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Com’è regolato il lavoro a turni

Categoria: Normative
Nov 29, 2023
Redazione
Com'è regolato il lavoro a turni

Oggigiorno il lavoro su turni abbraccia sempre più settori economici; oltre a coloro che operano nei settori dell’emergenza e sicurezza, come operatori sanitari, vigili del fuoco e forze dell’ordine, infatti, troviamo anche operai, impiegati, addetti della logistica (che è attiva anche in orari notturni per ridurre i tempi di consegna) o lavoratrici e lavoratori della grande distribuzione.

Dunque, i turnisti possono fare riferimento ai settori più disparati, ed è importante conoscere diritti e doveri legati a questa particolare organizzazione dell’orario di lavoro.

In questo articolo vedremo qual è la normativa di riferimento, a partire da quella nazionale, con regole valide a livello generale, passando per le deroghe concesse ai contratti collettivi, per poi analizzare la normativa europea in materia di salute e sicurezza dei lavoratori.

Vedremo, poi, una sentenza della Corte di Cassazione che si occupa della congruità del preavviso in caso di cambio turno.

Infine, scopriremo cos’è l’indennità di turno e a chi spetta questa maggiorazione della retribuzione.

Occorre inoltre ricordare che, oltre alle leggi e alle sentenze, le normative specifiche per settore sono contenute sia nei contratti collettivi nazionali, che negli accordi aziendali  in caso di esigenze specifiche nell’organizzazione del lavoro.

Qual è la normativa che regola il lavoro a turni?

In Italia il lavoro a turni è normato dal D.Lgs.66/2003, che fornisce una definizione del lavoratore coinvolto in un’organizzazione a turni. Si tratta di 

“qualsiasi lavoratore il cui orario di lavoro sia inserito nel quadro del lavoro a turni”.

A questa base normativa, valida per tutte le lavoratrici e i lavoratori, si affiancano poi le previsioni dei contratti collettivi di categoria e dei contratti collettivi aziendali.

La normativa nazionale e i vari contratti collettivi nazionali regolano, nel dettaglio, i seguenti aspetti:

  • limiti di durata delle prestazioni di lavoratrici e lavoratori;
  • periodi di riposo fra i turni;
  • integrazioni dei compensi per il lavoro svolto nei turni.

Le regole, seppure in una struttura analoga, possono variare in base al settore in cui si lavora e agli accordi sindacali applicati in azienda

L’integrazione tra decreto e contratti, ad esempio, emerge dalla lettura dell’art. 17 del D.Lgs. 66, che consente ai contratti collettivi di derogare all’obbligo di riposo giornaliero minimo di 11 ore consecutive per i turnisti nei casi in cui il lavoratore cambi squadra e non possa usufruire di detto riposo tra la fine del servizio di una squadra e l’inizio di quello della squadra successiva. 

Parlando, invece, di riposo settimanale, il decreto prevede una deroga per i turnisti al principio secondo il quale: 

“il lavoratore ha diritto ogni sette giorni a un periodo di riposo di almeno ventiquattro ore consecutive, di regola in coincidenza con la domenica, da cumulare con le ore di riposo giornaliero”. 

Deroga che vale nei casi in cui: 

“il lavoratore cambi squadra e non possa usufruire, tra la fine del servizio di una squadra e l’inizio di quello della squadra successiva, di periodi di riposo settimanale”.

Inoltre, occorre ricordare che le regole sul lavoro a turni vanno integrate con quelle specificamente previste per il lavoro notturno, quelle mansioni svolte in tutto o in parte nella fascia oraria che va da mezzanotte alle cinque del mattino, e che le modalità di lavoro a turno, in alcuni casi, possono essere previste anche nella lettera di assunzione.

Leggi anche il nostro approfondimento Qual è la norma di riferimento per il lavoro notturno?

Normativa europea sul lavoro a turni

Alle leggi nazionali e ai CCNL si affianca poi la normativa comunitaria, attraverso la Direttiva 93/104/CE, che fornisce agli Stati membri le prescrizioni minime in materia di sicurezza e di salute nell’organizzazione dell’orario di lavoro, relative anche al lavoro a turni, contemplato nell’art.12, che impone agli Stati UE di:

  • garantire la protezione in materia di sicurezza e di salute adatta alla natura del lavoro a turni;
  • fornire ai lavoratori a turni, e a quelli notturni, servizi o mezzi di protezione e prevenzione equivalenti, e disponibili in qualsiasi momento, a quelli applicabili agli altri lavoratori.

La Direttiva UE fornisce un impianto normativo a cui gli Stati membri, e dunque le aziende che in questi Stati operano, devono adeguarsi per garantire la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori.

Comunicazione dei turni di lavoro

Conoscere i propri turni di lavoro, entro un lasso di tempo congruo, costituisce un diritto di lavoratrici e lavoratori, che in questo modo possono pianificare e gestire la propria vita al di fuori delle mansioni professionali.

A sancire con chiarezza questo diritto è intervenuta una sentenza della Corte di Cassazione, la n. 12962 del 2008

La Suprema Corte in particolare chiarisce due questioni:

  • modalità di comunicazione dei turni di lavoro; 
  • tempo di preavviso necessario.

L’azienda dovrebbe informare i lavoratori circa i turni di lavoro con un anticipo ritenuto congruo rispetto alla possibilità, per i dipendenti, di organizzare il proprio tempo libero (ad esempio pianificare visite mediche, attività di svago, vita associativa, impegni dei figli, ecc.). 

L’assenza del preavviso congruo rappresenta per la Cassazione un impedimento alla libera modificabilità dei turni da parte del datore di lavoro.

Cos’è l’indennità di turno?

L’indennità di turno è una maggiorazione della retribuzione dei turnisti, prevista da alcuni contratti collettivi. Lo scopo è quello di indennizzare, appunto, i lavoratori per un’attività che non ha orari fissi ma che cambia periodicamente e rende più complesso l’equilibrio vita-lavoro.

Tipicamente, si tratta di un aumento della retribuzione oraria in termini percentuali, con un trattamento diverso a seconda che i turni siano diurni o notturni. Inoltre, sono previste integrazioni se il turno cade di domenica.

In alternativa, l’indennità può essere anche offerta attraverso benefici diversi da quello economico, come ad esempio un numero maggiore di giorni di riposo, i cosiddetti riposi compensativi.

Anche su questo tema è intervenuta la Corte di Cassazione con la sentenza n. 8254 del 2010, stabilendo che l’indennità di turno non spetta ai lavoratori turnisti che lavorano in una organizzazione che non offre la continuità del servizio, cioè non svolge attività di domenica e nei giorni festivi, per esempio.

La questione dell’indennità conferma l’importanza di conoscere bene il proprio contratto collettivo di riferimento, per esercitare appieno i propri diritti e conoscere i doveri legati al lavoro svolto.

Il nostro consiglio, per avere un quadro completo, è quello di rivolgersi al proprio sindacato di riferimento o a un delegato sindacale, se presente in azienda.

ENFEA è l’ente bilaterale costituito da CONFAPI e CGIL, CISL e UIL a cui aderiscono le imprese che applicano i CCNL UNIGEC/UNIMATICA, UNIONCHIMICA, UNITAL, CONFAPI ANIEM, UNIONTESSILE e UNIONALIMENTARI.

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