi messi in atto e i presìdi utilizzati.

I limiti dell’addetto: cosa NON fare mai

Per la sicurezza di tutti, è altrettanto importante sapere cosa un addetto al primo soccorso non deve assolutamente fare.

Nello specifico:

  • NON somministrare farmaci: anche un semplice antidolorifico è un atto di esclusiva competenza medica;
  • NON fare diagnosi: evitare di fare ipotesi sul trauma o sul malore. Il compito è descrivere i fatti e i sintomi ai soccorritori, non interpretarli;
  • NON spostare un infortunato con sospetto trauma: a meno che non si trovi in una situazione di pericolo imminente (es. rischio di incendio), uno spostamento errato potrebbe causare danni gravissimi alla colonna vertebrale;
  • NON eseguire manovre invasive o mediche: non tentare di ridurre fratture, rimuovere oggetti conficcati nel corpo o eseguire procedure riservate al personale sanitario.

Formazione per addetti al primo soccorso: corsi obbligatori e aggiornamenti

La normativa (D.M. 388/2003) è molto chiara: l’addetto al primo soccorso non può essere improvvisato. Per ricoprire questo ruolo è obbligatorio frequentare un corso di formazione specifico e un aggiornamento periodico.

Il percorso formativo, che deve essere tenuto da personale medico qualificato, ha una durata che varia in base al gruppo di appartenenza dell’azienda, classificato secondo il tipo di attività, il numero di lavoratori e i fattori di rischio.

La durata del corso di formazione iniziale e dell’aggiornamento triennale cambia a seconda del gruppo.

Gruppo aziendaleCorso di formazione inizialeAggiornamento triennale
Gruppo A (Rischio Alto)16 ore6 ore
Gruppo B (Rischio Medio)12 ore4 ore
Gruppo C (Rischio Basso)12 ore4 ore

L’aggiornamento è obbligatorio ogni 3 anni e serve a ripassare le procedure pratiche e a recepire eventuali nuove linee guida.

Come si classificano le aziende: gruppo A, B e C

Ma come capire a quale gruppo appartiene la propria azienda?

La classificazione, che va definita in collaborazione con il medico competente, si basa sui seguenti criteri:

  • Gruppo A (rischio alto): 
    • aziende o unità produttive con attività industriali, centrali termoelettriche, impianti e laboratori nucleari, aziende estrattive e altre attività minerarie, lavori in sotterraneo, aziende per la fabbricazione di esplosivi, polveri e munizioni;
    • aziende o unità produttive con oltre cinque lavoratori appartenenti o riconducibili ai gruppi tariffari INAIL con indice infortunistico di inabilità permanente superiore a quattro;
    • aziende o unità produttive con oltre cinque lavoratori a tempo indeterminato del comparto dell’agricoltura;
  • Gruppo B (rischio medio): aziende o unità produttive con tre o più lavoratrici/lavoratori che non rientrano nel gruppo A;
  • Gruppo C (rischio basso): aziende o unità produttive con meno di tre lavoratori che non rientrano nel gruppo A.

Le novità introdotte dal Decreto-Legge n. 159/2025

È importante sottolineare che il recente Decreto-Legge 31 ottobre 2025, n. 159 ha introdotto novità che rafforzano il sistema della formazione, pur non modificando la durata o i contenuti dei corsi di primo soccorso. 

I due cambiamenti principali sono:

  1. tracciabilità della formazione: le competenze acquisite, inclusa l’abilitazione da addetto al primo soccorso, vengono ora registrate nel fascicolo elettronico del lavoratore, garantendo una certificazione più sicura e accessibile;
  2. qualità degli enti formatori: il decreto ha previsto un innalzamento dei requisiti di qualità e accreditamento per i soggetti che erogano i corsi, con l’obiettivo di assicurare uno standard formativo più elevato a livello nazionale.

Nomina addetto primo soccorso: come avviene e quanti ne servono?

La designazione degli addetti al primo soccorso è un obbligo non delegabile del datore di lavoro, che deve tenere conto delle dimensioni e dei rischi specifici della propria azienda o unità produttiva. 

La nomina deve essere formalizzata per iscritto.

Quanti addetti al primo soccorso nominare in azienda?

La legge non stabilisce un numero minimo o fisso di addetti. Il numero deve essere adeguato e sufficiente a garantire una gestione efficace dell’emergenza. 

Per determinarlo, bisogna considerare diversi fattori:

  • numero di lavoratrici e lavoratori e loro distribuzione nei reparti o uffici;
  • articolazione dell’orario di lavoro (es. presenza di più turni);
  • dislocazione delle sedi (es. più piani o sedi distaccate);
  • tipologia di rischi specifici legati all’attività lavorativa;
  • facilità di accesso a strutture sanitarie esterne.

