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La gestione dei lavoratori videoterminalisti: pause, sorveglianza e tutele

Categoria: Lavoro
Ago 6, 2025
Redazione
La gestione dei lavoratori videoterminalisti pause sorveglianza e tutele

Il lavoro al computer è ormai una condizione frequentissima per quasi tutte le professioni, in particolare per quelle definite “da ufficio” (e non solo), ma non tutte le lavoratrici e i lavoratori che utilizzano un computer per lo svolgimento delle proprie mansioni sono da considerarsi come lavoratori videoterminalisti.  

In effetti, per rientrare in questa definizione è necessario il rispetto di alcuni requisiti specifici, dettati dalla normativa vigente. 

Inoltre, è importante sottolineare che il lavoro al videoterminale espone a molti rischi di salute, per questo è essenziale che le postazioni, le modalità di svolgimento dei compiti previsti e gli ambienti di lavoro siano conformi alle regole, al fine di minimizzare questi rischi

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cosa prevede la gestione dei lavoratori videoterminalisti in azienda.

Introduzione al lavoro la videoterminale (VTL)

Per comprendere i rischi e le tutele associate a questa modalità lavorativa, sempre più diffusa in diversi contesti, dagli uffici agli ambienti produttivi con funzioni di controllo o progettazione, è necessario partire dalle basi, e spiegare cos’è e in cosa consiste il lavoro al videoterminale (VTL). 

1. Definizione di Videoterminale (VDT)

Il termine Videoterminale (VDT), o VDU (Video Display Unit), è definito dal D.Lgs. 81/08, all’articolo 173 comma 1a, come “uno schermo alfanumerico o grafico a prescindere dal tipo di procedimento di visualizzazione utilizzato”.

Questa definizione è ampia e include tutti i tipi di visualizzazione, dai vecchi schermi a tubo catodico ai moderni schermi piatti, a LED, con interfaccia grafica o testuale.

Esistono tuttavia alcune esclusioni dall’applicazione delle normative sui VDT, specificate dall’articolo 172 del D.Lgs. 81/08. Tali esclusioni riguardano i lavoratori addetti a:

  • posti di guida di veicoli o macchine;
  • sistemi informatici montati a bordo di mezzi di trasporto;
  • sistemi informatici destinati prioritariamente all’utilizzazione da parte del pubblico (ad esempio, computer a disposizione del pubblico, totem informativi o di servizio);
  • macchine calcolatrici, registratori di cassa e attrezzature di misura munite di un piccolo schermo per la visualizzazione di dati o misure;
  • macchine da videoscrittura senza schermo separato (come le macchine da scrivere elettroniche con schermo integrato e capacità di memorizzazione).

Questo elenco ci fa capire che la presenza di uno schermo non rappresenta una condizione necessaria e sufficiente affinché si configuri il lavoro al videoterminale. 

2. Il posto di lavoro al VDT

Il posto di lavoro al VDT è definito come un insieme integrato

che comprende non solo il videoterminale stesso, ma una serie di elementi interconnessi, nello specifico i seguenti:

  • attrezzature munite di videoterminale;
  • dispositivi di immissione dati, come tastiera e mouse, o altri sistemi di puntamento;
  • software per l’interfaccia uomo-macchina;
  • eventuali accessori opzionali e apparecchiature connesse, quali unità a dischi, telefono, modem, stampante, scanner o unità di memoria esterne;
  • elementi specifici della postazione come il supporto per i documenti, la sedia e il piano di lavoro (scrivania);
  • l’ambiente di lavoro immediatamente circostante.

Come vedremo più nel dettaglio nel corso dell’articolo, tutte queste componenti devono rispondere a specifici requisiti di sicurezza e sono considerate un insieme al cui centro si trova la lavoratrice o il lavoratore addetto al videoterminale. 

La valutazione dei rischi deve tenere conto di tutti questi elementi, che insieme determinano i potenziali rischi per la salute.

