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Nel 2024 il PIL è aumentato solo dello 0,5%

Categoria: Lavoro
Feb 21, 2025
Redazione
Persone che consultano i documenti

L’ISTAT ha pubblicato la stima preliminare del PIL aggiornata al quarto trimestre 2024, offrendo un quadro sull’andamento dell’economia italiana.

In questo articolo esamineremo i dati relativi al quarto trimestre, confrontandoli sia con il periodo precedente sia con lo stesso trimestre del 2023. Tuttavia, la stabilità economica generale non si riflette in modo uniforme su tutti i settori, per cui analizzeremo le differenze tra agricoltura, industria e servizi, considerando anche l’andamento della domanda interna ed estera.
Infine, approfondiremo la stima preliminare del PIL per l’intero 2024 e le prospettive per il 2025, tenendo conto anche del contesto economico internazionale.

L’economia italiana nel quarto trimestre 2024: stabilità o stagnazione?

Nel terzo trimestre del 2024, l’economia italiana ha evidenziato segnali di stagnazione, con una crescita congiunturale rimasta invariata rispetto al trimestre precedente. Il Prodotto Interno Lordo (PIL) ha invece registrato un aumento tendenziale dello 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2023.

A questo proposito, è utile distinguere tra dati congiunturali e tendenziali

  • i primi confrontano un periodo con quello immediatamente precedente (ad esempio, il terzo e il quarto trimestre del 2024);
  • i secondi evidenziano l’andamento nel tempo, paragonando lo stesso periodo in anni diversi (come il quarto trimestre del 2024 rispetto al quarto trimestre del 2025).

Il dato tendenziale del quarto trimestre 2024 va considerato tenendo conto di due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente, ma due in più rispetto allo stesso periodo del 2023. Questo evidenzia come le variazioni nel calendario lavorativo abbiano avuto un impatto limitato sull’andamento economico del Paese.

Il contesto economico globale ha giocato un ruolo cruciale nelle performance dell’economia italiana nell’ultimo trimestre dell’anno. Nel 2024, infatti, l’economia mondiale ha dovuto affrontare sfide significative, tra cui la lotta all’inflazione e le tensioni geopolitiche, che hanno influenzato l’intera area euro, Italia compresa. 

La quasi totale stagnazione del PIL italiano nel quarto trimestre si inserisce dunque in un più ampio scenario di rallentamento che coinvolge anche altri Paesi dell’eurozona.

L’andamento dei diversi settori produttivi

Approfondendo l’andamento dei diversi settori economici, emerge come l’apparente stabilità – o stagnazione – sia il risultato di dinamiche contrastanti tra comparti.

  • l’agricoltura, la silvicoltura e la pesca hanno registrato una contrazione, influenzata da diversi fattori, tra cui condizioni climatiche sfavorevoli, variazioni nei prezzi delle materie prime e l’instabilità dei mercati agricoli globali; 
  • anche il settore dei servizi, componente chiave dell’economia italiana, ha mostrato una tendenza al ribasso. Data la sua sensibilità alle fluttuazioni della domanda interna ed estera, il calo potrebbe essere legato alla riduzione dei consumi interni e alle difficoltà di competitività sui mercati internazionali;
  • in controtendenza, l’industria ha segnato una crescita, segnalando una ripresa della produzione manifatturiera. Questo andamento potrebbe essere attribuito a investimenti strategici o a un miglioramento delle catene di approvvigionamento, dopo le difficoltà registrate negli ultimi anni a causa della pandemia e delle tensioni internazionali;
  • sul fronte della domanda, si rileva un impatto negativo della componente nazionale – che comprende consumi e investimenti – sulla crescita, mentre quella estera ha fornito un contributo positivo. In altre parole, la domanda interna ha mostrato segnali di debolezza, mentre le esportazioni hanno sostenuto l’economia, probabilmente grazie alla competitività delle imprese italiane sui mercati internazionali.

Questi dati evidenziano la necessità di politiche mirate a sostenere i settori in difficoltà, in particolare agricoltura e servizi. La crescita dell’industria rappresenta invece un punto di forza su cui puntare, mentre il contributo positivo della domanda estera sottolinea l’importanza di rafforzare la competitività internazionale del sistema produttivo italiano. La sfida per il 2025 sarà trasformare questa stabilità in una crescita più solida e diffusa tra i vari comparti economici

Tuttavia, come vedremo, le previsioni non sono incoraggianti.

PIL 2024 e prospettive per il 2025

Analizzando l’intero anno, l’ISTAT rileva che il 2024 si è chiuso con un incremento del PIL dello 0,5% rispetto al 2023, un risultato che tiene conto di quattro giornate lavorative in più rispetto all’anno precedente. Sebbene si tratti di una stima preliminare – i dati verranno consolidati a marzo 2025 – questo valore fornisce una base per valutare la performance dell’economia italiana nel contesto delle dinamiche economiche globali.

La stabilità del PIL, pur con andamenti disomogenei tra i settori, suggerisce una certa resilienza del sistema economico italiano. In particolare, la crescita della componente estera netta rappresenta un segnale positivo per la competitività delle imprese sui mercati internazionali, compensando in parte la debolezza della domanda interna. Tuttavia, la stagnazione della variazione acquisita per il 2025 impone un’attenta valutazione dell’evoluzione del quadro economico nei prossimi mesi.

Le prospettive per il 2025, infatti, al momento indicano una crescita pari a zero, riflettendo un clima di incertezza. L’ISTAT, in questo contesto, evita di sbilanciarsi sulle previsioni, considerando anche i forti movimenti internazionali in atto. Tra questi, la possibile “guerra dei dazi” potrebbe avere un impatto significativo sull’andamento del PIL nel prossimo anno.

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