È fondamentale, inoltre, prevedere dei sostituti per garantire che sia sempre presente personale formato durante l’orario di lavoro, anche in caso di ferie, malattie o trasferte degli altri addetti.

Chi può essere nominato?

Sebbene non ci siano requisiti normativi specifici, la scelta dovrebbe ricadere su lavoratori che possiedono:

  • buone attitudini personali: freddezza, capacità di gestire lo stress e di prendere decisioni rapide;
  • idoneità fisica: assenza di patologie o condizioni che potrebbero impedire un intervento efficace;
  • disponibilità e presenza: è preferibile scegliere personale che sia presente in azienda con regolarità.

La collaborazione con il medico competente in questa fase è fortemente raccomandata.

Il lavoratore può rifiutare la nomina?

Questa è una delle domande più comuni. La risposta è chiara: secondo l’art. 43 del D.Lgs. 81/2008, la lavoratrice o il lavoratore non può rifiutare la designazione se non per un giustificato motivo.

Il giustificato motivo deve essere oggettivo e provato, quasi sempre legato a condizioni di salute certificate dal proprio medico che rendano incompatibile lo svolgimento del ruolo (es. patologie cardiache, stati d’ansia invalidanti, problemi fisici che limitano la mobilità). 

La semplice indisponibilità o la paura non costituiscono, di per sé, un motivo valido per il rifiuto. 

Sanzioni: cosa rischia il datore di lavoro?

La gestione del primo soccorso in azienda non è solo un adempimento burocratico, ma una responsabilità diretta e penalmente rilevante per il datore di lavoro e per i dirigenti. La mancata conformità alla normativa espone l’azienda a conseguenze severe.

In particolare, la violazione riguarda due aspetti fondamentali:

  1. la mancata designazione degli addetti al primo soccorso;
  2. la mancata formazione degli addetti designati, secondo quanto previsto dalla legge.

Secondo l’articolo 55 del D.Lgs. 81/2008, il mancato rispetto di questi obblighi (previsti dall’art. 18) comporta per il datore di lavoro e il dirigente l’applicazione di sanzioni penali.

Nello specifico, la pena prevista è:

  • l’arresto da due a quattro mesi;
  • in alternativa, un’ammenda che può variare da 921,38 a 4.914,03 euro.

La sanzione non si limita a un’infrazione amministrativa, ma rientra nel campo del diritto penale, con tutte le implicazioni che ne derivano. 

Investire nella corretta designazione e formazione degli addetti non è quindi solo un requisito per la sicurezza dei lavoratori, ma anche una tutela indispensabile per evitare gravi rischi legali e finanziari.

La cassetta di primo soccorso e le attrezzature obbligatorie

Oltre alla nomina e alla formazione, il datore di lavoro ha l’obbligo di mettere a disposizione dei lavoratori le attrezzature necessarie per gestire un’emergenza sanitaria. Il contenuto minimo di questi presidi è stabilito dal Decreto Ministeriale 388/2003, che distingue due diverse dotazioni a seconda della classificazione dell’azienda:

  • Cassetta di Primo soccorso (allegato 1): è la dotazione più completa ed è obbligatoria per le aziende che rientrano nel Gruppo A e nel Gruppo B;
  • pacchetto di medicazione (allegato 2): è una versione più ridotta, obbligatoria per le aziende del Gruppo C e per i lavoratori che operano in luoghi diversi dalla sede aziendale (es. cantieri, automezzi di lavoro).

Contenuto minimo della cassetta di primo soccorso

Secondo l’Allegato 1 del D.M. 388/2003, la cassetta di primo soccorso deve contenere i seguenti prodotti:

  • 5 paia di guanti sterili monouso;
  • 1 visiera paraschizzi;
  • 1 flacone da 1 litro di soluzione cutanea di iodopovidone al 10%;
  • 3 flaconi da 500 ml di soluzione fisiologica (sodio cloruro 0,9%).
  • 10 compresse di garza sterile 10×10 cm;
  • 2 compresse di garza sterile 18×40 cm;
  • 2 teli sterili monouso.
  • 2 pinzette da medicazione sterili monouso;
  • 1 confezione di rete elastica;
  • 1 confezione di cotone idrofilo;
  • 2 confezioni di cerotti di varie misure;
  • 2 rotoli di cerotto alto 2,5 cm;
  • 1 paio di forbici;
  • 3 lacci emostatici;
  • 2 confezioni di ghiaccio pronto uso;
  • 2 sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari;
  • 1 termometro digitale;
  • 1 apparecchio per la misurazione della pressione arteriosa (sfigmomanometro).

La cassetta di primo soccorso deve essere custodita in un luogo facilmente accessibile e segnalato con apposita cartellonistica

È compito del datore di lavoro, in collaborazione con l’addetto al primo soccorso e il medico competente, garantire che il materiale sia sempre completo, in buono stato e non scaduto

È quindi fondamentale un controllo periodico per reintegrare i presidi utilizzati e sostituire quelli in scadenza.