3. Chi sono i lavoratori addetti al videoterminale?

Un lavoratore addetto al videoterminale è colui che utilizza un’attrezzatura munita di VDT in modo sistematico o abituale, per almeno venti ore settimanali, dedotte le pause obbligatorie, delle quali parleremo più avanti.

Com’è facile intuire, questa definizione ha subito evoluzioni nel tempo. Inizialmente, la Direttiva Comunitaria 90/270/CEE del 1990 definiva come lavoratore videoterminalista qualsiasi soggetto che utilizzasse “regolarmente, durante un periodo significativo del suo lavoro normale, un’attrezzatura munita di videoterminale”, lasciando incertezza sui tempi. 

Successivamente, il D.Lgs. 626/94 ha specificato un utilizzo “per almeno quattro ore consecutive al giorno per tutta la settimana lavorativa”. Con la Legge 422/00 e poi con il D.Lgs. 81/08, il requisito delle quattro ore consecutive giornaliere è stato rimosso, e la definizione è stata riformulata sull’attuale criterio delle venti ore settimanali.

Il concetto di “utilizzo sistematico e abituale” implica che l’uso del VDT sia una parte necessaria e costante dell’attività lavorativa, escludendo quindi l’uso saltuario, occasionale o per tempi ridotti. 

Per le lavoratrici e i lavoratori che rientrano in questa definizione, sono previsti specifici obblighi e tutele, come la sorveglianza sanitaria e la formazione specifica.

Quali sono i rischi per la salute associati al lavoro al VDT

Il lavoro al videoterminale (VDT) comporta specifici rischi per la salute delle lavoratrici e dei lavoratori, che non sono direttamente correlati allo strumento in sé, ma piuttosto al modo in cui il lavoratore lo utilizza e all’ambiente circostante. 

La legislazione sulla salute e sicurezza sul lavoro, in particolare il D.Lgs. 81/08, impone al datore di lavoro l’obbligo di valutare questi rischi e adottare misure preventive per minimizzare l’esposizione.

I principali effetti sulla salute derivanti dall’utilizzo prolungato del VDT sono stati evidenziati in studi epidemiologici e sono riconducibili a tre categorie principali

  1. disturbi oculo visivi;
  2. disturbi muscoloscheletrici;
  3. affaticamento mentale o stress. 

Tali effetti dipendono da vari fattori, tra cui la durata dell’esposizione, le caratteristiche della postazione e dell’ambiente, le specifiche dell’hardware e del software, e la natura del lavoro svolto.

Vediamo più nel dettaglio i rischi a cui è esposto il lavoratore videoterminalista.

1. Rischi per la vista e per gli occhi (astenopia o affaticamento visivo)

Le attività al VDT sono considerate particolarmente rischiose per la vista a causa della necessità di concentrare lo sguardo sullo schermo per lunghi periodi. Circa l’85% degli utilizzatori di VDT può manifestare sintomi di disturbi agli occhi, tanto che è stata definita una sindrome da visione al computer (INAIL).

Le cause principali sono le seguenti:

  • luminosità e contrasto: eccessiva o scarsa luminosità dell’ambiente di lavoro o dello schermo, contrasto luminoso con lo schermo, riflessi da superfici lucide, o luce diretta (naturale o artificiale) su occhi o schermo. La differenza di luminosità tra l’area di lavoro e l’ambiente circostante o tra lo schermo e l’ambiente richiede un continuo adattamento dell’apparato visivo, causando affaticamento;
  • impegno visivo prolungato: la necessità di concentrare lo sguardo a lungo su un punto vicino (schermo, tastiera, fogli) affatica i muscoli che controllano il movimento, la convergenza e la messa a fuoco degli occhi;
  • movimenti oculari ripetitivi: spostare frequentemente lo sguardo tra schermo, tastiera e documenti cartacei;
  • secchezza oculare: la minore frequenza di battito delle palpebre, dovuta alla concentrazione prolungata, riduce l’umidificazione degli occhi, causando secchezza. Questo può essere aggravato da sistemi di condizionamento che creano correnti d’aria, ambienti secchi, o presenza di polvere/contaminanti nell’aria;
  • difetti visivi non corretti: possono contribuire all’insorgenza dei disturbi, richiedendo un ulteriore sforzo visivo;
  • invecchiamento fisiologico.

