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Qual è la norma di riferimento per il lavoro notturno?

Categoria: Lavoro
Ago 9, 2023
Redazione
Qual è la norma di riferimento per il lavoro notturno

Il lavoro notturno è una realtà sempre più presente nella società moderna, con un numero crescente di professionisti che operano durante le ore più tarde della giornata.   

Questa pratica si è diffusa in vari settori, dal settore sanitario e di emergenza, al mondo della ristorazione, della sicurezza e della produzione industriale, ma può essere eseguita solo a determinate condizioni, che vedremo più nel dettaglio nel corso dell’articolo.

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è il lavoro notturno, quali sono le sue caratteristiche, e cosa prevede la normativa di riferimento nel nostro Paese.

Com’è regolato il lavoro notturno in Italia?

Il lavoro notturno, in Italia, è disciplinato dal D.Lgs. 8 aprile 2003, n. 66 e dalla contrattazione collettiva

Cosa stabilisce il decreto? Innanzitutto, definisce i concetti di “periodo notturno” e “lavoratore notturno”:

  • periodo notturno: periodo di almeno sette ore consecutive, comprendenti l’intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino;
  • lavoratore notturno:
    • qualsiasi lavoratore che, durante il periodo notturno, svolga almeno tre ore del suo tempo di lavoro giornaliero impiegato in modo normale;
    • qualsiasi lavoratore che svolga, durante il periodo notturno, almeno una parte del suo orario di lavoro, secondo le norme  definite dai Contratti Collettivi di Lavoro. In difetto di disciplina collettiva, è considerato lavoratore notturno qualsiasi lavoratore che svolga, per almeno tre ore, lavoro notturno per un minimo di ottanta giorni lavorativi all’anno. Il suddetto limite minimo è riproporzionato in caso di lavoro a tempo parziale.

In sintesi, si parla di lavoro notturno quando viene svolto, anche per una porzione del totale di ore lavorative previste dal CCNL, nel periodo che va da mezzanotte alle 5 del mattino, o, in assenza di un contratto collettivo, per almeno 3 ore al giorno o per un minimo di ottanta giorni lavorativi all’anno

Insomma, non è sufficiente lavorare di notte per essere considerato un lavoratore notturno, ma è necessario farlo per un determinato periodo di tempo e per un numero minimo di ore giornaliere

L’orario di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori notturni non può superare le otto ore in media nelle ventiquattro ore, salva diversa indicazione prevista dai contratti collettivi o aziendali, migliorativa della norma di legge.

Chi è escluso dal lavoro notturno?

Non tutti possono essere adibiti al lavoro notturno, per ragioni principalmente legate alla sicurezza e alla salute dei dipendenti

Come si legge, infatti, nell’articolo 11 del succitato Decreto legislativo: 

“L’inidoneità al lavoro notturno può essere accertata attraverso le competenti strutture sanitarie pubbliche.”

A tal proposito, la normativa vigente e i contratti collettivi riporta l’elenco dei soggetti che non devono svolgere lavoro notturno: 

  • le lavoratrici, dall’accertamento dello stato di gravidanza fino al compimento di un anno di età del bambino;
  • la lavoratrice madre di un figlio di età inferiore a tre anni o, in alternativa, il lavoratore padre convivente con la stessa;
  • la lavoratrice o il lavoratore che sia l’unico genitore affidatario di un figlio convivente di età inferiore a dodici anni;
  • la lavoratrice madre adottiva o affidataria di un minore, nei primi tre anni dall’ingresso del minore in famiglia, e comunque non oltre il dodicesimo anno di età o, in alternativa e alle stesse condizioni, il lavoratore padre adottivo o affidatario convivente con la stessa;
  • la lavoratrice o il lavoratore che abbia a proprio carico un soggetto disabile ai sensi della legge 5 febbraio 1992, n. 104, e successive modificazioni.

La contrattazione collettiva non può derogare a queste limitazioni, ma può eventualmente ampliare la platea interessata

In ogni caso, qualora sopraggiunga una condizione di inidoneità alla  prestazione di lavoro notturno, accertata dal medico competente o dalle strutture sanitarie pubbliche, la lavoratrice o il lavoratore verrà assegnato al lavoro diurno.

Retribuzione più alta e pensione anticipata

Per il lavoro notturno è prevista una maggiorazione della retribuzione in busta paga, che può variare in percentuale rispetto a quella base in maniera differente a seconda del CCNL applicato

In media, si calcola una percentuale di maggiorazione che si aggira tra il 15% e il 30%; in caso di lavoro notturno straordinario, questa retribuzione extra aumenta ulteriormente.  

Inoltre, essendo riconosciuto come lavoro usurante, i lavoratori notturni possono accedere alla pensione anticipata, a patto che l’attività usurante sia svolta per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni di lavoro o per almeno metà della vita lavorativa complessiva.

Per maggiori delucidazioni, invitiamo a rivolgersi al proprio sindacato di riferimento o a un patronato

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