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Nel 2024 cresce l’occupazione femminile in Italia

Categoria: Lavoro
Dic 13, 2024
Redazione
Nel 2024 cresce l occupazione femminile in Italia

L’occupazione femminile in Italia è in costante crescita, un dato significativo che merita di essere analizzato e contestualizzato per trarre conclusioni più precise.  

In questo articolo esamineremo i dati più recenti sul lavoro delle donne, basandoci su diversi rapporti elaborati a partire dalle rilevazioni ISTAT. L’obiettivo è individuare le fasce della forza lavoro femminile maggiormente coinvolte in questo incremento.  

Successivamente, approfondiremo le criticità che emergono dal confronto tra l’occupazione femminile e quella maschile. Le donne in età lavorativa rappresentano infatti poco più della metà della forza lavoro complessiva del nostro Paese, mentre la percentuale degli uomini supera il 70%. Questo divario di quasi 20 punti percentuali continua a rappresentare un ostacolo agli obiettivi di sostenibilità legati alla parità di genere.  

Concluderemo con un confronto a livello europeo, analizzando la posizione dell’Italia rispetto agli altri Paesi dell’UE, per comprendere meglio il nostro livello di avanzamento in tema di parità di genere. 

Occupazione femminile in aumento in Italia

La ricerca sull’occupazione in Italia condotta da “Work on Work”, Fiera nazionale dedicata al mondo del lavoro, svoltasi a Ferrara il 27 e 28 novembre 2024, ha messo in luce dati interessanti:  

“Il mercato del lavoro in Italia nel 2024 mostra segni di evoluzione, ma resta ancora vulnerabile in alcuni ambiti. In particolare, crescono l’occupazione femminile e il welfare aziendale, mentre persistono le difficoltà dei giovani nell’accesso alle professioni, complice un sistema educativo che fatica ad allinearsi alle esigenze delle imprese.”  

Tra questi spicca il trend positivo dell’occupazione femminile nella fascia di età 20-64 anni, che, pur evidenziando una crescita, procede ancora a ritmo lento. Nel 2024 ha raggiunto il 56,5%, rispetto al 55,9% del 2023 e al 55% del 2022.  

Un’analisi più approfondita, basata sulle rilevazioni ISTAT sul mercato del lavoro relative al secondo trimestre 2024, rivela che l’aumento complessivo dell’occupazione nella fascia 15-64 anni è trainato proprio dalla componente femminile. L’occupazione femminile, infatti, è cresciuta dello 0,9% rispetto al primo trimestre dell’anno, superando la crescita generale dell’occupazione, che si attesta allo 0,7%. 

tassi di occupazione

Gli incrementi più significativi si registrano tra le lavoratrici residenti nel Centro-Sud, di età compresa tra 35 e 49 anni, con cittadinanza straniera, e tra le diplomate e laureate.  

Osservando un intervallo temporale più ampio, come ha fatto la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, emergono con maggiore chiarezza le tendenze relative all’occupazione e alla disoccupazione femminile. Rispetto al 2019, l’occupazione femminile è aumentata dell’1,6% nel 2023, un dato leggermente inferiore alla crescita registrata dagli uomini (+1,8%). Tuttavia, il 2023 ha segnato una dinamica più favorevole per le donne, con un incremento del 2,4% rispetto al 2022, contro l’1,7% degli uomini.  

andamento occupazione femminile italia

Nonostante i progressi evidenti, questi restano insufficienti per raggiungere gli obiettivi europei in materia di riduzione del divario di genere nel mercato del lavoro. È quindi fondamentale analizzarne le cause e definire azioni concrete per promuovere l’ingresso, la permanenza e la crescita delle donne, anche in termini di leadership aziendale. 

Occupazione femminile: permane il gap di genere

Nonostante il dato positivo sulla crescita occupazionale femminile, i dati ISTAT del secondo trimestre 2024 evidenziano che le donne occupate rappresentano solo il 53,5% della forza lavoro, mentre gli uomini raggiungono il 71,1%, una differenza di quasi 20 punti percentuali. Questo divario, analizzato nel Rapporto ASviS 2024, rimane uno degli ostacoli principali alla parità di genere in Italia.  

L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, esaminando il Goal 5 dell’Agenda 2030 dedicato alla “Parità di genere”, rileva che l’Italia è scesa all’87° posto su 146 Paesi nel Global Gender Gap Report, perdendo otto posizioni rispetto al 2023. Nonostante i progressi occupazionali, l’Italia rischia di non centrare due obiettivi fondamentali per la parità di genere:  

  • ridurre, entro il 2026, a meno di 10 punti percentuali il divario occupazionale tra donne con figli piccoli e donne senza figli; 
  • dimezzare, entro il 2030, il divario occupazionale di genere rispetto al 2019.  

Questi risultati appaiono in contrasto con i dati sull’istruzione, che premiano le donne: l’abbandono scolastico precoce è più frequente tra i ragazzi (13,1%) rispetto alle ragazze (7,6%) e, tra i giovani di 25-34 anni, il 37,1% delle donne ha completato l’istruzione terziaria, contro il 24,4% degli uomini.  

Le donne, quindi, studiano e si formano di più, e il loro tasso di occupazione è in crescita, ma qualcosa frena questo progresso, limitando anche le opportunità di avanzamento professionale. Il lavoro di cura non retribuito – come la maternità e l’assistenza a bambini, anziani o persone con disabilità – grava ancora sulla componente femminile della popolazione, mantenendo un gap occupazionale e professionale troppo ampio nel nostro Paese. 

Occupazione femminile: i dati europei

E a livello europeo? Quanto si discosta l’Italia dagli altri Paesi in termini di parità di genere?  

Secondo il Rapporto ASviS:  

“A livello europeo, il Goal 5 ha registrato una crescita significativa tra il 2010 e il 2022, con un incremento di quasi dieci punti percentuali. Questo progresso è attribuibile in parte all’aumento delle donne nei parlamenti nazionali (+8,5 punti percentuali) e in posizioni dirigenziali (+20,5 punti). Tra il 2014 e il 2022 è cresciuta anche la percentuale di laureate in materie STEM (+4,3 punti).”  

Grazie a questi progressi, l’Unione Europea potrebbe dimezzare entro il 2030 il divario occupazionale di genere rispetto al 2019, raggiungendo un tasso di occupazione femminile pari al 92,8% di quello maschile.  

L’Italia, per centrare lo stesso obiettivo, dovrebbe portare il tasso di occupazione femminile all’86,8% di quello maschile. Tuttavia, come evidenziato dalle tendenze attuali, la crescita nel nostro Paese è ancora troppo lenta per poter raggiungere questo traguardo nei tempi previsti. 

gap occupazionale

Rispetto al Goal 5, l’Italia si colloca al 9° posto tra i 27 Paesi dell’UE, posizionandosi leggermente al di sopra della media europea. Ai primi tre posti per il raggiungimento della parità di genere troviamo Francia, Svezia e Finlandia, mentre a chiudere la classifica sono Cipro, Bulgaria e Ungheria, che si confermano i fanalini di coda in materia. 

parità di genere occupazione femminile

Sebbene il nostro Paese stia compiendo progressi, persistono problematiche strutturali che continuano a ostacolare sia la crescita dell’occupazione femminile sia il percorso verso una piena parità di genere. 

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