I sintomi più comuni dell’astenopia sono:

  • bruciore e arrossamento agli occhi;
  • stanchezza della vista, visione annebbiata o sdoppiata (fuori fuoco);
  • ammiccamento frequente o lacrimazione;
  • fastidio alla luce (fotofobia);
  • mal di testa ed emicrania, dolore al collo e alle spalle;
  • senso di corpo estraneo, pesantezza.

2. Rischi muscoloscheletrici

Mantenere una postura fissa o scorretta davanti al videoterminale per tempi prolungati, unitamente a movimenti ripetitivi, può comportare rischi per il sistema muscoloscheletrico

Circa il 20% degli utilizzatori di computer sviluppa disturbi muscoloscheletrici.

Le cause principali sono:

  • posture costrette o scorrette: accavallare le gambe, irrigidire il collo, curvare la schiena, inclinare la testa in avanti, spalle non rilassate o torsioni del collo. In particolare, la postura seduta scorretta può alterare le curve fisiologiche della colonna vertebrale (es. perdita della lordosi lombare), causando una compressione anomala dei dischi intervertebrali;
  • tempi di mantenimento prolungati di tali posture: la condizione statica affatica i muscoli e può generare contratture e problemi circolatori;
  • movimenti rapidi e ripetitivi di mani e dita: specialmente nell’uso intensivo di tastiera e mouse, possono portare a sovraccarichi biomeccanici;
  • scarsa ergonomia della postazione: sedile non adeguato, tavolo lucido che causa riflessi, disposizione non ottimale degli strumenti (schermo, tastiera, mouse, documenti, telefono, stampante) che costringe a movimenti continui o posture incongrue;
  • uso di dispositivi portatili: l’uso prolungato di computer portatili, tablet o cellulari senza accessori esterni (tastiera, mouse, supporto) costringe ad assumere posizioni scorrette della testa, del collo e della schiena.

Le patologie e i sintomi più comuni, associati al lavoro al VDT, sono:

  • mal di schiena e dolori lombari: i più frequenti, dovuti alla compressione anomala dei dischi intervertebrali in postura seduta scorretta;
  • dolori cervicali e sindrome tensiva del collo: causati da posizioni scorrette della testa e del collo;
  • infiammazioni dei tendini della spalla, artrite o dolori dovuti alla tensione muscolare;
  • tendiniti di polso e mano, sindrome del tunnel carpale, borsiti, tenosinoviti: causate da posizioni scorrette o appoggio forzato del polso durante l’uso di tastiera e mouse;
  • intorpidimento e irrigidimento di vari segmenti corporei.

3. Fatica mentale e stress

La necessità di mantenere la concentrazione su un compito per lunghi periodi, spesso in un contesto di ripetitività e monotonia, o con compiti che richiedono un notevole impegno cognitivo, comporta un rischio di affaticamento mentale

Le cause principali sono:

  • monotonia e ripetitività delle operazioni: compiti che offrono poca varietà e stimoli ridotti;
  • scarsa conoscenza del software: la limitata conoscenza del programma utilizzato, e il senso di abbandono che ne deriva in caso di difficoltà, richiede un’adeguata formazione e supporto;
  • pressione temporale: ritmi di lavoro stringenti o tempi di esecuzione troppo ristretti possono indurre stress, errori e “scorciatoie” scorrette;
  • sovraccarico o sottocarico di lavoro: sia in termini quantitativi che di responsabilità, o compiti di controllo con poca variabilità;
  • condizioni ambientali non ottimali: sovraffollamento, rumore ambientale, interferenze, temperatura non adeguata, umidità e qualità dell’aria scadente possono essere fonte di disagio e contribuire all’affaticamento mentale;
  • clima aziendale e relazioni sociali: rapporti con colleghi e superiori, mancanza di supporto, lavoro solitario;
  • incertezza: ambiguità degli obiettivi, delle informazioni, dei segnali e dei comandi;
  • interazione con il pubblico: attività come call center o sportelli possono essere una fonte particolare di stress a causa della varietà dei clienti e delle richieste.

