A novembre 2024, rispetto al mese precedente, si registra un calo degli occupati e dei disoccupati, accompagnato da un aumento del numero di inattivi.
In questo articolo esamineremo i dati sull’occupazione, analizzandoli su base mensile, trimestrale e annuale. Ci soffermeremo sulle categorie di lavoratori che hanno visto un calo e su quelle che, al contrario, sono in crescita.
Proseguiremo poi con un’analisi dei dati relativi alla disoccupazione e agli inattivi, ossia le persone in età lavorativa che non cercano un impiego o hanno smesso di farlo. Anche in questo caso prenderemo in considerazione i confronti mensili, trimestrali e annuali, utilizzando le informazioni aggiornate a novembre 2024.
Concluderemo infine con alcune riflessioni sulle tendenze attuali del mercato del lavoro.
Indice dei contenuti
I dati ISTAT sull’occupazione
I dati ISTAT di novembre 2024 evidenziano un lieve calo dell’occupazione rispetto a ottobre (-0,1%, pari a -13mila unità), con il totale degli occupati che si attesta a 24 milioni 65 mila.
La flessione congiunturale, ossia quella registrata tra un periodo e quello immediatamente precedente, interessa in particolare uomini, lavoratori dipendenti a termine e giovani tra i 15 e i 34 anni. In controtendenza, crescono l’occupazione femminile, quella dei dipendenti a tempo indeterminato e di chi ha almeno 35 anni, mentre rimane stabile il dato relativo ai lavoratori autonomi. Il tasso di occupazione di novembre resta invariato al 62,4% della popolazione tra i 15 e i 64 anni.
Estendendo l’analisi al trimestre settembre-novembre 2024 e confrontandolo con quello precedente (giugno-agosto), si registra un incremento dello 0,2% nel numero di occupati (+49mila unità).
L’analisi tendenziale, che mette a confronto i dati con quelli di novembre 2023, mostra un aumento degli occupati dell’1,4% (+328 mila unità). Questa crescita interessa sia uomini sia donne, oltre a chi ha almeno 35 anni, mentre si osserva un calo tra i giovani di 15-34 anni. Il tasso di occupazione, rispetto a un anno fa, è salito di 0,5 punti percentuali.
In sintesi, se da un lato i dati congiunturali di novembre evidenziano una leggera flessione, il confronto trimestrale e quello annuale confermano una crescita, seppur contenuta.

Calano i disoccupati ma crescono gli inattivi
A novembre 2024 si registra un calo del numero di persone in cerca di lavoro (-1,6%, pari a -24mila unità). La diminuzione riguarda soprattutto le donne e i 25-49enni, mentre si osserva un aumento, seppur lieve, tra gli uomini e le altre fasce di età.
Il tasso di disoccupazione scende al 5,7% (-0,1 punti), mentre quello giovanile sale al 19,2% (+1,4 punti).
Se da un lato occupazione e disoccupazione diminuiscono, dall’altro cresce il numero degli inattivi (+0,2%, pari a +23mila unità), ossia coloro che, pur essendo in età lavorativa, non hanno un’occupazione e non la cercano. L’aumento interessa gli uomini e gli under 35, mentre il numero di inattivi si riduce nelle altre fasce di età e rimane sostanzialmente stabile tra le donne. A novembre, il tasso di inattività è salito al 33,7% (+0,1 punti).
L’analisi trimestrale (settembre-novembre 2024 rispetto a giugno-agosto) mostra una riduzione delle persone in cerca di lavoro (-8,4%, pari a -136mila unità) e un incremento degli inattivi (+0,9%, pari a +115 mila unità).
Un’analoga tendenza emerge dall’analisi tendenziale: rispetto a novembre 2023, si registra una diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-23,9%, pari a -459 mila unità) e un aumento degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+2,6%, pari a +323 mila unità).

Conclusioni: come cambia il mercato del lavoro
Dall’analisi incrociata dei dati emerge una disoccupazione che sta raggiungendo i minimi storici, accompagnata però da una preoccupante crescita del numero di inattivi. Questa fascia della popolazione in età lavorativa merita particolare attenzione, in quanto rappresenta un doppio problema:
- la mancata partecipazione al progresso e alla crescita del Paese attraverso il lavoro;
- il rischio di povertà legato alla dipendenza finanziaria da familiari e/o dallo Stato.
Gli inattivi, su base annua, aumentano soprattutto tra i 25 e i 34 anni, una fascia d’età cruciale per gettare le basi della vita adulta, sia in termini di progettualità che di indipendenza economica.
Sul fronte dell’occupazione, invece, si registra un dato in costante crescita dal periodo post-pandemico, con un numero di occupati che ha superato di gran lunga i livelli pre 2020.

Ne risulta un quadro del mercato del lavoro a tinte contrastanti: da un lato segnali positivi, dall’altro indicatori critici che non possono essere trascurati, specialmente per quanto riguarda l’inclusione lavorativa delle fasce più giovani.