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Quali sono i lavori del futuro?

Categoria: Lavoro
Gen 17, 2025
Redazione
Quali sono i lavori del futuro

Il mondo del lavoro sta attraversando un rapido cambiamento, spinto da una serie di fattori che accelerano la nascita e il declino di specifiche professioni. Questo tema è cruciale non solo per le imprese e i lavoratori, in termini di selezione del personale e formazione continua, ma anche per chi è ancora impegnato negli studi e deve prendere decisioni importanti per il proprio futuro.

In questo articolo analizzeremo come si sta evolvendo il mercato del lavoro e quali sono i principali aspetti a cui prestare attenzione. Esamineremo le professioni in crescita, basandoci sui dati di una ricerca del World Economic Forum e su un approfondimento di Adecco riguardante le carriere del futuro.

Parleremo inoltre degli ambiti universitari più promettenti, con uno sguardo orientato alle opportunità lavorative dei prossimi anni. 

Concluderemo offrendo consigli utili per aziende e lavoratori interessati alle iniziative dell’Ente Bilaterale Enfea, in particolare in merito alla formazione continua e al supporto agli studi per i lavoratori e i loro figli.

Come sta cambiando il lavoro?

Il mondo del lavoro sta vivendo una trasformazione radicale e profonda, paragonabile per portata alle passate rivoluzioni industriali. I fattori che alimentano questo cambiamento sono strettamente interconnessi e stanno ridefinendo:

  • il modo in cui lavorano imprese, enti e singoli individui;
  • i luoghi in cui, o da cui, si svolge il lavoro;
  • le competenze richieste per restare competitivi ed evitare l’esclusione dal mercato.

Ma quali sono questi fattori interconnessi che stanno plasmando il mercato del lavoro? Ecco i principali.

1. Innovazione tecnologica

La digitalizzazione e l’automazione stanno rivoluzionando interi settori economici. Molte attività ripetitive vengono affidate a sistemi automatizzati e all’intelligenza artificiale, mentre emergono nuove professioni legate allo sviluppo e alla gestione di queste tecnologie. 

Questo cambiamento non implica necessariamente una perdita netta di posti di lavoro, ma piuttosto una redistribuzione delle opportunità verso ruoli che richiedono competenze diverse. Tuttavia, l’adattamento può risultare complesso: le aziende affrontano la carenza di personale specializzato, mentre le lavoratrici e i lavoratori devono potenziare le proprie competenze per restare al passo con le trasformazioni.

2. Lavoro da remoto (smart working)

Dopo l’accelerazione imposta dalla pandemia globale del 2020, il lavoro da remoto si sta consolidando. Le aziende stanno ripensando i propri spazi e politiche organizzative, mentre i lavoratori – soprattutto i più giovani – cercano un migliore equilibrio tra vita personale e professionale

Inoltre, le imprese stanno esplorando la possibilità di assumere talenti internazionali per attività gestibili completamente da remoto, superando i tradizionali confini geografici.

3. Sostenibilità ambientale

L’adeguamento alle normative ambientali sempre più stringenti e la crescente richiesta di pratiche sostenibili da parte dei consumatori stanno generando nuove opportunità lavorative nel settore green

Tra queste, troviamo la progettazione di prodotti sostenibili, la gestione di energie rinnovabili e l’implementazione di processi produttivi circolari, che vanno dalle materie prime alla gestione dei rifiuti post-consumo.

4. Obiettivi professionali

A seguito della pandemia e con l’ingresso nel mercato del lavoro della Generazione Z, sempre più persone cercano un’occupazione che offra significato e valori condivisi, oltre al compenso economico. 

Le aziende, di conseguenza, si stanno impegnando a migliorare il benessere dei dipendenti, a promuovere la diversità e l’inclusione, e a dimostrare un impatto sociale positivo per attrarre i migliori talenti.

Il cambiamento in atto intreccia tecnologia, aspetti sociali e sfide ambientali, rappresentando una trasformazione complessa e impegnativa per tutti gli attori coinvolti.

Quali saranno i lavori più importanti in futuro?

Passiamo ora all’analisi delle professioni che saranno più ricercate nei prossimi anni. Per delineare un quadro chiaro, ci affidiamo al report Future of Jobs 2023 del World Economic Forum, che fornisce una panoramica delle prospettive occupazionali fino al 2030.

Secondo l’indagine, condotta su un campione di 31.000 persone in 31 Paesi, il 71% dei manager preferisce assumere candidati con competenze tecnologiche specifiche rispetto a quelli con esperienza tradizionale. Questa tendenza evidenzia l’importanza crescente delle competenze digitali nel mercato del lavoro.

Il report individua le 10 professioni con la maggiore crescita prevista tra il 2023 e il 2027 (figura 3.3 del report):

  • AI and machine learning specialists: esperti di intelligenza artificiale e apprendimento automatico;
  • sustainability specialists: professionisti focalizzati su sostenibilità ambientale, sociale e organizzativa;
  • business intelligence analysts: analisti che estraggono valore dai dati aziendali attraverso l’incrocio di informazioni;
  • information security analysts: esperti in sicurezza informatica per la protezione di dati e sistemi;
  • FinTech engineers: specialisti nell’integrazione tra tecnologia e finanza;
  • data analysts and scientists: professionisti nell’analisi dei dati e nella programmazione avanzata;
  • robotics engineers: ingegneri che progettano sistemi robotici per automatizzare i processi industriali;
  • big data specialists: esperti nella gestione di grandi volumi di dati per decisioni strategiche;
  • agricultural equipment operators: operatori di macchinari agricoli tecnologicamente avanzati;
  • digital transformation specialists: figure che guidano le aziende nella transizione digitale.