Gli effetti sulla salute del lavoratore e i sintomi più frequenti sono:

  • fatica mentale e stress: stanchezza eccessiva, sonnolenza, irritabilità, sensazione di inadeguatezza, ansia, depressione;
  • diminuzione delle prestazioni lavorative con conseguente aumento degli errori;
  • disturbi fisici aspecifici: mal di testa, tachicardia, disturbi digestivi, rigidità muscolare, peggioramento dei disturbi muscoloscheletrici e visivi;
  • compromissione della capacità di reazione e adattamento positivo agli eventi nel tempo.

È importante sottolineare che, allo stato attuale delle conoscenze, si escludono effetti diretti delle radiazioni (ionizzanti o non ionizzanti) sulla salute degli addetti al VDT o sulla loro prole, poiché i livelli di radiazioni emesse sono stati ridotti a livelli trascurabili e sono paragonabili a quelli presenti nei comuni ambienti di vita e di lavoro (INAIL).

Obblighi del datore di lavoro e misure di prevenzione

Il datore di lavoro ha un ruolo centrale nella gestione della sicurezza e della salute delle lavoratrici e dei lavoratori addetti al videoterminale (VDT), sulla base di quanto definito dalle normative vigenti.

Nell’ambito della valutazione generale dei rischi, deve analizzare i posti di lavoro con VDT, con particolare attenzione a:

  • i rischi per la vista e per gli occhi;
  • i problemi legati alla postura e all’affaticamento fisico o mentale;
  • le condizioni ergonomiche e di igiene ambientale.

A seguito di questa valutazione, è tenuto ad adottare le misure appropriate per ovviare ai rischi riscontrati, tenendo conto della somma o combinazione delle incidenze dei rischi. L’obiettivo è minimizzare i rischi o, se non possibile eliminarli, ridurli al massimo.

La linea guida centrale in questo processo è rappresentata, senza dubbio, dall’Allegato XXXIV del Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro.

L’Allegato XXXIV: requisiti minimi per la sicurezza

L’Allegato XXXIV del D.Lgs. 81/08 è un allegato tecnico fondamentale che stabilisce i requisiti minimi di sicurezza per l’adeguamento dei posti di lavoro al Videoterminale (VDT). Il suo scopo è garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori addetti ai VDT, imponendo al datore di lavoro l’obbligo di organizzare e predisporre le postazioni di lavoro in conformità a tali requisiti.

Questi requisiti minimi non sono esaustivi, ma possono e devono essere integrati con indicazioni più ampie e dettagliate presenti nella normativa tecnica specifica. Le disposizioni dell’Allegato XXXIV sono suddivise in tre aree principali: 

  1. le attrezzature di lavoro; 
  2. l’ambiente di lavoro;
  3. l’interfaccia elaboratore-uomo (software).

Approfondiamo insieme, integrando quanto indicato nel testo di legge con le indicazioni fornite dall’INAIL, e riportate in vari opuscoli consultabili qui

1. Attrezzature di Lavoro

L’utilizzo delle attrezzature non deve essere fonte di rischio per i lavoratori. Nello specifico, l’allegato stabilisce i requisiti che devono avere i vari componenti che compongono la postazione da lavoro al videoterminale.

