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Come distinguere tra micro, piccole, medie e grandi imprese?

Categoria: Lavoro
Dic 19, 2022
Redazione
Come distinguere tra micro, piccole, medie e grandi imprese

L’Italia, com’è ampiamente noto e riconosciuto, è il Paese delle PMI, delle micro, piccole e medie imprese, alle quali si affiancano un numero più ridotto di grandi imprese, in genere di fama internazionale. 

Secondo l’ultimo censimento delle imprese pubblicato dall’ISTAT, si evince che: 

“Nel 2019 in Italia erano attive quasi 4,4 milioni di imprese non agricole, con 17,4 milioni di addetti. Oltre il 60% delle imprese aveva al più un solo addetto (in genere ditte individuali con il titolare lavoratore indipendente), e un ulteriore terzo della popolazione erano microimprese tra i 2 e i 9 addetti; questi due segmenti insieme occupavano circa 7,5 milioni di addetti. Le piccole imprese, tra i 10 e i 49 addetti erano quasi 200 mila e quelle medie e grandi 28mila, cioè meno dello 0,7%: queste ultime rappresentavano però più di un terzo dell’occupazione e oltre la metà del valore aggiunto prodotto.”

“Il sistema produttivo italiano si caratterizza per avere la popolazione d’imprese più numerosa”; insomma, siamo un Paese pieno di imprese, con un tasso più alto rispetto alla media UE.

Ma a cosa si fa riferimento, di preciso, quando si parla di micro, piccole, medie e grandi imprese? Vediamo insieme come distinguerle. 

Definizione di PMI

Prendiamo come riferimento la “Guida dell’utente alla definizione di PMI” redatta dalla Commissione Europea, alla quale i vari Paesi membri devono adeguarsi, compreso il nostro, secondo la quale la definizione di PMI prende in considerazione i tre criteri seguenti:

  • effettivi, ovvero i dipendenti impiegati nell’impresa, ad esclusione degli apprendisti con contratto di apprendistato, gli studenti con contratto di formazione professionale e i dipendenti in congedo di maternità o parentale;
  • fatturato annuo;
  • totale di bilancio annuo, ovvero il valore dei principali attivi di un’impresa.

Secondo questo schema, la categoria delle micro, piccole e medie imprese è costituita da imprese che hanno meno di 250 occupati e il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro, oppure il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro.

micro piccole medie e grandi imprese

Vediamo, ora, come distinguere tra micro, piccole, medie e grandi imprese.

Cosa sono le micro imprese

Iniziamo dalle imprese più piccole in assoluto, ovvero le cosiddette micro imprese. Secondo la definizione fornita dalla Commissione Europea, si parla di micro impresa quando si rispettano i seguenti due requisiti:

  • meno di 10 occupati;
  • un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro.

Ci riferiamo, quindi, a piccole attività, principalmente operanti nel commercio al dettaglio, nell’artigianato o nei servizi. 

Cosa sono le piccole imprese

Salendo di livello, si giunge alle piccole imprese, che rappresentano già una realtà societaria più strutturata, seppur di dimensioni ancora ridotte

I requisiti per essere definita piccola impresa sono i seguenti: 

  • meno di 50 occupati;
  • un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 10 milioni di euro.

In questo caso i settori di intervento sono molto più ampi, e comprendono anche il commercio all’ingrosso e la produzione di beni e servizi. 

Cosa sono le medie imprese

Per gli standard italiani, le medie imprese sono quasi da considerare come delle realtà grandi, in particolare se confrontate con il resto dell’UE e del mondo. 

Come abbiamo riportato prima, infatti, citando il censimento dell’ISTAT, la stragrande maggioranza delle imprese del nostro Paese sono micro e piccole, mentre le medie e grandi imprese rappresentano solo lo 0,7% del totale

Si definisce media impresa quella in possesso dei seguenti due requisiti: 

  • meno di 250 occupati;
  • un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 43 milioni di euro.

Molto spesso le medie imprese italiane operano in settori ad alta competitività e godono di una certa estensione a livello internazionale.

Ecco uno schema riassuntivo per distinguere micro, piccole e medie imprese.

Come distinguere tra micro, piccole, medie e grandi imprese

Cosa sono le grandi imprese

Concludiamo questo percorso attraverso la definizione di PMI con le realtà che, nei fatti, esulano da questa sigla

In effetti, PMI è l’acronimo di Piccole e Medie Imprese, quindi le grandi imprese occupano uno spazio diverso e, come già menzionato, molto minoritario rispetto al totale delle aziende operanti nel nostro Paese. 

Nonostante il numero ridotto di grandi imprese in Italia, insieme alle medie imprese rappresentano però più di un terzo dell’occupazione e oltre la metà del valore aggiunto prodotto

Sintetizzando, lo 0,7% delle imprese italiane occupano ⅓ del totale delle lavoratrici e dei lavoratori e producono il 50% del valore aggiunto prodotto

Detto questo, si definisce grande un’impresa con: 

  • più di 250 dipendenti
  • un fatturato annuo superiore a 50 milioni di euro o un bilancio annuo superiore a 43 milioni di euro.

Per approfondire la realtà economica e imprenditoriale del nostro Paese invitiamo a consultare il rapporto dell’ISTAT, disponibile qui

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