Domande frequenti (FAQ)

1. Chi ha l’obbligo di nominare gli addetti al Primo soccorso in azienda?

L’obbligo spetta esclusivamente al datore di lavoro (o al dirigente delegato). Si tratta di un dovere che la legge definisce “non delegabile”, sottolineandone l’importanza e la responsabilità diretta.

2. Quanti addetti al Primo soccorso devono essere nominati?

La legge non fissa un numero preciso. Il numero deve essere adeguato alle dimensioni dell’azienda, ai rischi presenti, ai turni di lavoro e alla distribuzione dei lavoratori. L’obiettivo è garantire sempre la presenza di personale formato durante l’orario di lavoro.

3. Quali sono i compiti e le responsabilità principali dell’addetto al Primo soccorso?

I suoi compiti principali sono riconoscere l’emergenza, chiamare i soccorsi (112) e assistere la vittima in attesa del personale sanitario. La sua responsabilità è gestire la situazione e applicare le manovre di base apprese, senza mai somministrare farmaci o fare diagnosi.

4. L’addetto al Primo soccorso può rifiutarsi di ricoprire il ruolo?

No, il lavoratore designato non può rifiutare l’incarico se non per un giustificato motivo. Tale motivo deve essere oggettivo e provato, solitamente legato a condizioni di salute certificate che rendono incompatibile lo svolgimento del ruolo.

5. L’addetto al Primo soccorso deve essere un dipendente o può essere un esterno?

Deve essere un lavoratore dipendente dell’azienda. La normativa prevede che il datore di lavoro designi i lavoratori, indicando quindi una scelta all’interno del personale già presente in organico.

6. Come viene classificata l’azienda ai fini della formazione (Gruppo A, B o C)?

La classificazione dipende da indice infortunistico INAIL, tipo di attività e numero di lavoratori. Il Gruppo A è a rischio alto; il Gruppo B include aziende con 3 o più lavoratori non rientranti nel gruppo A; il Gruppo C include aziende con meno di 3 lavoratori non rientranti nel gruppo A.

7. Qual è la durata minima del corso di formazione per Addetto al Primo Soccorso?

La formazione iniziale ha una durata di 16 ore per le aziende del Gruppo A e di 12 ore per quelle dei Gruppi B e C. Il corso prevede sempre una parte teorica e una parte pratica.

8. Quali sono gli argomenti principali trattati nel corso di Primo soccorso?

Il corso insegna a riconoscere un’emergenza sanitaria, allertare il sistema di soccorso e attuare gli interventi di primo soccorso. Include la valutazione delle funzioni vitali, le tecniche di rianimazione di base (BLS), la gestione di traumi, ferite, emorragie e malori.

9. Ogni quanto tempo deve essere effettuato l’aggiornamento dell’addetto al Primo soccorso?

L’aggiornamento della formazione è obbligatorio ogni 3 anni. La sua durata è di 6 ore per le aziende del Gruppo A e di 4 ore per quelle dei Gruppi B e C.

10. Il corso di Primo soccorso può essere svolto interamente online (e-learning)?

No. La normativa impone che una parte del corso sia dedicata all’addestramento pratico su manovre specifiche (es. tecniche di rianimazione, medicazioni). Questa parte deve obbligatoriamente svolgersi in presenza con un istruttore qualificato.

11. Quali sono gli obblighi del datore di lavoro riguardo le attrezzature di Primo soccorso?

Il datore di lavoro deve fornire la cassetta di primo soccorso (per Gruppi A e B) o il pacchetto di medicazione (Gruppo C), assicurandosi che sia posizionata in un luogo accessibile e segnalato. Ha inoltre l’obbligo di garantirne la completezza e di controllare la scadenza dei prodotti.

12. Quali documenti o attestati devono essere conservati in azienda?

L’azienda deve conservare gli attestati di frequenza individuali di ogni addetto, che certificano la partecipazione sia al corso di formazione iniziale sia ai successivi corsi di aggiornamento periodico.

13. Cosa deve fare l’addetto al Primo soccorso in caso di emergenza?

Le azioni da compiere seguono tre passaggi fondamentali: 1) valutare la scena per garantire la sicurezza propria e della vittima; 2) chiamare immediatamente i soccorsi (112) fornendo informazioni precise; 3) assistere l’infortunato applicando le procedure apprese fino all’arrivo del personale sanitario.

14. Quali sanzioni rischia il datore di lavoro in caso di mancata nomina o formazione?

Il datore di lavoro rischia sanzioni di natura penale. La pena prevista è l’arresto da due a quattro mesi o, in alternativa, un’ammenda che può variare da 921,38 a 4.914,03 euro.

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