  • Schermo:
    • deve essere orientabile e inclinabile liberamente e facilmente per adattarsi alle esigenze dell’utilizzatore. È possibile utilizzare un sostegno separato o un piano regolabile per lo schermo;
    • l’immagine deve essere stabile, esente da sfarfallio o altre forme di instabilità;
    • i caratteri devono avere buona definizione, forma chiara e grandezza sufficiente, con adeguato spazio tra caratteri e linee;
    • la brillanza (luminosità) e il contrasto tra caratteri e sfondo devono essere facilmente regolabili dall’utilizzatore e adattabili alle condizioni ambientali;
    • non deve presentare riflessi o riverberi che possono causare fastidio;
    • la regolazione alto-basso e destra-sinistra è necessaria per eliminare i riflessi.
  • Tastiera:
    • deve essere inclinabile e dissociata dallo schermo per consentire una posizione confortevole di mani e braccia, evitando affaticamento;
    • deve esserci spazio sufficiente davanti alla tastiera per l’appoggio di mani e avambracci (circa 15 cm);
    • la superficie deve essere opaca e antiriflesso;
    • la disposizione e le caratteristiche dei tasti devono agevolarne l’uso;
    • il colore della tastiera non dovrebbe essere né nero né bianco, per evitare problemi di riflessione e contrasto.
  • Mouse (o altri dispositivi di puntamento): devono essere posti sullo stesso piano della tastiera e facilmente raggiungibili.
  • Piano di lavoro (scrivania):
    • deve avere una superficie poco riflettente (opaca) e di colore chiaro, possibilmente diverso dal bianco;
    • deve essere di dimensioni sufficienti per disporre in modo flessibile schermo, tastiera, documenti e altro materiale accessorio;
    • la profondità deve consentire una corretta distanza visiva dallo schermo (50-70 cm), e può essere maggiore per schermi grandi;
    • deve essere stabile e avere un’altezza (fissa o regolabile) tra 70 e 80 cm;
    • deve garantire uno spazio idoneo per il comodo alloggiamento e la movimentazione degli arti inferiori e per l’alloggiamento del sedile;
    • i bordi non devono avere spigoli vivi, ma arrotondati.
  • Sedile di lavoro:
    • deve essere stabile, girevole e dotato di basamento a cinque punti di appoggio per evitare slittamenti e rovesciamenti;
    • seduta e schienale devono essere regolabili in altezza e inclinazione in maniera indipendente per assicurare un buon appoggio dei piedi e il sostegno della zona lombare. Lo schienale dovrebbe essere regolato tra 90° e 110°;
    • i bordi della seduta devono essere smussati, il materiale non troppo cedevole, permeabile e lavabile, senza compromettere il comfort;
    • deve essere facilmente spostabile;
    • se necessario, deve essere previsto un poggiapiedi separato per favorire una postura adeguata.
  • Supporto per i documenti:
    • deve essere stabile e regolabile e collocato in modo da ridurre il più possibile i movimenti della testa e degli occhi dell’operatore.
  • Computer portatili e tablet:
    • se utilizzati in modo prolungato in un posto di lavoro fisso, richiedono la fornitura di tastiera e mouse (o altro dispositivo di puntamento) esterni, nonché di un idoneo supporto per il corretto posizionamento dello schermo rispetto agli occhi. In caso di schermi piccoli, è richiesto anche uno schermo esterno.

2. Ambiente di Lavoro

L’ambiente di lavoro deve rispondere a specifici requisiti di sicurezza, così come indicato nell’allegato di cui sopra.

Vediamo quali sono:

  • Spazio: il posto di lavoro deve essere ben dimensionato e allestito per consentire sufficiente spazio per i cambiamenti di posizione e i movimenti operativi.
  • Illuminazione:
    • deve essere sufficiente e fornire un contrasto adeguato tra lo schermo e l’ambiente, in relazione ai compiti e alle caratteristiche dell’operatore;
    • la postazione deve essere disposta in modo da evitare riflessi, abbagliamenti o eccessivi contrasti di luminanza da fonti di luce naturali o artificiali. Le superfici di finestre, pareti, attrezzature e piano di lavoro devono essere tali da evitare riflessi e abbagliamenti;
    • le finestre devono essere munite di schermi o dispositivi di copertura regolabili (es. tende veneziane) per attenuare l’eccessiva luminosità esterna;
    • l’illuminazione artificiale deve essere realizzata con lampade esenti da sfarfallio e provviste di schermi con griglie antiriflesso, poste al di fuori del campo visivo degli operatori;
    • l’illuminazione dell’area di lavoro non deve essere inferiore a 500 lux per attività d’ufficio generali, e può aumentare per compiti più complessi (750-1000 lux);
    • la postazione di lavoro dovrebbe essere orientata a 90° rispetto alle finestre e ad almeno 1 metro di distanza. Le luci a soffitto lineari dovrebbero essere disposte trasversalmente alla postazione di lavoro.
  • Rumore:
    • non deve pregiudicare l’attenzione e la comunicazione verbale;
    • si raccomanda che il livello di rumorosità ambientale resti al di sotto dei 55 dB negli uffici singoli e 65 dB negli open-space (inferiore a 45 dB dove si richiede concentrazione);
    • macchine rumorose come fotocopiatrici e stampanti di rete dovrebbero essere segregate in locali separati e adeguatamente ventilati, per non disturbare la concentrazione.
  • Radiazioni:
    • tutte le radiazioni, eccetto la parte visibile dello spettro elettromagnetico, devono essere ridotte a livelli trascurabili dal punto di vista della tutela della sicurezza e della salute.
    • come misura di tutela generale, si suggerisce di sedersi a circa 1 metro dai fianchi o dal retro del monitor di un collega per evitare eventuali campi magnetici, e mantenere una corretta umidità ambientale per ridurre le cariche elettrostatiche.
  • Microclima:
    • i parametri microclimatici devono essere tali da non causare discomfort per i lavoratori.
    • va posta particolare attenzione al calore emesso dalle macchine;
    • gli impianti di condizionamento e ventilazione devono essere controllati per evitare correnti d’aria fastidiose, differenze termiche eccessive e la veicolazione di inquinanti;
    • l’umidità relativa ottimale è 40-60% per prevenire secchezza oculare e delle mucose troppo bassa o proliferazione di muffe troppo alta;
    • la temperatura consigliata è 18-22°C in inverno, e in estate non dovrebbe superare i 7°C di differenza con l’esterno. Le postazioni dovrebbero essere lontane da fonti di calore radiante e finestre esposte a irraggiamento solare diretto;
    • la velocità dell’aria raccomandata è inferiore a 0.2 m/sec.
  • Qualità dell’aria:
    • deve essere garantito un adeguato ricambio dell’aria;
    • vanno controllate le emissioni da stampanti/fotocopiatrici, prodotti per la pulizia, e inquinanti esterni (polvere, pulviscolo stradale). 

3. Interfaccia elaboratore-uomo (Software)

Infine, particolare attenzione è rivolta anche ai software con i quali il lavoratore deve interfacciarsi per lo svolgimento delle sue mansioni da videoterminalista. 

Nello specifico:

  • il software deve essere adeguato alla mansione da svolgere;
  • deve essere di facile uso e adattabile al livello di conoscenza e di esperienza dell’utilizzatore;
  • nessun dispositivo o controllo quantitativo o qualitativo può essere utilizzato all’insaputa dei lavoratori;
  • i sistemi devono fornire ai lavoratori informazioni in un formato e a un ritmo adeguato;
  • i principi dell’ergonomia devono essere applicati in particolare quando si tratta di elaborazione dell’informazione da parte dell’uomo;
  • è necessaria una formazione e informazione adeguata all’uso dei programmi e delle procedure informatiche.

Insomma, l’Allegato XXXIV fornisce una guida normativa essenziale per la progettazione e l’allestimento di postazioni di lavoro al VDT che minimizzino i rischi per la vista, l’apparato muscoloscheletrico e il benessere mentale delle lavoratrici e dei lavoratori, considerando tutti gli elementi che compongono l’ambiente lavorativo.