Come si può notare, tutte queste professioni condividono una forte componente tecnologica e digitale. Questo dato conferma come l’innovazione tecnologica stia ridefinendo il futuro del lavoro, rendendo le competenze digitali una priorità per chiunque voglia restare competitivo nel mercato occupazionale.

Lo conferma anche il report Il lavoro che cambia dell’agenzia per il lavoro Adecco, che identifica 75 profili destinati a diventare sempre più richiesti dalle aziende e dai datori di lavoro a livello globale. Anche in questo caso, la tecnologia emerge come elemento chiave, influenzando la maggior parte dei ruoli individuati.

Quali sono le lauree del futuro?

Quale sarà il lavoro più richiesto tra 5 anni? Con i rapidi cambiamenti che stanno trasformando il mercato del lavoro, questa domanda assume un ruolo cruciale, soprattutto per i giovani che si apprestano a scegliere un percorso di studi superiore, universitario o post-laurea.

Uno studio congiunto di ANPAL e Unioncamere, intitolato Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2023-2027), offre un’interessante panoramica sulle prospettive lavorative dei laureati italiani nei prossimi anni. L’analisi delle previsioni di assunzione fino al 2025 evidenzia una forte richiesta di figure altamente qualificate in diversi settori strategici.

Ecco i principali ambiti con maggiore domanda di laureati:

  • area economico-statistica: questo settore guida la classifica, con una previsione di circa 40.000 nuove posizioni. Le competenze in ambito economico, finanziario e statistico si confermano essenziali per il sistema produttivo nazionale;
  • area giuridica e politico-sociale: con una stima di circa 39.000 laureati richiesti, questo ambito evidenzia l’importanza sempre maggiore delle competenze legali e sociali nel contesto lavorativo contemporaneo;
  • settore medico-sanitario: le previsioni indicano un fabbisogno compreso tra 33.500 e 35.300 unità, trainato dall’invecchiamento della popolazione e dalla crescente necessità di professionisti della salute nel sistema sanitario nazionale;
  • ingegneria: questo settore, fondamentale per l’innovazione e lo sviluppo industriale, prevede una richiesta tra 31.500 e 34.600 laureati, sottolineando la rilevanza delle competenze tecniche e ingegneristiche.

Un dato significativo emerso dallo studio riguarda il divario tra domanda e offerta di laureati. Si registra una lieve carenza di neolaureati rispetto alle esigenze del mercato del lavoro. Entro il 2025, il fabbisogno complessivo è stimato tra 3,5 e 3,9 milioni di lavoratori, considerando sia il settore pubblico che quello privato.

Queste proiezioni evidenziano l’importanza di una formazione universitaria mirata e di qualità. Settori come sanità, diritto, economia e ingegneria offrono prospettive particolarmente promettenti, rendendo strategico orientare le scelte formative verso questi ambiti chiave per lo sviluppo del Paese.

L’Ente Bilaterale Enfea e la formazione continua

In un mercato del lavoro in costante evoluzione, l’apprendimento continuo è ormai una necessità imprescindibile per lavoratrici, lavoratori e aziende. Le competenze richieste cambiano rapidamente, spingendo i lavoratori a mantenere aggiornate le proprie conoscenze per rimanere competitivi. Parallelamente, le aziende devono investire sempre più nella formazione per garantire una forza lavoro preparata ad affrontare le sfide future.

In questo scenario, gli Enti Bilaterali assumono un ruolo cruciale. Questi organismi paritetici, nati dalla collaborazione tra associazioni datoriali e sindacati dei lavoratori, si prefiggono di rappresentare e conciliare le esigenze di entrambe le parti. L’obiettivo è migliorare le condizioni di lavoro e operatività delle imprese, garantendo al contempo opportunità di sviluppo per i dipendenti.

Tra questi, Enfea, l’Ente Bilaterale costituito da CONFAPI insieme a CGIL, CISL, UIL, si distingue per le sue iniziative a favore delle PMI che applicano specifici contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL UNIGEC/UNIMATICA, UNIONCHIMICA, UNITAL, CONFAPI ANIEM, UNIONTESSILE, UNIONALIMENTARI). 

Nel dettaglio, Enfea offre un ampio ventaglio di prestazioni in favore di aziende, lavoratrici e lavoratori cui si rivolge, tra cui:

  • formazione esterna per i lavoratori assunti con contratto di apprendistato e conferma;
  • contributi per la formazione delle lavoratrici madri al rientro dal congedo di maternità;
  • sostegni economici per le spese scolastiche di scuola media inferiore e superiore;
  • contributi universitari per studenti lavoratori o figli di lavoratori;
  • supporto per il conseguimento della laurea.

In un contesto lavorativo caratterizzato da cambiamenti rapidi e costanti, la formazione continua non è solo una strategia per costruire una carriera solida, ma anche uno strumento fondamentale per le aziende che vogliono affrontare le trasformazioni in atto e sfruttarne le opportunità.

Grazie anche al supporto degli Enti Bilaterali come Enfea, lavoratori e imprese possono contare su risorse concrete per affrontare le sfide quotidiane e prepararsi al futuro, promuovendo al contempo una crescita equilibrata e sostenibile.

ENFEA è l’ente bilaterale costituito da CONFAPI e CGIL, CISL e UIL a cui aderiscono le imprese che applicano i CCNL UNIGEC/UNIMATICA, UNIONCHIMICA, UNITAL, CONFAPI ANIEM, UNIONTESSILE e UNIONALIMENTARI.

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