Diritti e doveri del lavoratore videoterminalista

Vediamo, ora, quali sono i diritti e i doveri dei lavoratori adibiti al videoterminale (VDT), sulla base delle normative vigenti e delle raccomandazioni fornite dall’INAIL.

Iniziamo dai diritti.

  • Diritto alle pause e interruzioni: 
    • il lavoratore ha diritto a un’interruzione della sua attività mediante pause o cambiamento di attività;
    • in assenza di una specifica disposizione contrattuale, il lavoratore ha diritto a una pausa di quindici minuti ogni centoventi minuti (due ore) di applicazione continuativa al videoterminale;
    • le modalità e la durata delle interruzioni possono essere stabilite individualmente dal medico competente se necessario;
    • le interruzioni non possono essere cumulate all’inizio o alla fine dell’orario di lavoro;
    • i tempi di attesa della risposta del sistema elettronico, durante i quali il lavoratore non può abbandonare il posto di lavoro, sono considerati a tutti gli effetti tempo di lavoro e non rientrano nel computo delle interruzioni;
    • la pausa è considerata parte integrante dell’orario di lavoro e fondamentale per la salvaguardia della salute psicofisica del lavoratore. È consigliato utilizzare queste pause per muoversi e rilassare gli occhi, evitando attività che richiedano un intenso impegno visivo.
  • Diritto alla sorveglianza sanitaria:
    • i lavoratori che utilizzano il VDT per almeno 20 ore settimanali devono essere sottoposti a sorveglianza sanitaria;
    • la sorveglianza sanitaria è finalizzata a monitorare la salute dei lavoratori, con particolare attenzione ai rischi per la vista e gli occhi e per l’apparato muscolo-scheletrico;
    • le visite mediche preventive sono volte a stabilire l’idoneità alla mansione;
    • la periodicità delle visite di controllo è biennale per i lavoratori con più di 50 anni o per quelli classificati “idonei con prescrizioni o limitazioni”, quinquennale negli altri casi;
    • il lavoratore ha il diritto di richiedere una visita medica di controllo se sospetta un’alterazione della funzione visiva riconducibile al lavoro al VDT.
  • Diritto a dispositivi speciali di correzione visiva: 
    • se l’esito delle visite mediche evidenzia la necessità di dispositivi speciali di correzione visiva (occhiali) in funzione dell’attività svolta, e non è possibile utilizzare i normali dispositivi di correzione, la spesa è a carico del datore di lavoro.
  • Diritto all’informazione e formazione:
    • il datore di lavoro deve fornire ai lavoratori informazioni e formazione adeguata e specifica sui rischi legati all’attività al VDT e sulle misure di prevenzione da attuare;
    • questa formazione deve coprire le misure applicabili al posto di lavoro, le modalità di svolgimento dell’attività e la protezione degli occhi e della vista;
    • è importante che gli aspetti della sicurezza siano integrati con gli aspetti operativi, per imparare a produrre rispettando le regole di prevenzione.
  • Diritto alla consultazione e partecipazione:
    • il datore di lavoro deve informare preventivamente i lavoratori e i loro rappresentanti per la sicurezza sui cambiamenti tecnologici che comportano modifiche nell’organizzazione del lavoro relative alle attività al VDT.

Vediamo, ora, quali sono i doveri del lavoratore videoterminalista.

  • Sottoporsi a sorveglianza sanitaria: il lavoratore ha l’obbligo di sottoporsi alla sorveglianza sanitaria periodica;
  • seguire le indicazioni ricevute: il lavoratore deve seguire le indicazioni ricevute in merito all’organizzazione del lavoro, all’uso delle attrezzature e alle misure di prevenzione. Questo include adottare una postura corretta e utilizzare la postazione e le attrezzature in modo ergonomico per minimizzare i rischi;
  • rispettare le pause: il lavoratore deve rispettare la corretta distribuzione delle interruzioni previste dalla legge o dalla contrattazione collettiva;
  • utilizzare il software in modo appropriato: il lavoratore deve utilizzare il software per il quale ha ricevuto la necessaria informazione e formazione;
  • mantenere la postazione pulita: lo schermo, la tastiera e il piano di lavoro devono essere mantenuti puliti per evitare irritazioni agli occhi, sintomi allergici e per garantire una visione chiara;
  • segnalare problemi: sebbene non esplicitamente indicato come dovere, il diritto di richiedere una visita medica in caso di sospetti disturbi implica il dovere di segnalare eventuali problemi di salute correlati al VDT.

La collaborazione attiva tra datore di lavoro e lavoratrici o lavoratori videoterminalisti è essenziale per garantire la loro salute e sicurezza. 

Domande frequenti (FAQ)

Chi è considerato un lavoratore addetto al videoterminale (VDT)?

Un lavoratore è considerato addetto al VDT se utilizza un’attrezzatura munita di videoterminale in modo sistematico o abituale, per almeno venti ore settimanali, dedotte le pause obbligatorie. Questa definizione esclude, ad esempio, i posti di guida di veicoli o i sistemi informatici destinati prioritariamente al pubblico.

Quali sono i principali rischi per la salute legati al lavoro al VDT?

I rischi principali includono disturbi per la vista e gli occhi, problemi legati alla postura e all’affaticamento fisico o muscolo-scheletrico, fatica mentale o stress. Questi possono derivare dalle componenti del VDT (schermo, tastiera, mouse), dalle caratteristiche del software, dalla postazione (scrivania e seduta) e dall’ambiente (illuminazione, microclima, rumore, areazione).

Quante pause sono previste per i lavoratori VDT?

Il lavoratore ha diritto a un’interruzione dell’attività mediante pause o cambiamento di attività. In assenza di specifiche disposizioni contrattuali, la pausa è di quindici minuti ogni centoventi minuti (due ore) di applicazione continuativa al videoterminale. Le pause sono considerate parte integrante dell’orario di lavoro e non possono essere cumulate all’inizio o alla fine.

È obbligatoria la sorveglianza sanitaria per i videoterminalisti?

Sì, la sorveglianza sanitaria è obbligatoria per i lavoratori che utilizzano il VDT per almeno 20 ore settimanali. Viene effettuata dal medico competente, con particolare attenzione ai rischi per la vista e gli occhi e per l’apparato muscolo-scheletrico. La periodicità delle visite di controllo è biennale per i lavoratori con più di 50 anni o con idoneità con prescrizioni, e quinquennale negli altri casi.

Chi sostiene i costi per gli occhiali speciali per il lavoro al VDT?

Il datore di lavoro deve fornire a proprie spese i dispositivi speciali di correzione visiva (occhiali). Questo avviene quando l’esito delle visite mediche ne evidenzia la necessità in funzione dell’attività svolta e non è possibile utilizzare i normali dispositivi di correzione.

Come deve essere l’illuminazione in un ambiente di lavoro VDT?

L’illuminazione deve essere sufficiente e fornire un contrasto adeguato, evitando riflessi, abbagliamenti o eccessivi contrasti di luminanza. Le superfici di finestre, pareti e piano di lavoro devono evitare riflessi, e le finestre devono essere dotate di schermi per attenuare l’eccessiva luminosità. L’illuminazione dell’area di lavoro non dovrebbe essere inferiore a 500 lux.

Quali sono i requisiti ergonomici principali per una postazione VDT?

La postazione deve essere ben dimensionata e consentire cambiamenti di posizione. Il sedile deve essere stabile, girevole, con altezza e schienale regolabili. Lo schermo deve essere orientabile, inclinabile e con luminosità/contrasto regolabili. Tastiera e mouse devono essere posizionati comodamente, con spazio per l’appoggio degli avambracci.

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